Ormai la manovra economica e finanziaria 2026 dell’Italia è diventata un gioco dei numeri che cambiano di ora in ora. La ‘news’ è che ai circa 18 miliardi e mezzo di euro ‘strillati’ negli ultimi tre mesi debbono essere aggiunti 3 miliardi e mezzo per finanziare la solita ZES, per l’iperammortamento, per il Piano casa, per aiutare le imprese di costruzioni alle prese con l’aumento del prezzo dei materiali vari. Dove verranno presi questi soldi ancora non si capisce bene: con molta probabilità, saranno per poco più di metà anticipi di imposte da parte di alcune imprese di respiro nazionale. Circa un miliardo e 600 milioni di euro, da quello che abbiamo capito, verranno presi dalla rimodulazione degli investimenti per il Ponte sullo Stretto di Messina, lavori bloccati dai pronunciamenti della Corte dei Conti. Di fatto, Governo e Parlamento si accingono a mettere in atto un inganno contabile, perché sono soldi che poi mancheranno nella manovra 2027. Due perplessità prima di proseguire su ZES e Ponte di Messina.
Prima perplessità: la ZES, sigla che sta per Zona Economica Speciale, prevede agevolazioni aggiuntive per il Mezzogiorno: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna. A queste Regioni, non si capisce bene a che titolo, hanno aggiunto Marche e Umbria, due Regioni ricche che non hanno certo bisogno delle agevolazioni ZES! Quali sono i vantaggi previsti dalla Zona Economica Speciale? L’accesso ad aiuti pubblici tramite incentivi e sgravi fiscali condizionati dall’approvazione delle attività economiche da parte dell’autorità di gestione della ZES. Da cosa nasce la nostra prima perplessità? Dal fatto che, da quando siamo passati dalla Prima alla Seconda Repubblica, nessun Governo nazionale ha dato qualcosa in più al Sud e alla Sicilia. Tutti i Governi, dal 1992 ad oggi, hanno tolto risorse al Sud e alla Sicilia. Come mai il Governo di Giorgia Meloni ferma addirittura i lavori parlamentari della manovra economica e finanziaria 2026 per trovare 3 miliardi e mezzo per la ZES? Il nostro dubbio è che queste agevolazioni interessino per una minima parte le imprese del Sud e della Sicilia e, in massima parte, le imprese del Nord che vengono a ‘colonizzare’ il Sud e la Sicilia soprattutto nel campo delle grandi opere pubbliche che non finiscono mai. In Sicilia ci sono gli esempi eclatanti degli ‘eterni’ lavori ferroviari e stradali (qui puoi allegare la nostra inchiesta).
Andiamo alla seconda perplessità. Come già accennato, per fare ‘cassa’ il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, sta rimodulando i fondi previsti per l’avvio dei lavori del Ponte sullo Stretto di Messina. Quest’anno i lavori non sono iniziati. Dovrebbero iniziare – ammesso che inizino – il prossimo anno. Ma, a quanto pare, i lavori per il collegamento stabile tra Sicilia e Calabria non inizieranno nemmeno il prossimo anno. E’ un fatto logico: se il Governo nazionale, nella Finanziaria 2026, sta rimodulando un miliardo e 600 milioni di euro che dovrebbero servire per iniziare i lavori per il Ponte di Messina, beh, è chiaro che non ha alcuna intenzione di avviare la realizzazione di tale opera il prossimo anno. Chi dice il contrario, evidentemente, fa il gioco delle tre carte. Rimodulare, infatti, significa prendere tale somma e utilizzarla per altre finalità. Di più: ricordiamo che il Governo Meloni, per la precisione il Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, non aveva a disposizione i soldi per avviare i lavori del Ponte di Messina e li ha tolti alla Sicilia e alla Calabria: alla nostra Isola ha tolto un circa miliardo e 300 milioni di euro, alla Regione Calabria ha tolto circa 300 milioni di euro. Soldi scippati dal Fondo di Sviluppo e Coesione di Sicilia e Calabria. Noi siamo certi che il Ministro Giorgetti, per “rimodulazione”, intenda restituire alla Regione siciliana e alla Regione Calabria questi soldi: e siamo altrettanto certi che il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, e il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, chiedano allo stesso Ministro Georgetti la restituzione di queste somme. Infatti, sarebbe assai singolare se un miliardo e 300 milioni di euro della Sicilia e 300 milioni di euro della Calabria dovessero essere utilizzati per realizzare opere pubbliche in Lombardia, in Piemonte, in Liguria, in Veneto e via continuando.
Detto questo, la manovra economica e finanziaria 2026 dell’Italia è tipica di un Paese con “l’anello al naso”. Perché? Perché 23 miliardi di euro circa sono nulla rispetto alla manovra economica e finanziaria 2026 della Germania, che ammonta a oltre 520 miliardi di euro. Ricordiamo che quando è entrata in vigore la moneta comune europea – l’euro – l’Italia era una delle più grandi e importanti potenze industriali del mondo. I ventitrè anni di euro hanno distrutto l’economia italiana e la società italiana. Siamo diventati un Paese con quasi 6 milioni di persone in povertà assoluta, più quasi 9 milioni di persone in povertà relativa. Sono i dati calcolati al 31 Dicembre dello scorso anno. Oggi la situazione, da quello che si vede in giro, è di gran lunga più grave. Le uniche categorie che non hanno subito un crollo del reddito sono i dipendenti dello Stato dei rami alti, i parlamentari e gli ex parlamentari. Il resto è un disastro sociale. La sanità pubblica del nostro Paese è un delirio e si regge sui medici e sugli infermieri che continuano a lavorare nel servizio pubblico. E sono i medici e gli infermieri pubblici tra i meno pagati d’Europa. Non parliamo del ceto medio, che è praticamente scomparso. Tantissimi pensionati, con riferimento alle pensioni medio basse, non arrivano alla fine del mese. Risultato: o sono sostenuti dai figli, o vanno alla Caritas. Se il Governo Berlusconi, negli anni passati, non avesse raddoppiato l’importo delle pensioni minime oggi in Italia vivrebbe un dramma sociale.
