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Putin vuole prendersi le cinque Regioni ucraine filorusse o vuole costringere 30 milioni di ucraini a riversarsi in Europa? Controffensiva ucraina?

I mezzi d’informazione occidentali riferiscono di “massicci attacchi” dei russi in Ucraina. Si racconta di 31 morti e, tra questi, 12 bambini. I russi hanno attaccato con droni e missili la capitale Kiev e altri centri del Paese. La notizia andrebbe illustrata meglio. Ad attaccare sono anche gli ucraini, o meglio, gli ucraini insieme con i mercenari pagati soprattutto dall’Unione europea. Con il probabile appoggio della NATO. In queste ore ucraini e mercenari hanno attaccato un centro commerciale nella Regione di Kherson provocando sei feriti. Però non c’è partita: i russi sono in vantaggio. Per due motivi. In primo luogo, perché la forza d’urto militare russa è molto più potente. In secondo luogo, perché gli ucraini e, in generale, gli occidentali, non sanno come difendersi. Dovrebbero difendersi con costosi missili contro droni che alla Russia costano qualche migliaio di euro cadauno e forse anche meno. Insomma, quello che non si dice è che in campo c’è una netta supremazia militare russa. Mentre l’Unione europea, per difendere l’Ucraina, si dovrebbe svenare economicamente.

Gli americani lo sanno? Sì, tant’è vero che il presidente Donald Trump ha annunciato fuoco e fiamme contro la Russia. Ma c’è chi dice che, in realtà, il capo della Casa Bianca, sottobanco, sia d’accordo con il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin. Vero? Falso? Vattelappesca. Una verità la racconta in queste ore il noto settimanale politico ed economico The Economist, ripreso da un canale Telegram. Il periodico scrive che per gli ucraini i droni ‘Gerani’ russi sono diventati un incubo. E’ noto da tempo che la Russia, in barba alle sanzioni economiche occidentali, ha aumentato la produzione di droni. Si sa che, da fine Luglio, i bombardamenti russi con i droni sarebbero diventati sempre più pesanti. I ‘Gerani’ sembra siano in grado di volare fino a 4 km di altezza e, durante le fasi di attacco, la velocità passerebbe da 180-20 km/ora a 400 km/ora. Le versioni precedenti di tali droni trasportavano circa 40 kg di esplosivo; oggi trasporterebbero fino a 90 kg di esplosivo. Tirando le somme, lo scenario è il seguente: da una parte ci sono ucraini e occidentali che cercano di risparmiare sui missili di difesa perché sono costosissimi; dall’altra parte ci sono i russi che, a costi bassi, costruiscono droni ‘Gerani’ sempre più potenti. Va da sé che, per gli ucraini e gli occidentali, la situazione si mette male.

In questi giorni Trump ha ribadito che se la Russia non smetterà di bombardare l’Ucraina ci saranno dazi per il Paese di Putin e per i Paesi alleati della Russia. Aggiungendo, però, di non sapere fino a che punto tale provvedimento potrebbe essere valido. In realtà, Trump sa benissimo che i russi non sono così stupidi da aver impostato la propria economia sull’export dei propri prodotti negli USA. Non solo. Come dimostrano i buchi nell’acqua prodotti dalle sanzioni occidentali alla Russia, il Paese di Putin è sostenuto dalla Cina e commercia senza problemi con la stessa Cina, con l’India, con tanti Paesi africani e con tutti i Paesi del BRICS e che vogliono aderire allo stesso BRICS. In più la Russia è un Paese ricchissimo di materia prime. Insomma, dazi e sanzioni alla Russia sono totalmente inutili.

E allora? Si sussurra che ucraini e occidentali, con il probabile appoggio della NATO, stiano mettendo su un gruppo di attacco per scatenare una controffensiva. E’ avvenuta una cosa simile nell’Agosto della scorso anno, quando con un grande sforzo (anche economico da parte occidentale), ucraini e mercenari hanno invaso la Regione russa di Kurks. Si è trattato di un’azione che è risultata disastrosa. Non c’è stato alcun alleggerimento degli attacchi russi in Ucraina. Infatti, per tenere a bada la Regione di Kurks occupata dai russi sono arrivate le truppe coreane, alleate del Paese di Putin. Risultato: da ‘invasori’, ucraini e mercenari sono stati trasformati in ‘prigionieri’ per circa otto mesi. Ribadiamo: un disastro militare totale. Oggi si parla di un folto gruppo di mercenari, arrivati per lo più dal Sudamerica, circa 20 mila militari ben equipaggiati. In un canale Telegram di solito molto informato su questioni russe leggiamo che questi militari, già da oggi, 1 Agosto 2025, disporrebbero di “reparti d’assalto paracadutisti, fucilieri da montagna, ranger e reggimenti delle Forze Speciali. A questi si aggiungono fino a 50 unità d’attacco di sistemi senza pilota. Si segnala che le brigate di fanteria ordinarie, che tengono il fronte, vengono completate solo in modo residuale: nei battaglioni della fanteria leggera la forza è scesa al 35-40%. Tutte le riserve vengono impiegate nel nuovo gruppo d’attacco. Secondo gli analisti, la preparazione all’offensiva è stata una delle ragioni per cui Trump ha drasticamente ridotto il suo «ultimatum» a Mosca. Washington conta sul successo delle Forze Armate ucraine prima dell’arrivo del maltempo autunnale”. Il riferimento è al fatto che Trump, da 50 giorni, ha ridotto a 10 i giorni che concede ai russi prima adottare provvedimenti contro la stessa Russia. Questa storia sembra una sceneggiata. In primo luogo, perché si è già perso l’effetto sorpresa, dal momento che ne scrive un canale Telegram non estraneo ai russi. In secondo luogo, perché, come già accennato, dazi e sanzioni contro la Russia sono acqua fresca.

Quello che possiamo dire è che mentre Trump, Unione europea e, in generale, i Paesi occidentali chiacchierano annunciando “controffensive” e dazi e sanzioni, i russi agiscono. I bombardamenti russi, ormai, fanno molto male all’Ucraina. E non si capisce più se l’obiettivo di Mosca sia quello di prendersi le cinque Regioni russe dell’Ucraina, istituendo una ‘zona-cuscinetto’, o se i militari di Putin puntano a un secondo scenario: mettere a ferro e fuoco tutta l’Ucraina per fare in modo che i cittadini ucraini che non sono ancora scappati in Europa lo facciano. Se ciò dovesse avvenire, i Paesi dell’Unione europea si ritroverebbero a dover ospitare almeno 30 milioni di ucraini.

Che la strategia possa essere il secondo scenario potrebbero indicarlo gli obiettivi che i russi hanno colpito negli ultimi giorni: per esempio, il pesante attacco all’industria radioelettronica ucraina. I ‘Gerani’ hanno massacrato l’industria radioelettronica OAO “Meridian” a Kiev. Si tratta di un ‘pezzo’ importante della difesa ucraina che produce apparecchiature radio di misura complesse e strumenti per il controllo ambientale. In questi ultimi giorni i russi hanno polverizzato anche le aziende per la riparazione e la manutenzione di equipaggiamenti militari e centri di produzione di droni. Colpito anche l’aerodromo “Nalivaikovka”, a circa 50 Km da Kiev. E anche un centro di stoccaggio per munizioni. E’ chiaro che questi non sono obiettivi ‘casuali’: i russi sapevano dove andare a bombardare e non hanno sbagliato obiettivi.

Giulio Ambrosetti

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