Facebook CHIUDE le porte a milioni di utenti | Se hai quest’età, sei tagliato fuori: a Mario hanno disattivato tutto

facebook icona smartphone - foto (C) MediaoneOnline.it

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Come cambia la “vita” dei social network, e le evoluzioni prossime per l’accesso alle numerose piattaforme 

Si può affermare con certezza: da oltre vent’anni, Facebook rappresenta una colonna portante del mondo digitale. È il social network più longevo, nato nel 2004 per volontà di Mark Zuckerberg, e ha segnato una vera rivoluzione nel modo in cui comunichiamo, ci informiamo e manteniamo le relazioni. Nel tempo si è trasformato, passando da una piattaforma per studenti universitari a uno spazio virtuale multiforme, frequentato da utenti di ogni età e fascia sociale.

Oggi Facebook è diventato il “salotto digitale” di milioni di adulti e over 50, mentre i giovanissimi sembrano preferire altri ambienti più dinamici come Instagram, TikTok o Snapchat. Ma nonostante ciò, la piattaforma di Zuckerberg continua a mantenere un’enorme influenza, con funzionalità che vanno dai gruppi tematici al marketplace, passando per eventi, ricordi e contenuti multimediali. Un luogo in cui ci si racconta, si commenta, si condivide, spesso senza freni e con un’intensità quasi familiare.

Proprio per questa ragione si è acceso un dibattito sempre più acceso sui limiti d’età per l’accesso ai social. Se in passato il tema era circoscritto alla tutela dei più piccoli, oggi si allarga anche agli utenti più adulti. La discussione, già molto accesa per quanto riguarda Instagram — dove molti invocano un innalzamento dell’età minima — ora tocca anche Facebook, anche se in chiave più… ironica.

In Italia, ad esempio, i ragazzi possono registrarsi autonomamente solo a partire dai 14 anni. Sotto questa soglia, è richiesto il consenso dei genitori. Tuttavia, la regola resta spesso solo teorica: molti under 14 riescono a creare profili falsificando la propria età, complici i sistemi di autocertificazione ancora troppo permissivi.

Un confine (digitale) che scatta… ad un certo punto

Iniziamo con il dire che i social non sono (ancora) degli spazi completamente regolati. Esistono limiti d’età, certo, ma non sempre vengono rispettati. Gli strumenti di verifica sono pochi, spesso inefficaci, e il confine tra tutela e libertà diventa sottile. Mentre si cerca di proteggere i più giovani con regole più rigide, si aprono domande anche sul rapporto tra adulti — in particolare gli over 60 — e social network.

Il nodo non è tanto la presenza degli anziani online, quanto l’utilizzo che fanno delle piattaforme: profili multipli, commenti fuori contesto, disinformazione involontaria. Tutto questo ha dato vita a un fenomeno culturale che va ben oltre la semplice dinamica social. È il confronto — talvolta lo scontro — tra generazioni che vivono la rete in modo diverso. Da qui, la… decisione (con un bel carico di ironia), che andiamo ad approfondire.

Tweet pubblicato su X (screenshot X) - mediaoneonline.it
Tweet pubblicato su X (screenshot X) – mediaoneonline.it

“Facebook chiude”, e la data è… definitiva (forse)

È su questo filo ironico che si innesta un tweet virale pubblicato su X (l’ex Twitter): “Ai sessantenni dovrebbe essere vietato registrarsi su Facebook. #fakeaccountistheway” (foto sopra). Si tratta di una provocazione scherzosa che riflette però un malumore parecchio diffuso tra gli utenti più giovani, spesso sorpresi o divertiti dalle pubblicazioni più datate, confuse o semplicemente “fuori luogo” di certi profili.

Non è raro trovare contenuti surreali, immagini sfocate, frasi quasi “sconnesse” o condivisioni di link senza alcuna verifica. Tutto questo ha generato una sorta di sub-linguaggio digitale che divide (e unisce) generazioni diverse. Alcuni lo prendono con leggerezza, altri lo vivono come un’invasione. Facebook, insomma, non chiude… ma per qualcuno dovrebbe farlo. ANche perché soltanto così si eviterebbe la trasformazione in un museo dei profili improbabili.