Soldi tasse (foto tg24.sky.it) - mediaoneonline.it
Ci sono (finalmente) degli importanti aumenti in vista: ecco chi inizierà a ricevere di più sul proprio conto
Uno dei temi più importanti in Italia è quello ddelle pensioni, che è tornato prepotentemente al centro del dibattito pubblico tra speranze, promesse e realtà spesso molto più dure di quanto si voglia ammettere. Il sistema previdenziale nazionale sta attraversando una fase complessa, fatta di attese, insoddisfazione sociale e mancanza di prospettive concrete per chi si appresta a vivere la terza età. Gli occhi sono puntati sul Governo, chiamato a trovare una soluzione sostenibile per milioni di pensionati che faticano ad arrivare a fine mese.
Il costo della vita continua a crescere, eppure l’aumento delle pensioni promesso a livello nazionale appare sempre più lontano. Il recente adeguamento del 2,2% ha fatto ben poco per colmare il divario: si parla, infatti, di appena 13 euro in più, portando il trattamento minimo da 598,61 a 611,77 euro. Una cifra che lascia molti con l’amaro in bocca, ben lontana da quei tanto agognati 1.000 euro al mese spesso promessi in campagna elettorale.
I sindacati sono tornati alla carica, chiedendo a gran voce misure concrete che restituiscano dignità a chi ha lavorato una vita intera. La Uil Pensionati, con il segretario generale Carmelo Barbagallo, ha evidenziato l’urgenza di garantire un tenore di vita decoroso per gli anziani, soprattutto in un periodo in cui disoccupazione giovanile e precarietà rendono difficile anche il ricambio generazionale nel mondo del lavoro.
Uno dei temi più discussi resta poi quello dell’età pensionabile, percepita come eccessivamente elevata. In molti si trovano costretti a lavorare oltre i 67 anni per poter ottenere una pensione che, nella maggior parte dei casi, risulta comunque insufficiente. L’equilibrio tra aspettative e realtà, tra diritto al riposo e necessità economiche, è sempre più fragile.
In questo quadro critico arriva una notizia che, seppur limitata territorialmente, rappresenta una piccola rivoluzione. E’ tutto pronto, infatti, per il “via” ad un’iniziativa che prevede l’integrazione della pensione minima fino a raggiungere i 1.000 euro mensili. Una misura fortemente voluta naturalmente anche dagli esponenti politici, ed è stata giustificata dall’alto costo della vita che caratterizza questa zona del Paese.
Un provvedimento accolto con entusiasmo anche dai sindacati. Come dichiarato da Barbagallo, si tratta di una scelta che “va nella giusta direzione” e dimostra che qualcosa può davvero essere fatto per migliorare la condizione degli anziani. L’aumento sarà erogato direttamente dall’Inps, una volta ultimati gli ultimi passaggi burocratici, e riguarderà una platea ben definita di beneficiari.
L’integrazione fino a 1.000 euro non sarà automatica per tutti i pensionati al di sotto di questa soglia. Andando ai dettagli, fra l’altro, c’è anche un altro importante vantaggio: non sarà infatti necessario presentare alcuna domanda. Sarà sufficiente aver compilato la DSU per l’ISEE e, se in possesso dei requisiti, l’integrazione verrà erogata direttamente sul cedolino della pensione, una volta che l’Inps avrà ricevuto i fondi.
In un Paese in cui oltre 4,8 milioni di pensionati vivono con meno di 1.000 euro al mese, iniziative come questa rischiano di far aumentare la frustrazione di chi, pur vivendo in regioni poco virtuose, continua a ricevere importi insufficienti. Ma la speranza è che questo esempio possa essere seguito anche da altre amministrazioni locali.
Ma andiamo a spiegare alcuni altri dettagli fondamentali: inizialmente potranno beneficiare dell’aumento tutti coloro che risiedono stabilmente nella Provincia di Bolzano da almeno 12 mesi, con un’età minima di 65 anni. La misura sarà estesa anche a chi percepisce l’Assegno sociale o l’invalidità civile, a patto che il reddito familiare non superi i 20.000 euro annui. Ma quanti saranno a beneficiare subito di questo aumento? La risposta è chiara: saranno circa 17.000 i pensionati a ricevere, già nei prossimi mesi, l’integrazione fino a 1.000 euro. Un segnale forte, ma che riguarda ancora troppo pochi rispetto al bisogno reale del Paese. L’attesa, adesso, è anche da parte delle altre regioni italiane, per cui anche i sindacati da tempo portano avanti una vera e propria battaglia.
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