di Angela Ganci, psicologo psicoterapeuta, giornalista e scrittrice
Fino alla Fine: questo l’intrigante titolo dell’ultimo film diretto da Gabriele Muccino, presentato dallo stesso a Palermo, presso il centralissimo cinema Rouge et Noir, il 29 Settembre scorso al termine di una proiezione palpitante di spettatori coinvolti e appassionati.
“Fino alla fine” racconta la storia di Sophie, una giovane americana di vent’anni che ha vissuto tutta la vita in solitudine. Con un passato problematico del quale porta i segni fisici ed emotivi, quasi braccata dalla pedante sorella Rachel che la tiene sotto controllo, durante una vacanza a Palermo, nelle ultime ventiquattro ore prima del ritorno in California, incontra Giulio e il suo gruppo di amici siciliani. E da qui la svolta: desiderosa di vivere fino in fondo, appunto “fino alla fine”, Sophie, tra scenari naturalistici mozzafiato, ampie e affascinanti piazze siciliane e rocambolesche sgommate tra vicoli e strettoie, decide di scegliere di camminare sull’orlo del baratro trascinandosi in una vertigine pericolosa. Attratta da uno sconosciuto del quale finirà con l’innamorarsi, in una classica trama destinata però a un “Non poter vivere in eterno un sentimento”, trasformando una semplice avventura in una battaglia per la sopravvivenza, il riscatto e l’adrenalina pura. In questo labile confine tra vita e morte, Sophie verrà risucchiata dal fascino del pericolo, commettendo errori che marchieranno la sua vita, cambiandola per sempre.
Non è sbagliato parlare di un incessante inseguimento di un insopprimibile istinto vitale che spinge la protagonista a compiere le sue scelte, giuste o sbagliate che siano, che – come anticipa l’epigrafe posta a inizio film – determineranno la sua vita.
“Il mio intento, nell’ideazione del film, è stato quello di rappresentare una Palermo non classicamente collegata alla mafia, per questo ho scelto un boss russo e devo confessare che temevo di scivolare nella fiction, situazione che non avrebbe reso il mio intento di un film thriller che parli anche di amore e di amicizia che arriva fino al sacrificio estremo come nella scena di Komandante incurante della propria incolumità quando ad avere la peggio è uno dei tre amici della squadra. Un film veloce, condensato in 24 ore di amore, sparatorie e avventure, ricalcante la movida palermitana che tanto valore ha per i cittadini. La protagonista che proviene dalla periferia della California rappresenta una personalità borderline, da cui i tagli che si infligge, che rischia tutto, “fino alla fine”, con persone appena conosciute, anche spinta dall’atteggiamento pedante della sorella che ti mette solo voglia di scappare”.
In definitiva un film che appare fin dalla primissima visione accattivante, per nulla mieloso, frizzante e non banale. Un film che diserta i soliti drammi di borghesi disagiati e nevrastenici e approda in territori che lambiscono il thriller, l’heist movie, il gangsteristico da strada, in una sola parola, il cinema di genere. Fino alla fine ricorda da vicino il film del 2015 Victoria di Sebastian Schipper, cui nei titoli di coda risulta liberamente ispirato, e cambia spesso registro, passando dal film romantico, che echeggia per toni e stile al film precedente di Gabriele Muccino L’estate addosso, al thriller mozzafiato al melodramma, e segue un ritmo concitato che spinge la narrazione costantemente sopra le righe (https://www.mymovies.it/film/2024/fino-alla-fine/news/la-recensione/).
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