La storia tormentata del ‘periplo autostradale’ siciliano incompiuto dopo oltre settant’anni /4

di Giulio Ambrosetti

Siamo arrivati alla quarta puntata del nostro ‘viaggio’ tra le grandi opere pubbliche della Sicilia i cui lavori sembra non finiranno mai. Abbiamo già illustrato le vicissitudini dell’autostrada Palermo-Messina, unica grande opera pubblica completata (o quasi) nella nostra Isola (qui puoi allegare la prima puntata) da vent’anni a questa parte.

Oggi facciamo un po’ il punto della situazione sulle autostrade. Magari con un po’ di storia. Grosso modo, di autostrade, nella nostra terra, si comincia a parlare nella prima metà degli anni ’50 del secolo passato. Il progetto, già allora, prevede un periplo autostradale con due piccole, chiamiamole così, ‘correzioni’ e un paio di attraversamenti ‘a pettine’, ovvero due, al massimo tre autostrade che avrebbero dovuto attraversare la Sicilia da Nord a Sud. Oltre settant’anni dopo, cioè oggi, qual è la situazione? Vediamolo.

Bene o male, l’autostrada Palermo-Messina c’è, pur con tutti i limiti legati ai lavori realizzati di fretta e a una gestione che ha sempre lasciato a desiderare. Esiste anche l’autostrada Messina-Catania che, anche in questo caso, non può essere considerata un esempio di gestione perfetta. E’ un’arteria autostradale nella quale non mancano le criticità. Ma c’è. Lungo la Palermo-Messina, prima di arrivare e Cefalù, provenendo dal capoluogo dell’Isola, c’è la prima ‘correzione’, ovvero una biforcazione: proseguendo dritto, sempre costeggiando il mare, si prosegue fino a Messina; sulla destra l’autostrada va verso l’interno della Sicilia e prosegue fino a Catania. Il tratto di questa autostrada che va dalla biforcazione fino alla Città Etnea è sempre stato piuttosto sofferto e ancora oggi presenta problemi, ovvero lavori di manutenzione che non finiscono mai. Sulla carta questi lavori dovrebbero finire il 31 Dicembre del prossimo anno ma è una data, come dire?, molto siciliana. A Palermo si usa dire: “Ci vediamo stasera intorno alle nove…”. Che significa che fino alle dieci, dieci e mezza di sera si è sempre ‘puntuali’… E così è con i lavori di manutenzione dell’autostrada Palermo-Catania. Una ventina di anni fa dicevano: “Un altro anno di lavori, al massimo due anni e tutto sarà sistemato…”: e siamo ancora lì.

Come la nuova strada Palermo-Agrigento, i lavori, in questo caso di manutenzione vanno avanti senza mai vedere la fine. Magari hanno anche ragione: meglio una strada, in questo caso un’autostrada, dove si effettuano i lavori di manutenzione che un’autostrada abbandonata. Insomma, sull’autostrada Palermo-Catania le vie di mezzo, in materia di manutenzione, non sembrano esistere.
Tornando al periplo autostradale siciliano, non è esagerato definire ‘complicata’ l’autostrada che collega Messina con Catania. Le criticità di quest’opera sono una costante. Va detto che, negli ultimi anni la situazione è un po’ migliorata. Un po’ migliorata, senza esagerazioni, però… Anche la Catania-Siracusa esiste. Per quello che ci risulta, non ci sono criticità e la manutenzione non ha mai creato enormi problemi.

Ribadiamo: la Messina-Catania e la Catania-Siracusa esistono, ci sono. In Sicilia non è una cosa di poco conto. Arriviamo, così, alla “la favola bella che ieri t’illuse, che oggi m’illude…”, per ‘dannunzieggiare’ un po’: l’autostrada Siracusa-Gela. Questa autostrada viene progettata alla fine degli anni ’60 del secolo passato. Fa parte, per l’appunto, del periplo autostradale siciliano. Allora, in verità, venne sollecitata per collegare in tempi celeri le aree industriali di Siracusa, Ragusa e Gela. Il completamento di tale opera venne fissato per il 1973. Si cominciò, se non ricordiamo male, con i soliti ritardi, intorno alla metà degli anni ’70 con poco più di una sessantina di miliardi di vecchie lire. Setto-otto anni dopo venne aperto al traffico il primo tratto di questa autostrada che va da Siracusa a Cassibile. Correva l’anno 1983.

