Nel cuore della Sicilia c’è spazio per la PICCOLA ATENE | Un luogo che incanta tutti, i turisti ne vanno matti

La splendida città vista dall'alto (foto pexels) - mediaoneonline.it

La splendida città vista dall'alto (foto pexels) - mediaoneonline.it

Le bellezze sono riconosciute a livello internazionale, ma in questa città anche l'”anima” riporta alla Grecia  

La Sicilia è una delle regioni europee con la storia più complessa e affascinante: un crocevia di culture, un ponte tra Oriente e Occidente. Le sue radici affondano nei millenni, tra miti greci e dominazioni successive che ne hanno plasmato la lingua, l’architettura, la cucina e l’identità. Fenici, Greci, Romani, Bizantini, Arabi, Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, Spagnoli e Borboni: tutti hanno lasciato un segno indelebile sul territorio.

Ogni popolo ha portato qualcosa: dai templi dorici di Agrigento ai mosaici arabi di Palermo, dai castelli normanni ai borghi barocchi. Ma tra tutte queste meraviglie, i veri capolavori sono i teatri greci, simboli di una civiltà classica ancora viva nei secoli. In particolare, il teatro greco di Siracusa, ancora oggi usato per rappresentazioni classiche, è un miracolo di acustica e bellezza, incastonato nella pietra bianca. E non è da meno il teatro di Taormina, con la sua vista mozzafiato sull’Etna e sul mare Ionio: un tempio della cultura incastonato nel cuore turistico della Sicilia.

Questi luoghi non sono semplici attrazioni, ma testimonianze di un’identità antica, fortemente legata alla riflessione, alla parola, al dibattito. Ed è proprio nel cuore della Sicilia che questa identità ha continuato a vivere, anche nei secoli più recenti, attraverso altre città.

E ce n’è una che è stata definita da alcuni un po’ come una “piccola Atene(in foto copertina la città greca), essendo stata anche un laboratorio intellettuale unico, capace di generare fermento politico, culturale e sociale. Una città che, pur lontana dalle rotte turistiche principali, custodisce storie straordinarie di pensiero e rinascita.

La “piccola Atene”, fra cultura e politica

Uno dei racconti più preziosi arriva – con tanto di emozione – da Emanuele Macaluso, storico dirigente della sinistra italiana e uno dei fondatori del PCI in Sicilia. Nisseno d’origine, descrive una città viva, dove i giovani potevano incontrare figure come Luca Pignato, il poeta protestante Calogero Bonavia, padre Lamantia, Aurelio Navarria e altri: uomini di pensiero e coraggio. In quell’epoca, che Benedetto Croce definì di “onagrocrazia” – dominio degli asini – e la città seppe distinguersi come luogo di confronto e formazione delle prime coscienze antifasciste.

Il fermento intellettuale non si fermava nelle scuole: si respirava nei caffè cittadini, come i celebri Di Bartolo e Falzone, dove i baristi erano veri artigiani e la borghesia locale si confrontava su politica e società. Dopo la Liberazione, qui nacquero i semi della nuova democrazia: si ricostruirono i partiti, si formarono le nuove elite regionali. la città in questione fu parte attiva del processo che portò all’autonomia della Sicilia.

La bellissima piazza Garibaldi (foto Comune) - mediaoneonline.it
La bellissima piazza Garibaldi (foto Comune) – mediaoneonline.it

Memorie e identità tra Ottocento e Novecento

Il luogo che sta sotto la lente è la città di Caltanissetta. Ma, ancora oggi, in tanti si chiedono come fosse, davvero, la Sicilia profonda in quegli anni. Nel libro Sicilian Ways and Days (di Luise Hamilton Caico) viene descritto un mondo antico, a tratti surreale, fatto di tradizioni secolari e ruoli sociali rigidissimi. Le sue foto e i suoi racconti dipingono una realtà difficile da immaginare oggi, ma che ci aiuta a comprendere quanto lungo e complesso sia stato il cammino verso l’emancipazione femminile e civile.

Una Sicilia che oggi sembra lontanissima ma che, di certo, ha lasciato tracce profonde nell’anima della sua gente. E Caltanissetta, la città che somigliava, appunto, non “fisicamente” ad Atene, non è solo memoria, ma anche potenziale futuro. Una città che merita di essere riscoperta, valorizzata e raccontata. Proprio perchè, alla fine, il cuore della Sicilia batte anche lontano dalle coste, nei suoi centri interni dove la cultura, la politica e il pensiero hanno saputo lasciare segni indelebili.