terra desertica caldo - foto (C) MediaoneOnline.it
Qua e là leggiamo del grande caldo siciliano. In effetti, siamo a Luglio, le temperature sopra i 30 gradi sono la norma. Ma parlare di grande caldo, se proprio la dobbiamo dire tutta, sembra veramente un’esagerazione. Il grande caldo ha colpito e continua a colpire la Spagna, se è vero che in Andalusia e in Estremadura la temperatura ha superato i 40 gradi. A Siviglia sono stati raggiunti i 47 gradi. E si teme che, in alcune aree spagnole, la temperatura possa raggiungere i 50 gradi. In questo caso sì che si può parlare di grande caldo, tant’è vero che sono stati registrati decessi attribuibili alle alte temperature (qui un articolo: https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/07/03/caldo-record-spagna-vittime-temperatura-notizie/8048484/).
Ma si tratta di temperature di 10-12 gradi e forse più maggiori rispetto alla Sicilia. Il grande caldo ha colpito anche il Portogallo, dove è stata anche avvistata una spettacolare roll cloud (qui un articolo: https://www.focus.it/scienza/scienze/roll-cloud-cosa-sono-le-spettacolari-nubi-a-rotolo-avvistate-sulle-coste-del-portogallo). Queste temperature proibitive non sono state registrate in Sicilia. Il caldo nella nostra Isola c’è, certo, ma rimane misterioso il perché di tanta enfasi, considerato che qualche anno fa siamo arrivati anche a 50 gradi con grandi ed estesi incendi boschivi!
Un altro argomento che torna a campeggiare su alcuni mezzi di informazione è la siccità siciliana: anche questo fa un po’ sorridere. Addirittura c’è chi dice che in Sicilia “la situazione è critica”. Ma da dove le prendono queste notizie? Chi li informa? Il 15 Giugno scorso Mario Pagliaro, chimico presso il Cnr, un uomo di scienza che da anni si occupa di meteorologia e che conosce molto bene lo scenario idrico della nostra Isola, con riferimento anche agli invasi artificiali siciliani, ha rilasciato una dichiarazione molto puntuale: “A Maggio, la Sicilia è stata investita da piogge eccezionali. La Regione siciliana, tramite il proprio Servizio agrometeorologico, ha misurato ben 33 mm in più rispetto alla media ventennale delle piogge misurate fra il 2003 e il 2022. Questo in un mese che in Sicilia è poco piovoso e in cui il già forte soleggiamento normalmente richiede di dare il via alla stagione irrigua. In generale, le piogge nei 10 mesi compresi fra lo scorso Settembre e il successivo mese di Maggio sono state così ingenti e diffuse da portare il valore cumulato delle piogge a ben 700 mm, in pieno accordo con la media ventennale. Si tratta di 700 litri di pioggia per metro quadrato caduti su un’enorme superficie superiore ai 25.000 km quadrati. Ingentissime, infine, le piogge anche su tutte le isole che circondano la Sicilia”. Ora, se nei mesi compresi fra Settembre 2024 e Maggio di quest’anno sono arrivate tante piogge, misurate dal Servizio agrometeorologico della Regione siciliana, com’è possibile che la situazione, oggi, sia ‘critica’? In meno di venti giorni tutta l’acqua caduta dal cielo in Sicilia è evaporata? Ma si rendono conto di quello che dicono?
Ancora Pagliaro, sempre il 15 Giugno di quest’anno, con riferimento a Palermo e ad alcuni centri del Palermitano: “La situazione è già buona, e non fa che migliorare di mese in mese. Prendiamo i quattro invasi che riforniscono di acqua Palermo e 48 Comuni del Palermitano, oltre a fornire acqua ai campi di un’area vastissima: i laghi di Piana degli Albanesi, Scanzano, Poma e Rosamarina. Le loro acque contribuiscono mediamente per il 50% ad approvvigionare i centri abitati per i più svariati usi, mentre la restante metà viene utilizzata per dare acqua ai campi. A fine Maggio i quattro invasi in questione contenevano 71 milioni di metri cubi, un volume praticamente invariato rispetto all’inizio di Maggio nonostante in questo periodo la popolazione aumenti radicalmente grazie all’arrivo dei primi grandi flussi di turisti che giungono dalle nostre parti sia in aereo, sia con le grandi navi da crociera. Contemporaneamente, gli agricoltori iniziano a fare notevole uso di acqua in vista dei primi raccolti di frutta e ortaggi. Per avere un’idea del miglioramento, a inizio Gennaio questi invasi contenevano poco più di 36 milioni di metri cubi di acqua. In pratica, in soli 5 mesi, il volume di acqua invasata è raddoppiato. I dati sono pubblici e chiunque può accedervi sul sito dell’azienda pubblica delle acque della provincia di Palermo”.
Insomma, sono dati pubblici. Com’è possibile che si enfatizzi una siccità che non c’è? A chi giova? Sempre in materia di sorrisi all’agrodolce, ecco la notizia di uno stanziamento di 21 milioni di euro per i dissalatori di Trapani, Gela e Porto Empedocle. Sono 10 milioni di euro per quest’anno e 11 milioni di euro per l’anno prossimo. Da quello che noi sappiamo in Sicilia non manca l’acqua, sia perché, come abbiamo illustrato, non sono mancate le piogge, sia perché tanti invasi artificiali sono pieni d’acqua. Mancano la manutenzione di questi invasi artificiali e mancano le condutture per portare l’acqua nelle campagne e nelle città degne di essere definite tali. Insomma, in buona parte sono reti idriche-colabrodo. Nei primi anni del 2000 la Regione siciliana ha affidato ai privati la gestione del cosiddetto sovrambito, “costituito – leggiamo su Wikipedia – da un sistema idrico interconnesso di dighe, traverse, pozzi, sorgenti, potabilizzatori, centrali di sollevamento, centrali idroelettriche e altre infrastrutture”. Da allora questi privati vendono ai cittadini siciliani l’acqua che è dei siciliani. Ci sono stati di recente mutamenti societari ma in oltre un ventennio sia la situazione degli invasi artificiali, sia i problemi legati alle reti idriche fatiscenti sono rimasti più o meno gli stessi, a parte alcuni interventi disposti dall’attuale Governo regionale di Renato Schifani. Forse è il caso di cominciare a ragionare su questi fatti, piuttosto che sulla siccità.
Ah, dimenticavamo: sembra che ieri in alcune aree della Sicilia sia stata registrata qualche pioggia. Scherzi della siccità…
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