La manovra economica e finanziaria italiana 2026? Si può sintetizzare il tre parole: surreale, micragnosa e pericolosa. E’ surreale perché, da quasi un mese, televisioni, giornali e, in generale, mezzi di informazione, parlano e scrivono di qualcosa che non c’è. Micragnosa perché per un Paese di quasi 60 milioni di abitanti una legge di Bilancio da 18 miliardi di euro e rotti sfiora il ridicolo. Pericolosa perché, da quello che raccontano e che si legge qua e là, è fondata in parte su soldi che ancora non ci sono e in parte su nuove penalizzazioni per i futuri pensionati e c’è il pericolo che i cittadini italiani paghino di tasca loro, in tre anni, poco meno di 12 miliardi di euro tra aumenti dei costi dei conti correnti bancari e aumenti delle assicurazioni (per chi le paga, ovviamente). Ma andiamo con ordine.
Gli atti parlamentari si sostanziano in documenti ufficiali. Chi scrive, per oltre un ventennio, ha esercitato l’attività di cronista parlamentare, seguendo le cronache dell’Assemblea regionale siciliana. Ebbene, una cosa del genere non l’abbiamo mai vista: discettare della manovra economica e finanziaria nazionale con notiziari televisivi, dibattiti, interviste, il tutto senza aver letto i documenti ufficiali ma solo sulla base di “dichiarazioni” di questo o quel governante o di questo o quel parlamentare è una novità senza precedenti. Spiace scrivere queste cose, ma l’attuale Parlamento nazionale (Camera e Senato) e l’attuale Governo italiano, in materia di ‘trasparenza’ parlamentare, peraltro sulla legge più importante dell’anno, stanno battendo tutti i record negativi.
Da quello che si sa, il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, esponente della Lega, ha ‘blindato’ la manovra, il cui testo, fino a questo momento, è sconosciuto, così sembra, anche a una parte dei dirigenti del Ministero. Tutto questo, ribadiamo, è surreale. Perché questa assenza di dati ufficiali? E qui arriviamo al secondo punto: la carenza di risorse finanziarie. Come già accennato, 18 miliardi e 700 milioni di euro o giù di lì (ribadiamo: ancora di scritto e, quindi, di ufficiale, non c’è alcunché), per un Paese come l’Italia è una cifra irrisoria. E pare che i deputati e i senatori di maggioranza e di opposizione sarebbero già pronti per il cosiddetto “assalto alla diligenza”, ovvero la ressa, per inserire con gli emendamenti i propri ‘desideri’ (leggere legittime clientele elettorali: la politica è fatta anche di questo). Per evitare di dialogare con i parlamentari che chiedono questo e quello, il Ministro Giorgetti ha preferito chiudere il testo della manovra nel cassetto. Quindi fino ad ora, tecnicamente, parliamo solo di provvedimenti teorici: e tali resteranno fino a che il testo della manovra non verrà consegnato al Parlamento.
Però alcune notizie ci sono e sono, è inutile girarci attorno, tutt’altro che rassicuranti. Attenzione: qui non si tratta di far parte del centrodestra, che oggi governa l’Italia, o del centrosinistra, che sta all’opposizione. Si tratta di illustrare e commentare provvedimenti annunciati dal Governo di Giorgia Meloni, per ora solo con le parole. Quindi, da parte nostra, non c’è preclusione verso il Governo di centrodestra e appoggio alle tesi dell’opposizione di centrosinistra. Anche perché, come illustreremo, le responsabilità della grave crisi economica dell’Italia – della quale le notizie che circolano sulla manovra 2026 sono lo specchio fedele – vanno ripartite in egual modo fra centrodestra e centrosinistra. La notizia più grave riguarda i futuri pensionati. Il centrodestra si è presentato nel 2022 al cospetto degli elettori impegnandosi ad abolire la legge Fornero che, notoriamente, ha massacrato i futuri pensionati allungando l’età per andare in pensione. Ebbene, sempre stando a quello che si legge e che si ascolta in televisione, il Governo Meloni non solo non sta abolendo la legge Fornero, ma sta addirittura allungando di tre mesi l’età pensionabile. Il messaggio politico è chiarissimo: l’attuale Governo italiano di centrodestra, per alleggerire i conti dell’Inps, che paga bonus di tutti i tipi, ha deciso di mandare in pensione i cittadini con tre mesi di ritardo. Il tutto in perfetta continuità con il Governo di Mario Monti e con i successivi Governi di centrosinistra. Ricordiamo che sia il centrodestra, sia il centrosinistra hanno approvato la legge Fornero. Che oggi si prosegua su questa via voluta dall’Unione europea non c’è da stupirsi. Fine delle penalizzazioni per i futuri pensionati italiani? No: sempre stando a quello che si legge, il Governo Meloni si accinge ad abolire la legge denominata ‘Opzione donna’, ovvero il provvedimento che consente, o meglio, che consentiva alle donne di andare in pensione anticipatamente rispetto alla legge Fornero, tra l’altro con penalizzazioni.
