di Angela Ganci
Psicologo psicoterapeuta, giornalista, docente.
Guarire dal Coronavirus, ma sperimentare gradi variabili di psicopatologia, che si protraggono da almeno 60 giorni dalla guarigione dal Covid 19: non una semplice ipotesi medica, ma una realtà scientifica sempre più corposa che prende oggi il nome di Long Covid 19.
Secondo le moderne indicazioni scientifiche parliamo di una condizione medica che si instaura quando “due mesi dopo la negativizzazione, un paziente continua a manifestare una serie precisa di sintomi, quali disturbi muscolari e deficit attentivi». Una condizione, in linea di massima, più grave e persistente nel tempo, tanto più seria è stata la patologia virale che l’ha preceduta.
Ecco un breve elenco di tali sintomi: dolori muscolari e articolari, difficoltà di concentrazione e attenzione, perdita di memoria, disturbo post-traumatico da stress (Ptsd), tra i principali segnali evidenziati dalla fondazione Umberto Veronesi. Situazione simile per altre funzioni quali la perdita dell’olfatto, e del gusto che rappresentano uno dei primi campanelli d’allarme della malattia, e che persisterebbero nel tempo soltanto nel dieci per cento dei pazienti.
Una condizione per certi versi democratica perché non interesserebbe solo il sesso maschile, ma anche donne e minori e per cui non è ben noto il potenziale e la rapidita’ di remissione.
Se la medicina è d’accordo sull’esistenza di alcuni fattori di rischio legati alla comparsa della sindrome, come la presenza, prima dell’infezione, di obesità, ipertensione o malattia mentale, poco si sa circa la velocità della guarigione o le conseguenze a lungo termine della patologia.
Secondo Sandro Iannaccone, primario dell’unità di riabilitazione disturbi neurologici cognitivi motori dell’Irccs ospedale San Raffaele, “non è ancora possibile dire se il Coronavirus lascerà delle cicatrici a lungo termine. Quello che sappiamo è che molto dipende dalla capacità dell’organismo di rispondere all’infezione virale. Abbiamo la certezza, dopo un anno di pandemia, che quanto più questa è precoce, tanto più rapida e completa è la ripresa. Si pone sicuramente l’urgenza del potenziamento della riabilitazione»
(per approfondimenti il link di riferimento è il seguente
https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/cardiologia/long-covid-come-riconoscerlo-e-cosa-fare-se-non-si-e-ancora-guariti).
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