Minidizionario dei termini psicologici. I sintomi P-S
Approfondimento della Rubrica “Lo psicologo risponde”, Maggio 2025
Il presente elenco prosegue quello tracciato ad Aprile scorso, che ha analizzato i disturbi in ordine alfabetico crescente F-P con P descrivente il termine Paranoia.
P
1. PANICO – Un attacco di panico consiste nell’improvvisa comparsa di un periodo distinto e breve di intenso disagio, ansia, o paura accompagnati da sintomi somatici e/o cognitivi. Ripetuti attacchi di panico sono tipicamente accompagnati dalla paura di un attacco futuro o da cambiamenti nel comportamento atti a evitare situazioni che possono predisporre agli attacchi. La diagnosi si basa su criteri clinici. Attacchi di panico isolati possono non richiedere alcun trattamento. Il disturbo da panico viene trattato con terapia farmacologica, psicoterapia (terapia dell’esposizione, terapia cognitivo-comportamentale) o entrambe.
2. PARAFILIA – Qualsiasi intenso e persistente interesse sessuale diverso dall’interesse sessuale per la stimolazione genitale o i preliminari sessuali con partner umani fenotipicamente normali, fisicamente maturi e consenzienti. Nelle parafilie l’eccitazione sessuale viene suscitata in modo ricorrente da oggetti inusuali.
Le parafilie sono classificate suddividendole come parafilie dell’atto e parafilie dell’oggetto. Tra le prime si ricordano le parafilie visive (esibizionismo, voyeurismo, sadismo), gustatorie (cannibalismo) e tattili (frotteurismo, copro/urolagnia, automasochismo, misofilia). Le parafilie dell’oggetto, invece, si distinguono per età (gerontofilia, pedofilia), parentela (incesto, narcisismo), specie (dendrofilia, zoofilia, zoonecrofilia, zoostupro), vitalità (iconolognia, necrofilia, necrosadismo, omicidio sessuale).
R
1. RABBIA (gestione della)
Sebbene la rabbia sia una risposta naturale, essa può diventare patologica se non gestita adeguatamente. La rabbia cronica o intensa è stata associata a una serie di problemi di salute fisica e mentale, tra cui malattie cardiovascolari, ipertensione, depressione e ansia (Fernandez & Scott, 2009). Questi effetti negativi si verificano perché la rabbia non gestita può mantenere il corpo in uno stato di costante eccitazione, che a lungo termine danneggia i sistemi fisiologici. Inoltre, la rabbia patologica può portare a comportamenti aggressivi e antisociali. Le persone che non riescono a gestire efficacemente la rabbia possono manifestare episodi di violenza verbale o fisica, con gravi conseguenze legali e sociali. In contesti clinici, la rabbia non gestita è spesso un fattore contributivo in disturbi mentali come il disturbo da stress post-traumatico (PTSD) e i disturbi della personalità (Mackintosh et al., 2014). Una delle principali sfide nella gestione della rabbia patologica riguarda il fatto che molte persone non riconoscono la gravità del loro problema o non cercano aiuto, innescando un ciclo continuo di rabbia e aggressività, che può essere difficile da interrompere senza interventi terapeutici mirati (Howells & Day, 2003). Le tecniche più efficaci per gestire la rabbia consistono nel controllo della respirazione. La respirazione profonda è un metodo semplice che può essere utilizzato per ridurre la risposta fisiologica alla rabbia. Quando una persona si sente arrabbiata, spesso la respirazione diventa superficiale e rapida, alimentando ulteriormente l’eccitazione fisica. Respirare lentamente e profondamente, inspirando attraverso il naso ed espirando attraverso la bocca, può aiutare a calmare il sistema nervoso e a ridurre la tensione muscolare (Elwood et al., 2015). Inoltre, tecniche di rilassamento come il rilassamento muscolare progressivo possono essere utilizzate per contrastare gli effetti fisici della rabbia. Tale metodo consiste nel tendere e poi rilassare sistematicamente diversi gruppi muscolari del corpo, promuovendo una sensazione di calma e riducendo la tensione associata alla rabbia: si tratta di esercizi particolarmente utili in situazioni in cui la rabbia potrebbe altrimenti esplodere in comportamenti aggressivi (Taylor et al., 2005). Anche la meditazione mindfulness è stata dimostrata efficace nel ridurre la rabbia. La mindfulness insegna a concentrarsi sul momento presente e a osservare i propri pensieri e sentimenti senza giudizio: ciò può aiutare le persone a riconoscere i segnali di rabbia prima che diventino travolgenti e a rispondere in modo più calmo e razionale (Fernandez & Scott, 2009).
2. RITARDO MENTALE
Il ritardo mentale è un deficit dello sviluppo delle funzioni intellettive.
Di seguito i criteri per una diagnosi di ritardo mentale
A. Funzionamento intellettivo significativamente inferiore alla media, QI minore di 70 ottenuto con un test di QI somministrato individualmente
B. Concomitanti deficit o compromissioni nel funzionamento adattivo attuale (le capacità del soggetto ad adeguarsi agli standard propri della sua età e del suo ambiente culturale) in almeno due delle seguenti aree: comunicazione, cura della propria persona, vita in famiglia, capacità sociali-interpersonali, uso delle risorse della comunità, autodeterminazione, capacità di funzionamento scolastico, lavoro, tempo libero, salute, sicurezza
C. L’esordio prima dei 18 anni di età.
Le forme del ritardo
– lieve (85% dei casi), QI da 50-55 a 70
– moderato (10%), QI da 35-40 a 50-55
– grave (3-4%), QI da 20-25 a 35-40
– gravissimo (1-2%), QI inferiore 20-25.
S
1. SONNO (disturbi del)
Tra i disturbi del sonno si ricordano:
-l’insonnia, caratterizzata dalla difficoltà ad addormentarsi e a dormire fino al pieno recupero delle energie
-l’iperinsonnia o eccessiva sonnolenza diurna
-il sonnambulismo, caratterizzato dalla tendenza a eseguire, in fase di addormentamento, una serie di azioni come alzarsi e camminare
I disturbi del sonno molto spesso sono associati a una serie di altre problematiche psicologiche come i disturbi dell’umore, d’ansia, lo stress o preoccupazioni di vario tipo. In questi è molto importante analizzare la causa del disturbo poiché solo eliminando il problema che esiste alla base è possibile giungere a una soluzione completa e duratura. Inoltre, è possibile intervenire nei confronti dei disturbi attraverso l’utilizzo di tecniche di rilassamento che riducono lo stress e facilitano la serenità necessaria per addormentarsi e attraverso una modifica dello stile di vita per rendere il sonno e le altre attività quotidiane il più regolari e salutari possibili.
2. STRESS– Lo stress è una risposta psicofisica a compiti anche diversi tra loro, di natura emotiva, cognitiva o sociale, che la persona percepisce come eccessivi.
Uno dei principali effetti dello stress è l’insonnia.
Bibliografia
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