In questo scenario si inserisce la questione migranti. Che non sono soltanto i disperati che arrivano dal Nord Africa, ma anche gli ucraini di cui non parla nessuno. Soprattutto da Ottobre scorso, da quando la Russia ha sistematicamente iniziato a bombardare le centrali elettriche e gli acquedotti delle città ucraina, un fiume impressionante di cittadini ucraini si è riversato in Europa. A questi si aggiungono i giovani ucraini renitenti alla leva e i soldati ucraini che scappano dal fronte, ovviamente in Europa. Ribadiamo: tutto questo avviene nel silenzio generale. Le cronache ci raccontano di continue violenze da parte di extracomunitari che arrivano dal Nord Africa, soprattutto nelle città del Centro Nord Italia. Ed è anche logico: questi ultimi, dopo una permanenza nei centri di accoglienza (che peraltro costano una barca di soldi alla collettività italiana), se ne vanno in giro, alcuni cercano di passare la frontiera italiana, altri rimangono, per lo più nelle citate città del Centro Nord Italia. Chi riesce a trovare lavoro, bene o male va avanti. Chi non ci riesce bivacca e, spesso, delinque. Se nella popolazione carceraria italiana va aumentando la presenza di extracomunitari un motivo ci sarà. E il motivo è semplice: i migranti ucraini vengono aiutati a spese dello Stato italiano, i migranti che arrivano dal Nord Africa se la debbono cavare da soli. In ogni caso, almeno una volta al giorno debbono mangiare: e per tirare a campare fanno quello che capita.
Di tutto questo nella manovra economica e finanziaria dell’Italia 2026 non c’è traccia. A parte i fondi ai soliti centri di accoglienza e alle organizzazioni più o meno umanitarie e più o meno cattoliche, non è esagerato affermare che una buona parte dei migranti che arrivano in Italia dal Nord Africa vengono abbandonati a se stessi. Anche in Germania ci sono i migranti, sicuramente più di quanti ce n’è in Italia. Ma lì il Governo del Cancelliere Fredrich Merz, ‘tampinato’ dai partiti di destra, che stando ai sondaggi sono ormai maggioranza in Germania, ha iniziato la politica dei rimpatri dei migranti fuori legge. In ogni caso, la Germania, come già sottolineato, ha a disposizione una manovra da oltre 520 miliardi di euro e si può occupare anche dei migranti. L’Italia con una manovra da 22 miliardi di euro con i soldi raccattati qua e là non ha dove andare. Siamo un Paese alla frutta. Persino la Francia, che ha conti economici peggiori di quelli italiani, se la passa molto meglio dell’Italia. Qui trovate un articolo dove si illustra lo scenario economico francese (https://it.euronews.com/business/2025/07/15/francia-bayrou-presenta-la-proposta-di-bilancio-2026-tagli-per-438-miliardi-aumenti-per-di). Semplificando al massimo, possiamo dire che il Governo francese di Francoise Bayrou, per acquisire i voti della sinistra, dal momento che in Parlamento non ha una maggioranza, sta colpendo i ceti medio alti appioppandogli un “contributo sociale”, che in lingua italiana si chiama imposta patrimoniale. Bayrou si è dovuto rimangiare l’innalzamento dell’età pensionabile, che nel Paese di Emmanuel Macron rimane a 62 anni. Eppure la Francia ha un debito pubblico pari a oltre 3 mila e 300 miliardi di euro, maggiore di oltre 300 milioni di euro dei 3 mila miliardi di euro del debito pubblico italiano. Eppure la Francia, quest’anno, nel silenzio della Commissione europea e della Banca Centrale Europea (BCE) si è concessa tre punti di aumento del debito pubblico. Per la cronaca, in Francia, un punto di debito pubblico equivale a 34-35 miliardi di euro. E per quest’anno, da quello che si legge qua e là, la Francia, per la manovra 2026, potrà contare su almeno altri due punti di deficit, cioè su altri 70 miliardi di euro di debito. E infatti la manovra economica e finanziaria 2026 francese ammonta a poco più di 60 miliardi di euro: praticamente tutta in deficit. Mentre in Italia il Governo Meloni e tutta la politica ‘europeista’ stanno facendo ‘leccare la sarda’ agl’italiani. Se l’Italia, per la manovra 2026, avesse avuto a disposizione due punti di debito, poco meno di 70 miliardi di euro, sarebbe stato un Paese in grado di abbassare l’età pensionabile, di investire in sicurezza, di assistere i poveri. Invece, nulla di tutto questo. Questo, per l’Italia, passa il convento, ovvero Commissione europea e BCE. Questi sono i fatti che la ‘Grande’ televisione non racconta quando parla della manovra economica italiana 2026. Il resto è fuffa.
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