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“Le Vie dei Tesori”: alla scoperta dei Palazzi del capoluogo siciliano

di Angela Ganci, psicologo psicoterapeuta, giornalista, docente

Palermo, 31 Ottobre 2021.

Palermo e i suoi tesori, da scoprire, neanche a farlo apposta, lungo le “Vie dei Tesori”: niente di più rispondente al Vero in una Città culla di dominazioni e Arte, Storia e Tradizioni, folla di curiosi e incuriositi dalla varietà di opere di estrema bellezza artistico-culturale rinchiuse all’interno del perimetro cittadino.
Esempi notevoli di tali ricche e sontuose opere storico-artistiche, Palazzo Sclafani e Palazzo Branciforte, inclusi tra i gioielli artistici di interesse del capoluogo in occasione della manifestazione “Le Vie dei Tesori”, che per l’anno 2021, chiude i battenti, a Palermo, il 31 Ottobre.
Palazzo Sclafani, punto di partenza di questo tour di fine Ottobre palermitano, sito limitrofo alla Questura di Palermo, nei pressi della ridente Villa Bonanno, è da considerarsi un prezioso gioiello collocato tra il potere del Governo, Palazzo Reale, e il potere religioso, la Cattedrale.
Trasformato, nel 1430, in Ospedale Grande e nuovo, l’antenato del futuro ospedale civico, con una capienza fino a 800 posti letto, oggi è proprieta’ dall’esercito italiano, dopo esser stato dimora dell’esercito borbonico.
Restaurato dopo i bombardamenti del secondo dopoguerra, è conosciuto e rinomato per la maestosa presenza del Trionfo della Morte, quadro dipinto da un anonimo e riprodotto nel cortile (l’originale si trova invece nella sala al pian terreno della Galleria regionale di Palazzo Abatellis a Palermo) rappresentante la Morte a cui si avvicinano i poveri e da cui rifuggono i ricchi, impauriti dalla perdita dei beni materiali. Spicca, oltre al quadro prima citato, fornendo lustro alla costruzione, il Giudizio Universale di Pietro Novelli, riprodotto nei locali adibiti a biblioteca, questa volta in versione originale.
Poche, ma stimolanti stanze, quelle di Palazzo Sclafani, il cui accesso ai visitatori debitamente in mascherina, racconta storie, malattie, anime, paure e speranze.
Un tour suggestivo, che parte dalla visita della sala conferenze utilizzata oggi con tale funzione dall’esercito, con precedente funzione di dormitorio dell’ospedale, e termina con un reparto dedicato alle malattie infettive, in piena sintonia con un moderno reparto Anti Covid 19.
Malattie e morti, ma anche nascite: all’interno della palestra del Palazzo, quindi non visibile all’esterno, è da segnalare una ruota dove venivano lasciati i bambini abbandonati, poi allevati dalle suore, come sottolinea la guida.
Una ruota esterna, con la stessa funzione, è invece visibile presso la Chiesa di San Vincenzo de’ Paoli, sempre in città.
Il tour di Palazzo Sclafani, così volto al termine, attiva la seconda tappa di questa giornata densa di Arte e stimoli estetici: non ci resta che percorrere a piedi un breve tragitto accompagnati da qualche acquazzone stagionale, ed eccoci arrivati in prossimità delle poste centrali di Via Roma, vicinissimi all’altro gioiello palermitano, noto come Palazzo Branciforte.
Ci troviamo qui nella sede della Fondazione Sicilia, che nel 2005, ha acquisito il sito, nato come dimora gentilizia alla fine del 1500 e, nel 1801, trasformatosi da zona di lusso a filiale del Monte di Pietà, fino al 1930.
Il Monte venne intitolato a Santa Rosalia, come si può ancora leggere nell’arco esterno del palazzo, e la funzione di protezione e sicurezza dei preziosi in esso contenuti spiega l’attuale presenza di grate.
Tranne il secondo piano adibito agli uffici della Fondazione Sicilia e una sala dedicata alla numismatica, non inclusi nel percorso della manifestazione, ogni spazio visitabile è un’occasione per un’immersione suggestiva in un passato nobiliare e in un presente archeologico e artistico che stimolano la fantasia e la creatività.
Si parte dal primo piano: la prima stanza in cui la guida ci immette ospita oggi, grazie all’architetto Gae Aulenti, 50.000 volumi a carattere umanistico, in una biblioteca maestosa, prima invece sfavillante stanza nobiliare.
Spiccano qui i colori vivacissimi e il tetto che ricalca i colori mediterranei.
Il viaggio continua con la visione mozzafiato della struttura lignea contenente 900 pezzi tra cui raffinati pupi del maestro Mimmo Cuticchio, acquistati dalla Fondazione, patrimonio UNESCO di valore altissimo per la Sicilianita’, che sembrano osservare il passante, immobili e fissi, ma stranamente attuali e presenti, quasi immortali.
Dal primo piano si accede quindi al piano zero, incontrando una sala denominata Cavallerizza, prima scuderia nobiliare, oggi sala di archeologia, con circa 5.000 reperti, in particolare di ceramica greca, e una sala adiacente contenente un nutrito numero di maioliche.
Due piani con qualche restrizione, quindi, e il viaggio giornaliero, non senza note quasi di protesta per un tempo di percorrenza che appare troppo breve per poter godere appieno di tanta meraviglia, si arresta qui.
Dopo aver fissato il ricordo di questo giorno artistico con l’acquisto di opportuni reminders nel bookshop dedicato, ci attende il ritorno alle nostre comuni case cittadine, negli occhi il sogno di un passato di fasti e il desiderio, forse, di una nobiltà e di uno sfarzo attualizzato in quelle stanze adorne di ori, anfore, smalti, colori smaglianti, profumi di cultura.