di Angela Ganci, psicologo psicoterapeuta, giornalista e scrittrice
E’ a tutti noto come la depressione costituisca sempre di più un’emergenza sociale al punto che, in base a quanto stabilito dall’ISS (link di riferimento, Depressione, un’emergenza sociale sottovalutata – In Terris) il 6% della popolazione adulta riferisce sintomi depressivi che però sono più frequenti all’aumentare dell’età e tra chi vive in condizioni socio-economiche svantaggiate. Tra gli anziani la stima è del 9% ma arriva al 30% tra quelli con difficoltà economiche.
La depressione, un male oscuro che miete vittime anche tra la popolazione giovanile, la malattia che entro il 2030 costituirà, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, la malattia cronica più diffusa e che merita attenzione da parte della comunità scientifica.
In riferimento alla prima puntata della Rubrica “Lo PSICOLOGO RISPONDE” live su Teleone (in data 27 Gennaio 2025, “Lo psicologo risponde” a cura della dottoressa Angela Ganci – Tele One) viene qui approfondito, sulla base delle richieste pervenute alla mail dedicata angela.ganci@teleone.it, il tema del rapporto tra dipendenze tecnologiche e depressione.
Si riporta qui un’interessante meta-analisi di Mingli, L. et al; 2022 di 26 studi, prevalentemente svolti in Nord America e Europa, per riassumere le prove relative alla correlazione tra tempo trascorso sui social e depressione negli adolescenti, contenuta al link seguente https://www.ipsico.it/news/social-network-e-depressione-negli-adolescenti/#:~:text=I%20risultati%20di%20tale%20studio,di%20utilizzo%20dei%20social%20media.
I risultati di tale studio affermano che gli adolescenti con un tempo trascorso sui social elevato mostrano un aumento del 59,6% di rischio di sviluppare sintomi depressivi rispetto al gruppo di riferimento. Inoltre, il rischio di depressione sembra aumentare del 13% per ogni ora in più di utilizzo dei social media.
Benché alcuni studi abbiano riportato dei benefici dell’utilizzo del social media sul rischio di sviluppare depressione, la maggior parte degli studi parla di una significativa correlazione positiva tra tempo passato sui social e depressione in adolescenza.
Questo dato potrebbe essere spiegato dal fatto che il tempo passato sui social può limitare il tempo per attività sportive o la comunicazione faccia a faccia con altri coetanei.
Un altro dato interessante, è la correlazione più forte per le ragazze adolescenti piuttosto che i ragazzi. Gli autori sostengono che questo può essere dovuto:
- Alla tendenza delle ragazze, rispetto ai ragazzi, di enfatizzare le relazioni strette e intime (che le porterebbe a investire sempre più tempo sui social al fine di mantenersi sempre in contatto con altre persone);
- All’aumentato rischio di essere molestate sui social.
Come agire in questi casi?
Sempre il link https://www.ipsico.it/news/social-network-e-depressione-negli-adolescenti/#:~:text=I%20risultati%20di%20tale%20studio,di%20utilizzo%20dei%20social%20media, individua interessanti linee di intervento: limitare il tempo quotidiano trascorso sui dispositivi elettronici come tablet e smartphone, promuovendo maggiormente “interazioni analogiche” piuttosto che digitali, in relazione alle quali è presente la sensazione di dover rimanere sempre connessi e aggiornati sulle vite degli altri che appaiono sempre perfette e generano spesso un profondo senso di insoddisfazione. Infine, si sottolinea l’importanza di promuovere opportune politiche scolastiche che tengano di conto del rischio dell’utilizzo prolungato di tali dispositivi e di sviluppare appropriate linee guida per un uso appropriato di tali tecnologie.
Il tema della depressione nei giovani, collegata e non ai dispositivi cellulari, sarà oggetto di un’analisi approfondita in occasione della seconda puntata della Rubrica “Lo psicologo risponde”, in onda a fine Febbraio 2025.
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