20 Aprile 2024

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Covid 19: quanto conta Resistere?

di Angela Ganci
Psicologo psicoterapeuta, giornalista, docente

27 Dicembre 2020: la notizia della distribuzione italiana dei primi vaccini contro il Covid 19 riempie le cronache e le speranze, ottimista la BioNTech, autrice del vaccino stesso, sviluppato insieme alla società farmaceutica statunitense Pfizer.
La Commissione Europea ha finalmente autorizzato il vaccino Pfizer-BioNTech, una notizia che spezza il vortice di negatività e stress che ha caratterizzato questi ultimi mesi.
La notizia infatti arriva qualche tempo dopo il Decreto Legge natalizio di un 2020 unico nella storia, tra festivi e prefestivi tristemente tinteggiati di Rosso, mascherina obbligatoria e obbligata, pena sanzioni penali di non poco conto, impennata dei contagi, mentre permane quella strana sensazione di un Ritorno alla reclusione, una reclusione forzata e inarrestabile, un carcere senza fine.
Carcere, punizione divina, impotenza scientifica: tutto e di più intorno al Virus che continua a fare parlare di Sé senza alcun pudore di disseminare vittime per strada e negli ospedali ormai senza spazi di vivibilità, Realtà che il vaccino efficace renderà lontani ricordi, in brevissimo tempo.
Intanto, nella prospettiva di un Natale senza la classica folla di parenti che contraddistingue il tipico Natale dello stivale, massimo due al giorno in zona rossa (magra consolazione) la parola d’ordine è ancora Resistere, sviluppare Resilienza, confortati dalla prospettiva di questo vaccino autorizzato, auspicabilmente efficace contro varianti estere del Virus stesso.
Vivere “come se” andasse tutto bene, pur senza Presepi viventi, senza viaggi fuori Regione, senza parenti da riabbracciare caldamente poiché separati da chilometri invalicabili.
Vivere “come se” questo Virus non fosse mai esistito, direbbe qualcuno, in realtà Vivendo nonostante Tutto il passato condizionato, il presente incerto e un futuro nebuloso, per definizione.
Perché, questo ce lo insegna la Psicologia, se la Reclusione ha indebolito le menti più fragili, tendenti a una depressione latente, slatentizzata in seguito al confino fisico e alle incertezze e instabilità dei vari Decreti, questo non autorizza a Mollare, a farsi trascinare senza rimedio in territori segnati dalla Paura e dell’impotenza senza Nome, sentimenti che appartengono da circa un anno a tutti, a ciascuno in diversa misura. Rincuora pensare che la pandemia ha mostrato la fragilità dello Stare al Mondo, in una comunione umana e in una solidarietà della debolezza che deve diventare Forza per guardare oltre a quelle Sbarre spesse dove talvolta si teme di restare rinchiusi per un tempo dolorosamente infinito.