Salari italiani tra i più bassi d’Europa? “Numeri” alla mano dimostriamo che la responsabilità è della politica italiana

Stipendi salari (foto nonsprecare) - mediaoneoneline.it

Stipendi salari (foto nonsprecare) - mediaoneoneline.it

In queste ore in Italia assistiamo a una sorta di valzer dell’ipocrisia in tema di lavoro sottopagato. I salari dei lavoratori italiani sono bassi e molte famiglie non arrivano alla fine del mese. L’1 Maggio, si sa, è la festa del lavoro e i politici italiani cercano di darsi un contegno e si mettono a pontificare facendo finta di non sapere che i responsabili dei bassi salari sono proprio loro. A giudicare da quanto blaterano, un’Erinni arrivata da chissà dove avrebbe preso di mira i lavoratori italiani e gli avrebbe ridotto le retribuzioni. Ma le cose non stanno così. Chi, oggi, tra i politici italici, solleva il problema dei bassi salari dovrebbe avere il coraggio di dire come stanno le cose, invece di ricorrere alla demagogia tanto al chilo. Proviamo a riassumere i fatti che hanno portato l’Italia, in poco più di un trentennio, a passare da una delle più importanti potenze industriali del mondo a Paese con i salari da fame.

Tutto comincia con l’adesione dell’Unione europea, della quale l’Italia fa parte, all’ultra-liberismo economico che si riassume nella parola “globalizzazione”. A un certo punto si decide che in un mondo economico globalizzato, dove tutti competono con tutti, si sarebbero risolti tutti i problemi economici e sociali. I fatti concreti, però, raccontano l’esatto contrario. Facciamo un esempio. Ammettiamo che in Italia il costo del lavoro sia pari a 50. Se in altri sette-otto Paesi del mondo il costo del lavoro, per le stesse produzioni italiane, è pari a 25, all’Italia non restano che due vie: 1) aumentare la produttività del lavoro; 2) ridurre i salari. Vediamo adesso cosa ha fatto la politica italiana nel suo complesso, con pochissime voci di dissenso.

Per competere con Paesi dove i lavoratori non hanno diritti devi ridurre i diritti: e infatti l’Italia ha in parte smantellato lo Statuto dei lavoratori comprimendo i diritti dei lavoratori. L’Italia si trova a competere con Paesi dove i lavoratori vengono licenziati se le imprese lo ritengono opportuno. E infatti l’Italia circa dieci anni fa ha precarizzato il lavoro rendendo più facili i licenziamenti. Ma tutto questo non è bastato per risultare competitivi con gli altri Paesi del mondo. Così l’Italia ha deciso di abbassare gradualmente i salari, che infatti sono tra i più bassi d’Europa. Ma tutto questo non è bastato per rendere competitive le imprese italiane con altri Paesi del mondo dove il costo del lavoro e, in generale, i costi sono più bassi. Così, nel silenzio generale, per risparmiare sui costi, le imprese hanno ridotto la sicurezza nei posti di lavoro: e infatti in Italia ci sono tantissimi lavoratori morti sul lavoro proprio perché si ‘risparmia’ sulla sicurezza nei posti di lavoro. Ma tutto questo non è bastato. Allora l’Italia, sempre per sostenere la competitività delle proprie imprese, ha, di fatto, regalato lavoratori gratis alle stesse imprese: è per questo motivo che è stata approvata la legge sull’alternanza scuola-lavoro. E’ la legge che obbliga gli studenti, per un certo periodo, a lavorare per le imprese. Ma tutto questo non è bastato. Allora politici e alcuni sindacati si sono messi d’accordo e hanno deciso che, in alcune delle cosiddette contrattazioni collettive, gli stessi sindacati avrebbero approvato salari bassissimi. Ricordiamoci che certe organizzazioni sindacali che oggi si stracciano le vesti contro i salari bassi sono le stesse che hanno firmato i contratti collettivi con i salari bassissimi.

Pur con tutte queste penalizzazioni l’economia italiana arranca, la povertà aumenta e come raccontano ipocritamente alcuni politici in queste ore tanti lavoratori non arrivano alla fine del mese perché i salari che percepiscono sono troppo bassi. Perché succede tutto questo? Semplice: perché l’Italia è stata ‘intrappolata’ nel debito pubblico targato euro (leggere moneta unica europea). Quando si parla di economia bisogna dare la parola ai ‘numeri’ che, in quanto tali, sono testardi e non possono essere smentiti. L’Italia, nel Dicembre del 2011, aveva un debito pubblico pari a poco meno di mille e 900 miliardi di euro. Se ricordate, a fine 2011 si insedia il Governo di Mario Monti con l’obiettivo di “tagliare le spese improduttive” e di rilanciare l’economia. Chi ha un po’ di memoria ricorderà l’introduzione dell’IMU, l’allungamento dell’età pensionabile, i tagli alla sanità pubblica e via continuando con i sacrifici chiesti agl’italiani. Basti pensare che oggi i medici pubblici italiani sono tra i meno pagati dell’Unione europea; idem per gli infermieri che lavorano nella sanità pubblica. Per non parlare dell’aumento della pressione fiscale operata dai Comuni e della proliferazione di autovelox dentro e fuori le città per fare ‘cassa’ e della proliferazione, dentro le città, delle Ztl, sempre per fare ‘cassa’.
Dal 2011 ad oggi i cittadini italiani sono stati massacrati. Eppure, oggi, il debito pubblico italiano supera di poco i 3 mila miliardi di euro.

Certo, c’è stata la pandemia. Ma già al 31 Dicembre 2019 – quindi prima dell’esplosione della pandemia – il debito pubblico italiano superava di poco i 2 mila e 400 miliardi di euro. In sette anni di massacri sociali, dal Gennaio 2012 al 31 Dicembre 2019, il debito pubblico italiano, invece di diminuire, aumentava di poco più di 500 miliardi di euro. E’ evidente che c’è qualcosa che non va nel ‘sistema’. Al 31 Dicembre 2020 il debito pubblico italiano è passato a 2 mila e 573 miliardi di euro. Al 31 Dicembre 2021 il debito pubblico italiano passava a 2 mila e 678 miliardi di euro. Al 31 Dicembre del 2022 il debito pubblico italiano passava a 2 mila 760 miliardi di euro circa.

Al 31 Dicembre del 2023 il debito pubblico italiano passava a 2 mila e 860 miliardi di euro circa. Al 31 Dicembre del 2024 il debito pubblico italiano passava a 2 mila e 965 miliardi di euro. Oggi, nei primi quattro mesi di questo 2025, come già ricordato, il debito pubblico italiano supera i 3 mila miliardi di euro. Come si può notare, l’influenza della pandemia è stata minima.
I politici italiani che oggi blaterano contro i bassi salari dei lavoratori dovrebbero fare un esame di coscienza e spiegare ai cittadini del nostro Paese: a) perché hanno ‘infilato’ l’Italia in un sistema monetario europeo che ci ha penalizzato e che continua a penalizzarci: basti pensare che l’Italia, in questo momento, paga poco più di 100 miliardi di euro all’anno di soli interessi sul debito pubblico: soldi che vengono pagati dagli ignari cittadini italiani con tasse e imposte; b) perché hanno massacrato i lavoratori abbassando i salari, togliendogli i diritti e riducendo anche la sicurezza nei luoghi di lavoro per ottenere un nulla di fatto.