Qualche giorno fa, ad ora di cena, accendendo la televisione siamo finiti nel bel mezzo di un talk show. Stavamo per cambiare canale quando uno degli ospiti si è messo quasi a gridare. Siamo rimasti incuriositi e abbiamo ascoltato la sua rampogna. Parlava della parata militare di Pechino e della dalla Shanghai Cooperation Organization (SCO), due appuntamenti promossi nei giorni scorsi dalla Cina. Questo signore ce l’aveva a morte con il presidente degli Stai Uniti d’America, Donald Trump. A suo dire, Cina e India, che fino a prima dell’arrivo di Trump alla Casa Bianca erano in pessimi rapporti, hanno riappacificato e, adesso, sono alleati contro un Occidente diviso, sempre a suo dire, per responsabilità dell’attuale presidente americano. Dire che siamo rimasti basiti è poco. Chi scrive non segue molto la televisione, film a parte. Ma, bene o male, sappiamo cosa significa prima serata. Ecco, in prima serata abbiamo assistito a una ricostruzione dei fatti completamente sganciata dalla realtà. O meglio, dalla verità. Proviamo a illustrare come stanno le cose.
E’ vero che, negli anni passati, Cina e India non sono andati molto d’accordo. Ma questo, ormai, fa parte della storia. Ricordiamo che, nel 2009, Brasile, Russia, India e Cina hanno fondato il BRIC, che è l’acronimo di questi quattro Paesi. L’anno successivo, nel 2010, a questi quattro Paesi si è aggiunto il Sudafrica e da BRIC si è passati a BRICS. Cinque Paesi del mondo molto importanti – il Brasile per il Sudamerica, la Russia, l’India, la Cina e il Sudafrica che rappresenta il Continente africano – si sono riuniti in un’alleanza strategica con un fine preciso: fare in modo che tutti i Paesi che non si riconoscono nel cosiddetto Occidente industrializzato non utilizzino più il dollaro americano negli scambi commerciali internazionali. L’obiettivo finale è arrivare a una moneta unica del BRICS agganciata all’oro e alternativa al dollaro statunitense. Questa moneta, così si dice, avrebbe dovuto essere varata nell’Autunno del 2022. Ma, come tutti sappiamo, a fine Febbraio 2022 è scoppiata la guerra in Ucraina. La moneta unica del BRICS è stata bloccata, ma alcuni Paesi dello stesso BRICS hanno cominciato a commercializzare i propri beni tra di loro senza fare ricorso al dollaro americano. Questo per gli USA comincia ad essere un problema. Lo scorso anno al BRICS si sono uniti Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. E ci sono decine e decine di altri Paesi del mondo che chiedono di entrare a far parte del BRICS.
Affermare che Cina e India, fino a qualche mese fa, erano ai ferri corti è un errore grossolano. Al massimo, ci può essere stato qualche diversità di vedute sull’economia. Ma l’alleanza dei Paesi del BRICS è di ferro. E tale è rimasta dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Se la Russia, nonostante le sanzioni economiche occidentali, non ha subito contraccolpi economici gravi, lo deve proprio al fatto che quasi tutti i Paesi del BRICS stanno aiutando il Paese di Putin acquistando i prodotti russi, a cominciare da gas e petrolio, per non parlare del grano e degli altri prodotti agricoli. La parata di Pechino, con la presenza di Putin portato sul palmo della mano, è stato un messaggio che i Paesi del BRICS hanno voluto lanciare ai nemici della Russia, non certo a Trump che, è noto, ha di fatto lasciato all’Unione europea l’onere di proseguire gli aiuti in favore dell’Ucraina. Trump non è un nemico della Russia, tant’è vero che ha ricevuto Putin in Alaska. I Paesi del BRICS hanno detto ai Paesi Ue: voi potete fare quello che volete ma sappiate che noi continueremo a sostenere la Russia.
