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Ferdinando Scianna, Vincenzo Bellini, Emilio Greco e Joan Mirò a  Catania: reportage di un viaggio tra scultura, musica e fotografia

di Angela Ganci, psicologo psicoterapeuta, giornalista e scrittrice

È visitabile da parte del pubblico interessato dallo scorso 23 giugno, presso il Castello Ursino di Catania, con l’ultima apertura fissata al prossimo 28 gennaio, la mostra di FERDINANDO SCIANNA. TI RICORDO SICILIA curata da Paola Bergna e Alberto Bianda, art director, e promossa e prodotta dal Comune di Catania e Civita Sicilia.   

Una selezione di oltre ottanta fotografie stampate in diversi formati che attraversa l’intera carriera del celebre fotografo siciliano e si sviluppa lungo un articolato percorso narrativo, costruito su diversi capitoli e varie modalità di allestimento in bianco e nero per evidenziare lo stretto legame che unisce Scianna alla sua terra d’origine. Ti ricordo, Sicilia, un vero e proprio viaggio che permette al visitatore, attraverso soggetti, immagini, luoghi, riti, festività ed usanze, di conoscere ed esplorare la terra tanto cara al fotografo.

Ferdinando Scianna e il suo lungo percorso artistico che si snoda attraverso varie tematiche – l’attualità, la guerra, il viaggio, la religiosità popolare – tutte legate da un unico filo conduttore: la costante ricerca di una forma nel caos della vita. In oltre sessant’anni di racconti non mancano infatti le suggestioni: da Bagheria alle Ande boliviane, dalle feste religiose – esordio della sua carriera – all’esperienza nel mondo della moda, ancora i reportages, i paesaggi, le sue ossessioni tematiche come gli specchi, gli animali, le cose. 

Celebre una sua considerazione qui di seguito riportata, “come fotografo mi considero un reporter. Come reporter il mio riferimento fondamentale è quello del mio maestro per eccellenza, Henri Cartier-Bresson, per il quale il fotografo deve ambire ad essere un testimone invisibile, che mai interviene per modificare il mondo e gli istanti che della realtà legge e interpreta. Ho sempre fatto una distinzione netta tra le immagini trovate e quelle costruite. Ho sempre considerato di appartenere al versante dei fotografi che le immagini le trovano, quelle che raccontano e ti raccontano, come in uno specchio. Persino le fotografie di moda le ho sempre trovate nell’azzardo degli incontri con il mondo”. 

Autori e Maestri del mondo dell’Arte che si sposano con altrettanti sommi Maestri del mondo della musica, con Monumenti e icone di un passato sempre attuale come Vincenzo Bellini, nativo della città catanese.

Oggi la sua casa natale, sede del museo Vincenzo Bellini, è ubicata a Catania all’interno del settecentesco palazzo Gravina Cruylas in Piazza San Francesco d’Assisi, 3, luogo ove nacque il musicista nella notte tra il 2 e il 3 novembre 1801.

Una casa natale dichiarata monumento nazionale il 29 novembre 1923 ed inaugurata il 5 maggio 1930. I vari ambienti rispecchiano la condizione originaria della Casa natale: le mattonelle esagonali, le volte a crociera, i piccoli balconi su via Vittorio Emanuele, il suggestivo pozzo, ricreando la magia di un luogo che ha affrontato molteplici difficoltà prima di divenire istituzione museale.

Il percorso museale della Casa natale segue l’evolversi della vita e della carriera del compositore, iniziando da un minuto ingresso che porta all’alcova ove nacque Bellini per concludersi nell’altrettanto piccola stanza funeraria (allora cucina). Di particolare interesse la sala D, ove sono raccolti numerosi manoscritti musicali autografi.

Il Museo oggi, dopo un lungo periodo di ristrutturazione, vanta un nuovo allestimento, continuando la sua esposizione al piano nobile dello stesso palazzo dove il visitatore potrà ammirare la prestigiosa collezione di pianoforti, che hanno suonato le magiche melodie del Cigno catanese, manifesti e locandine delle celebrazioni belliniane.

Anche la ricca biblioteca del museo è stata trasferita al piano nobile con una speciale sala multimediale fornita di Access Point.

Due luoghi pregni di arte, il Museo Ursino e il Museo belliniano, oggi sotto la direzione del Comune di Catania, a cui si affianca il Palazzo della cultura, sede oggi del Museo Emilio Greco, altro artista autorevole della città, che legò il suo nome alla città di Orvieto per aver scolpito, nel 1964, le porte bronzee della cattedrale e che ha donato al palazzo catanese le opere grafiche in esso oggi contenute. Il palazzo della cultura ospiterà, a partire dal prossimo 20 gennaio, Il surrealismo di Mirò. 

Una città, quella di Catania, che si arricchisce ulteriormente di opere artistiche con ulteriori mirabili esempi di Maestria quali la Galleria d’Arte Moderna

(GAM), il museo diocesano e la Galleria La Vite, che espone le opere del maestro Antonio Santacroce.

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