In una conferenza stampa alla Camera cominciata intorno alle 18.20, con quasi un’ora di ritardo rispetto all’orario stabilito, Matteo Renzi ha annunciato le dimissioni delle ministre Teresa Bellanova, Elena Bonetti e del sottosegretario Ivan Scalfarotto.
Giuseppe Conte è salito al Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per riferire sulle decisioni del cdm di ieri e sullo stato dei rapporti della coalizione. Il Capo dello Stato ha sottolineato la necessità di uscire velocemente da questa condizione di incertezza. Tornando a piedi a Palazzo Chigi il premier, intercettato dai cronisti, si è limitato a commentare: “Crisi? Spero di no”. Intanto da alcune indiscrezioni trapela che il presidente del Consiglio starebbe lavorando a un documento comune da far sottoscrivere a tutti i leader per rilanciare la maggioranza.
Poco prima aveva sentito il segretario dem Nicola Zingaretti. Il Pd vuole tentare fino alla fine di evitare uno strappo. Ma ad assumere un’iniziativa politica in questo senso, supposto si sia ancora in tempo, deve essere il presidente del Consiglio. È Conte a dover decidere se e come provare un’ultima mediazione, in attesa della conferenza stampa in cui Matteo Renzi ha già fatto sapere di voler annunciare le dimissioni delle ministre di Italia Viva Teresa Bellanova, all’Agricoltura, ed Elena Bonetti, alla Famiglia, previste per le 17:30 di oggi. Insieme a quelle del sottosegretario agli Esteri Ivan Scalfarotto. Una mossa che dovrebbe essere anticipata da una lettera in cui saranno spiegate tutte le motivazioni. A conferma di quanto, in queste ore, si stia tentando l’impossibile, c’è il lavoro di Roberto Gualtieri. Il ministro dell’Economia ha riaperto, di nuovo, il documento del Recovery Plan cercando di venire incontro alle nuove richieste sull’Agricoltura fatte ieri da Bellanova. I pontieri dem sono ancora in attività e non è escluso un incontro fra i leader di maggioranza.
La sensazione è che ci sia un po’ di tempo in più. Se davvero, come dicono nel Pd, un governo dimissionario non può far votare in aula lo scostamento di Bilancio, Conte dovrebbe restare in carica fino al voto in Parlamento che permetterà di varare il decreto Ristori. Renzi ha già promesso che appoggerà sia l’uno che l’altro, così come dirà sì al Recovery. Quindi, c’è un po’ di tempo ancora per trattare. Il voto sullo scostamento è previsto per il 20 gennaio alle Camere. Se la delegazione di Italia Viva dovesse uscire oggi, il governo deve restare comunque in carica per approvare la richiesta nel Consiglio dei ministri previsto domani o al massimo venerdì. Ci sono quindi – forse – dalle 24 alle 36 ore di tempo, per trovare un punto di equilibrio che consenta di evitare una crisi al buio.
Questa mattina Conte ha anche ricevuto a Palazzo Chigi la delegazione di lavoratori della Whirlpool di Napoli, i quali hanno rimarcato “l’importanza di non avviare ora nessuna crisi”, perché “non si possono lasciare in bilico centinaia di famiglie”.
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