Il Mare e il nuovo Umanesimo. Report del XXVIII Seminario nazionale di aggiornamento “Mons. Alfio Inserra”, Mazara del Vallo.

Il Mare e il nuovo Umanesimo.
Report del XXVIII Seminario nazionale di aggiornamento “Mons. Alfio Inserra”, Mazara del Vallo.

di Angela Ganci, psicologo psicoterapeuta, giornalista e docente.

Mare Nostrum, meglio noto come Mar Mediterraneo, terra di confine dove le persecuzioni cercano tregua, persecuzioni che è obbligo dei cristiani contrastare per la salvezza di vite umane massacrate e condannate a una vita non dignitosa e irrispettosa dei fondamentali diritti di libertà e decoro.
Questo il tema dominante del XXVIII Seminario nazionale di aggiornamento “Mons. Alfio Inserra”, svoltosi, in prima giornata, a Mazara del Vallo, lo scorso 17 Settembre, presso il Seminario vescovile, e nato dalla sinergia tra Federazione italiana settimanali cattolici, giornale diocesano “Condividere” e Unione italiana dei lavori agroalimentari (Uila) Pesca.
Un momento forte di condivisione culturale dove giornalismo e religione si incontrano per discutere di uomini e donne indifesi, con il ruolo centrale del giornalista quale cronista dei fatti sociali, a tutela dei più deboli e indifesi, dei fatti insomma legati alle ingiustizie e ai soprusi.
“Il termine Nostrum deve ispirare tenerezza in tutti noi – afferma Monsignor Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo – Mediterraneo, il mare di Dio, di Abramo e di Maometto, quindi il mare dell’Uomo, da difendere a tutti i costi. Da qui il mio sentito ringraziamento alla Guardia costiera e al suo lavoro di salvezza degli Uomini perseguitati per mano dell’Uomo. Il Mare, elemento divino, che deve riconsegnarci un nuovo Umanesimo e che inneggia alla Vita”.
Il Mare, luogo dell’accoglienza e della tutela, il lavoro del giornalista quello di tutela di chi è meno tutelato, in un parallelismo fitto e intriso di deontologia.
“Dobbiamo passare dalla logica di Cosa Nostra a quella del Mare Nostrum – precisa padre Giulio Albanese, giornalista e missionario – Il giornalista deve combattere per agevolare questo passaggio, senza alcun dubbio. Lottiamo affinché il grido Uomo in Mare si trasformi e riporti l’uomo in barca, al sicuro da ogni pericolo”.
“Il Mediterraneo come opportunità di sviluppo, ma anche luogo di sopraffazione – ribadisce Nello Scavo, giornalista di Avvenire – Luogo di traffici di droga e petrolio, diretti verso i porti europei dal remoto Brasile, luogo di respingimenti e violenze, inclusi quelli a danno dei giovani afgani, messi in atto dalla polizia croata. Mi chiedo: perché un uomo deve essere lasciato in mare solo perché diverso?”.
Difesa, sensibilità ai dolori, empatia, Umanesimo, appunto: un Umanesimo che traspare dai volti dei bambini siriani, colti nella lotta contro la Morte, immortalati dagli scatti del fotografo Francesco Malavolta.
“Si dice che un giornalista non debba avere empatia? Ma come si fa a non averne di fronte a visi di minori che hanno visto solo bombe in vita loro? Dovremmo cercare di entrare dentro queste storie, ciò che cerco di fare con la proposta delle mie foto, scattate in occasione di salvataggi e fughe dalle persecuzioni, ai ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado”.
Un invito a “dare voce a chi non ha voce”, agli uomini che abitano le periferie del mondo: questa la vocazione del giornalista. Affinché il diritto di cronaca sia effettivo e il racconto delle tragedie umane nei paesi di origine dalle fughe restituisca il Senso di un nuovo Umanesimo, al di là del facile pregiudizio, imputabile al solo focalizzarsi sul fenomeno degli sbarchi, per cui “non è possibile accogliere tutti”.