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In Sicilia bar e ristoranti aperti anche la domenica per l’asporto: si può andare in un altro comune per pizza o panino

Servizio a domicilio e asporto anche la domenica. Una nuova circolare della protezione civile chiarisce che le attività come ristoranti, bar o pasticcerie che svolgono questi servizi per la vendita di prodotti alimentari come quelli da forno, rosticceria, cibi cotti, pasticceria, sono autorizzati a stare aperti.  

“Per la suddetta ammessa finalità – viene specificato – ne consegue che è possibile l’eventuale spostamento da fuori comune”. 

Ovviamente, sottolinea la circolare n. 15 dell’8 maggio 2020, è obbligatorio evitare gli assembramenti e garantire il rispetto delle distanze interpersonali. Le persone che vorranno fruire del servizio dovranno, inoltre, sono obbligate a indossare le mascherine quando sono in fila per l’asporto.

Per bar e ristoranti, che al momento dunque operano a metà servizio, con asporto e domicili, il 18 maggio dovrebbe essere la data della riapertura definitiva. Il governo, probabilmente a metà della prossima settimana, tirerà  le somme e predisporrà il nuovo Dpcm. In ogni caso, è impensabile di allentare ulteriormente le misure prima del 18 maggio, come è stato ribadito da Roma alle Regioni che hanno tentato una fuga in avanti.

“Resta confermato l’orientamento a procedere dal 18 maggio ad aperture differenziate per Regioni sulla base delle valutazioni che perverranno dal ministero della Salute. Ricordo, tra l’altro, che in Italia vige lo stato di emergenza nazionale proclamato dal governo”, ha annunciato il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia.

E a questa linea si adeguerà la Sicilia, dove dal 18 maggio riapriranno anche barbieri e parrucchieri. “Vogliamo attenerci alle linee generali del governo, anche perché il controllo sanitario sta in capo allo Stato”, ha detto il presidente della Regione Nello Musumeci. “Alcune attività potevano essere aperte il 4 maggio – ha aggiunto – Per noi, per esempio, potevano aprire saloni di parrucchiere e barbiere e anche i piccoli negozi al dettaglio. Io non ho mai fatto una ordinanza non compatibile, a parte qualche piccola forzatura, con le disposizioni dell’unità di crisi nazionale”. (gds)

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