23 Aprile 2024

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BULLISMO E CYBERBULLISMO: IL RUOLO DELLE AGENZIE EDUCATIVE

AUTORE: ANGELA GANCI

PSICOTERAPEUTA, GIORNALISTA E DOCENTE

Bullismo e cyberbullismo: due fenomeni preoccupanti, lungo il doppio versante della frequenza dei soggetti colpiti e delle conseguenze sulla psiche e sulle relazioni sociali a carico delle vittime, che spaziano dai disturbi d’ansia ai disturbi dell’umore, non ultimo con il ricorso al suicidio come gesto estremo di uscita dal tunnel delle minacce e dei soprusi, secondo quanto indica la moderna scienza psicologica.

E veniamo ai dati: secondo quanto reso noto in occasione della Giornata Mondiale contro il Bullismo e il Cyberbullismo celebrata il 7 Febbraio 2020, sarebbero più del 50% dei ragazzi tra gli 11 e 17 anni, vittime degli attacchi violenti dei bulli; tra chi utilizza quotidianamente il cellulare (85,8%), ben il 22,2% riferisce inoltre di essere stata vittima di cyberbullismo. 

Attacchi alla persona consistenti in violenza verbale e minacce, che interessano prevalentemente le differenze di razza, cultura, religione, l’orientamento sessuale o alcune caratteristiche fisiche, come il sovrappeso.

Attacchi subdoli, molto insidiosi nelle forme del cyberbullismo, in cui la vittima rischia di essere ancora più esposta alla vergogna e alla pubblica derisione, e l’aggressore sempre più difficile da individuare, poiché può facilmente nascondersi dietro un’anonimità che lo fa sentire invincibile.

Un fenomeno ancora più preoccupante e presente in tempi di lockdown e forzato utilizzo di Internet, nelle forme della didattica a distanza.

In particolare, la Fondazione Carolina, nata dal significato del gesto estremo dell’adolescente Carolina Picchio, che nel 2013, a soli quattordici anni, ricorse al suicidio, in seguito alla diffusione in rete di alcune immagini intime, segnala la presenza di comportamenti di violenza in Rete in aumento nel periodo del lockdown, con comportamenti scorretti che interessano non solo i ragazzi, ma anche in modo preoccupante gli insegnanti.

Quali mezzi di contrasto e prevenzione è possibile suggerire in casi simili di mancato rispetto dell’Altro in quanto persona?

Indubbiamente le agenzie educative chiamate in causa sono la famiglia e la scuola, che hanno il dovere formativo di monitorare e sorvegliare i propri figli anche nel mondo virtuale, impartendo regole di condotta conformi al rispetto delle altrui differenze, aumentando la consapevolezza che i reati digitali hanno un potente effetto deleterio sulla reputazione sociale di chi ne è vittima, costituendo azioni da sanzionare e vigilare con estrema attenzione.

Cosa quindi è richiesto ai giovani?

Essenzialmente ogni azione di lotta contro la violenza, sia in forma fisica che virtuale, si sostanzia in alcuni obiettivi formativi, i cui promotori, come prima detto, la famiglia e la scuola in prima linea. Ecco che diventa prioritario incrementare la consapevolezza dei giovani delle proprie condotte e dei propri sentimenti, la presa di coscienza di sé come persona unica e degna di essere rispettata, la comprensione del potere delle parole, che divengono offese gratuite, irrispettose e reiterate online, con un potere di diffusione rapido e capillare, e conseguenze devastanti sul piano affettivo, sociale e della sfera privata, come accade in maniera paradigmatica nel fenomeno, figlio dei tempi moderni, del Revenge porn, laddove la diffusione sul web di immagini o video privati a sfondo sessuale avviene a puro scopo vendicativo e senza il consenso della persona.

Revenge porn e cyberbullismo: un triste binomio che rappresenta la nuova piaga sociale di un mondo che corre verso la negazione dell’Altro e che spetta agli adulti ridimensionare e riconsegnare alla dimensione delle Differenze in quanto naturale fonte di arricchimento reciproco.