Perché la mossa dell’esecutivo Meloni provoca rabbia ed è politicamente vergognosa? Perché proprio mentre il Governo del nostro Paese torna a colpire i futuri pensionati, in Francia, dove lo scenario economico e finanziario è molto più grave di quello italiano, l’età pensionabile è di 62 anni, a differenza dell’Italia, dove si va in pensione a 67 e, tra qualche anno, a 68 anni. La Francia, in questo momento, ha un debito pubblico di quasi 3 mila e 400 miliardi di euro, quasi 400 miliardi di euro in più rispetto ai circa 3 mila miliardi di euro del debito pubblico italiano. Per non parlare del rapporto Deficit/PIL (Prodotto Interno Lordo) che in Francia, alla fine dell’anno, arriverà al 116%. Il Paese di Macron è fuori da tutti i parametri previsti dall’Unione europea in materia di conti pubblici. Eppure continua a indebitarsi e di aumentare l’età pensionabile nemmeno se ne deve parlare. E qui notiamo la differenza tra la classe politica francese e quella italiana. La classe politica francese, nel suo insieme, tutela i cittadini francesi e, di fatto, si fa un baffo dell’Unione europea e delle leggi di Bilancio. In Italia, al contrario, la classe politica nel suo complesso, invece di contestare i dettami dell’Unione europea, come di fatto fa la Francia, ne avalla tutte le richieste che penalizzano di cittadini.
E qui c’è il problema dell’opposizione di centrosinistra che non dice una parola sulle imposizioni di Bilancio dell’Unione europea e si limita a fare demagogia spicciola. Peggio ancora il centrodestra che sostiene il Governo di Giorgia Meloni, che in campagna elettorale si presentava come euroscettico e che, dopo aver carpito il voto degli elettori, li sta buggerando, se è vero che la signora Meloni, da euroscettica, è diventata ‘europeista’ e sta penalizzando i cittadini italiani nel nome dell’Unione europea che prima delle elezioni politiche del 2022 criticava. E’ lo stesso copione che abbiamo visto con i grillini: oltre 10 milioni di voti alle elezioni politiche del 2018 nel nome dell’antieuropeismo, predicando il referendum per portare fuori dall’euro l’Italia e bla bla bla. Risultato: alle ultime elezioni europee il Movimento 5 Stelle è passato da 10 milioni di voti del 2018 a poco più di 2 milioni di voti. Alle elezioni regionali di qualche settimana fa i grillini sono addirittura scesi al 4%: in pratica, stanno scomparendo. Il centrodestra sta percorrendo la stessa strada. La crisi di questo schieramento politico, per ora, non si vede per due motivi: 1) perché l’alternativa, il centrosinistra, non è più convincente del centrodestra; 2) perché ormai in Italia 6 elettori su 10 non vanno più a votare nauseati dagli imbrogli e dagli imbroglioni della politica.
Tornando alla manovra 2026, un altro passaggio inquietante è rappresentato dal “contributo volontario” di quasi 12 miliardi di euro in tre anni da parte di banche e, in parte, di assicurazioni. Per ora, ribadiamo, che non c’è nulla di scritto ma solo notizie ‘orali’. Non è un punto secondario, perché l’ultima volta si è scoperto che le banche hanno anticipato imposte che avrebbero pagato negli anni successivi. In pratica, non hanno regalato nulla. Ora si dice che sarà un “contributo volontario”. La domanda è: nella legge di stabilità 2026 ci sarà scritto a chiare lettere che le banche e le assicurazioni non aumenteranno, rispettivamente, le commissioni bancarie e le polizze assicurative per fare pagare ai cittadini ciò che Governo e Parlamento gli toglieranno? Anche in questo caso, non parliamo di un passaggio secondario ma di un elemento essenziale a tutela delle tasche dei cittadini. Ultimo punto: alcune coperture della manovra sono assicurare dai fondi del Pnrr riprogrammati. E’ noto che una parte dei fondi Pnrr esiste solo sulla carta. Ciò posto, viene da chiedersi: cosa c’entra il Pnrr con la manovra economica e finanziaria 2026? Ma che modo di governare è questo? Non ci resta che attendere di leggere il testo di questo disegno di legge sulla manovra 2026 che prima o poi si dovrà materializzare.
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