Insomma, l’analisi di questo signore da ‘prima serata’ televisiva sui rapporti tra Cina e India è sbagliata. Per essere precisi, un messaggio a Trump l’ha lanciato il premier indiano, Narendra Modi, che è salito in auto con Putin. Sappiamo tutti che il presidente americano ha appioppato all’India dazi doganali del 50% per convincerlo a non acquistare più petrolio dalla Russia, affinché i russi smettano di bombardare l’Ucraina. Anche se i maligni dicono la verità non è questa e che Trump, in realtà, non vuole che l’India venda sottobanco il petrolio russo all’Unione europea. Questo perché, acquistando il petrolio russo dall’India, i Paesi Ue non acquistano il petrolio americano. Accompagnandosi in auto con Putin, Narendra Modi ha fatto capire che continuerà ad acquistare il petrolio dalla Russia (e, forse, continuerà a venderlo sottobanco all’Unione europea, perché, ovviamente, lo rivende a un prezzo maggiorato).
Anche la seconda accusa lanciata dal signore da ‘prima serata’ televisiva è sbagliata. Non è stata l’America a rompere con l’Unione europea ma è avvenuto l’esatto contrario. E’ passata sotto silenzio una notizia che è maturata, mettiamola così, alla fine del 2021. Cina e Russia, quattro anni fa, hanno siglato un accordo energetico. I russi si sono impegnati in una fornitura trentennale di gas alla Cina. Ebbene, stando ad accordi stretti con l’Unione europea, i cinesi avrebbero effettuato il pagamento di questo gas in euro. In pratica, Cina e Russia avrebbero rafforzato l’euro e la stessa Cina avrebbe utilizzato l’Unione europea come una ‘piattaforma’ neutra nella guerra economica, ormai in atto, tra cinesi e americani.
Non c’è nemmeno bisogno di dire che gli americani si sono incazzati da morire, perché si sono visti traditi dall’Europa. Con questo non vogliamo affermare che la guerra in Ucraina è scoppiata per questo, perché è un fatto oggettivo che i russi hanno invaso l’Ucraina per non avere i missili NATO sotto casa. Ma è altrettanto oggettivo che, con lo scoppio della guerra in Ucraina, l’alleanza tra Germania e Russia, che era stata voluta dall’ex Cancelliere tedesco, Angela Merkel, è saltata. Il protagonista di questa rottura è stato l’ex presidente americano, Joe Biden, che, con grande abilità, strumentalizzando la guerra in Ucraina, ha messo l’una contro l’altra non soltanto Germania e Russia ma la stessa Russia contro tutta l’Unione europea. E lo scontro continua, se è vero che l’America di Trump si sta chiamando fuori, perché ormai l’odio tra russi ed europei è ai massimi livelli, un odio fomentato soprattutto dai Paesi baltici dell’Ue, che detestano i russi, dalla Francia e dal Regno Unito. Non è un caso che sono proprio i Paesi baltici, la Francia e il Regno Unito oggi a volere spedire militari in Ucraina, di fatto per entrare in guerra contro la Russia. Certo, la guerra in Ucraina ha diviso Europa e Russia, ma ricordiamoci che è cominciato tutto con l’Unione europea che ha provato a ‘stabilizzare’ l’euro a spese dell’area del dollaro americano, provando a ‘giocare di sponda’ con la Cina, grande avversaria degli USA. Affermare che sono gli americani che hanno creato le divisioni con l’Unione europea è un altro errore. Semmai è stata l’Unione europea che prima ha provato ad allearsi con Cina e Russia contro l’area del dollaro americano e oggi si ritrova contro la Russia, alleata di ferro della Cina, con gli americani che guardano con sospetto all’Europa. Non sfugge agli osservatori che i due grandi partiti politici americani – il Partito Democratico e il Partito Repubblicano – divisi su tutto, su una cosa concordano: nel tenersi distaccati dall’Europa, addirittura riducendo la presenza militare nel Vecchio Continente come sembra voglia fare Trump.
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