Palermo, 42 esimo Convegno nazionale AIP: sintesi dei contenuti

di Angela Ganci psicologo psicoterapeuta, giornalista e scrittrice

La malattia di Parkinson, una sindrome extrapiramidale caratterizzata da rigidità muscolare che si manifesta con resistenza ai movimenti passivi, tremore che insorge durante lo stato di riposo e può aumentare in caso di stato di ansia e bradicinesia che provoca difficoltà a iniziare e terminare i movimenti.
Da qui la necessità di un adeguato supporto farmacologico, di un’efficace dietoterapia, nonché di una consulenza mirata a far accettare la patologia ai pazienti affetti da Parkinson, cognitivamente abili, ma “imprigionati in un corpo sofferente”. Queste alcune delle osservazioni occorse in apertura del 42 esimo Convegno nazionale AIP, Associazione Italiana Parkinsoniani, tenutosi Sabato 26 Novembre scorso presso lo splendid hotel la Torre di Palermo e inaugurato dal professor Gianni Pezzoli, neurologo, presidente Associazione Italiana Parkinsoniani e Fondazione Grigioni per il Morbo di Parkinson.
Di seguito alcuni dei contenuti affrontati durante il dibattito in aula da parte dei relatori intervenuti.
Il parkinson a livello farmacologico è curabile solo a livello sintomatico, sottolinea la dottoressa A.L. Zecchinelli, Centro per la Malattia di Parkinson e i Disturbi del Movimento di Milano, con un ruolo di spicco giocato dalla levodopa, precursore della dopamina, il neurotrasmettitore deficitario nella patologia.
Si sottolinea inoltre il vantaggio dell’infusione sottocute di levodopa.
La ricerca è molto attiva nel campo della malattia di Parkinson, sebbene risultino lunghi i tempi necessari per garantire la sicurezza del trattamento e la sua efficacia, nell’ottica di una neuroprotezione, sia prima che la patologia esordisca sia quando è iniziata per un’evoluzione da tenere a bada.
Sottolineati, nel corso della giornata di studi che si è conclusa intorno alle ore 17, il ruolo protettivo degli estrogeni nelle donne affette dalla patologia, la maggiore lentezza nelle donne della progressione della malattia, la rigidità invece sarebbe maggiore negli uomini. Per quanto riguarda i disturbi psichici invece le donne mostrerebbero più sintomi di ansia e depressione, mentre gli uomini una maggiore ipersessualita’, differenze che diminuiscono nel tempo, secondo quanto indicato dalla dottoressa M.Rizzo, che gestisce l’Ambulatorio Parkinson presso CTO/Villa Sofia di Palermo.
Ancora approfondito lo stress che aumenta i sintomi motori e diminuisce il rilascio di dopamina e l’attività fisica che diminuisce a sua volta i sintomi motori. Un allenamento di resistenza moderata, infatti, può migliorare l’umore e la cognitivita’.
Enfasi innovativa e stimolante ancora posta sulla sessualità nella malattia di Parkinson, con alcuni sintomi inibenti l’attività sessuale quali il tremore e con il ruolo attivo svolto dalla levodopa nel desiderio sessuale, evidenziando altresì il rischio di ipersessualita’ negli uomini in seguito all’assunzione farmacologica, secondo quanto riferito dalla dottoressa M. Pilleri,
responsabile dell’Unità Funzionale di Neurologia – Villa Margherita – Arcugnano (VI).
Il parkinson, una patologia invalidante che necessita di tutele, anche giuridiche, per pazienti e familiari, nell’ottica di un benessere psico-fisico che si indirizzi in ultimo alla prevenzione primaria della patologia stessa, oltre che alla riduzione della sintomatologia e al miglioramento della qualità di vita in corso di malattia.