Quello che è successo da allora fino ai nostri giorni è quasi impossibile da ricostruire. Fino a qualche anno fa risultavano realizzati, sempre con grande ‘sofferenza’, una sessantina di km. All’appello, sempre fino a qualche anno fa, mancano poco più di 70 km, per la precisione il tratto che va da Modica a Gela. Quanto sia costata fino ad oggi questa autostrada è difficile da ricostruire, perché parliamo di lavori che vanno avanti, tra alti e bassi, da circa cinquant’anni. Insomma, se sulla Palermo-Agrigento ci sono lavoratori che sono andati in pensione, nell’autostrada Siracusa Gela potrebbero aver lavorato nonni, figli e nipoti. E da quello che si capisce ci sarà lavoro anche per i pronipoti…

A proposito di tempi e costi biblici dobbiamo raccontare un’esperienza dell’autore dell’articolo che state leggendo. Tema: la già citata autostrada Palermo-Messina. Nella seconda metà degli anni ’80 chi scrive lavorava al quotidiano L’Ora di Palermo. Un fine mattina, dopo le solite quattro cinque ore di lavoro senza sosta (il L’Ora andava in edicola nel pomeriggio e si lavorava, grosso modo, dalle sei e mezza di mattina alle dodici) il caposervizio ci disse: “C’è un parlamentare nazionale che vuole raccontare alcune cose sull’autostrada Palermo-Messina. Vedi cosa ti dice e scrivi”. Era successo che i parlamentari del Friuli Venezia Giulia e del Veneto si erano messi di traverso e non ne volevano sapere di finanziare l’ennesimo ‘lotto’ della Palermo-Messina. Il mio ruolo avrebbe dovuto essere quello di raccogliere le ‘grida di dolore’ del parlamentare siciliano e dargli spazio. Invece abbiamo fatto qualcosa in più. Siamo riusciti a rintracciare due parlamentari del Nord Italia i quali ci raccontarono che l’autostrada Palermo-Messina era una vergogna.

“Abbiamo mandato giù (cioè in Sicilia ndr) due ingegneri esperti delle nostre parti i quali ci hanno raccontato che il tracciato di questa autostrada siciliana è folle: in buona parte da realizzare su viadotti elevati e gallerie a mai finire. Costi stratosferici. Con i soldi che fino ad oggi hanno speso per la Palermo-Messina noi qui abbiamo realizzato due autostrade mentre lì da voi, tra viadotti che toccano il cielo e gallerie di qua e gallerie di là sono ancora all’anno zero. Ogni anno, nella Commissione parlamentare bicamerale per la grande viabilità si presentano gli stessi parlamentari siciliani, vere e proprie facce di bronzo, per chiedere soldi per la Palermo-Messina, soldi, soldi soldi. Così noi abbiamo costituito un gruppo di parlamentari per dire ‘No’ a questa mammella infinita”. A giudicare dalle notizie che avevamo raccolto ascoltando le ragioni di entrambe le parti, beh, la Sicilia non ne usciva benissimo. Per fortuna lavoravo in un giornale libero. La capo servizio, dopo aver letto l’articolo, sorridendo mi disse: “Non è l’articolo che si aspettavano, ma correttamente ai sentito tutte le campane ed è giusto così. Avremo un po’ di ‘maretta’. Ma ce ne fottiamo”.

In effetti, i deputati regionali messinesi non la presero molto bene. Ma i democristiani, che in queste cose erano dei veri ‘artisti’, sistemarono tutto: aumentarono un po’ i finanziamenti per il Nord – che era, alla fine, quello che volevano i parlamentari nazionali di quelle parti – e, sulla carta, ridussero i finanziamenti per la Palermo-Messina. Perché sulla carta? Perché, in effetti, una riduzione dei finanziamenti ci fu ma, contestualmente, venne eliminata una piccola parte dell’opera per la quale era previsto un aggiornamento. Soldi restituiti l’anno successivo. Tanto rumore per nulla. Un paio di mesi dopo l’inaugurazione della Palermo-Messina, percorrendo tale autostrada, tra viadotti e gallerie, abbiamo potuto appurare che, volendo, i parlamentari nazionali del Nord Italia non avevano tutti i torti. Anzi.
Fine quarta puntata/ Continua

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