Acqua, queste bottiglie sono una TRAPPOLA | Ci dicevano che era la migliore e poi rilasciano sostanze assurde

Bottiglia plastica supermercato - foto (C) Mediaoneonline.it
Attenzione a certe bottiglie di plastica, che potrebbero diventare anche molto pericolose: ecco quali e perché
Quando parliamo di sicurezza alimentare, ci riferiamo a un sistema complesso e articolato che protegge i consumatori da rischi chimici, fisici e biologici. Ogni prodotto alimentare, prima di arrivare sugli scaffali del supermercato, attraversa un rigoroso iter di controlli e certificazioni. Si parte dalla fase di produzione, con analisi sul campo, ispezioni negli stabilimenti e tracciabilità delle materie prime.
Successivamente, durante il trasporto e lo stoccaggio, gli alimenti devono mantenere intatte le proprie proprietà organolettiche e nutrizionali. La catena del freddo, per i prodotti freschi, è uno dei requisiti fondamentali da rispettare scrupolosamente. Le aziende devono anche dimostrare il rispetto delle norme europee e italiane in materia di etichettatura, conservazione e confezionamento.
In fase di imballaggio, entra in gioco un altro aspetto cruciale: la qualità dei materiali utilizzati. Dalle vaschette in plastica, alle pellicole, fino alle bottiglie, tutto deve essere certificato come idoneo al contatto con alimenti. Un materiale apparentemente innocuo può rilasciare sostanze tossiche se esposto a calore o se riutilizzato più volte in modo scorretto.
Una volta che i prodotti raggiungono i supermercati, vengono sottoposti ad ulteriori controlli interni, soprattutto per verificare date di scadenza, condizioni di conservazione e l’assenza di manomissioni. Il consumatore finale, a sua volta, deve fare attenzione a ciò che compra e soprattutto a come utilizza anceh i contenitori alimentari.
Il pericolo nascosto: ecco quali evitare
Ma andiamo al tema principale: le bottiglie in plastica sono tra i contenitori più usati in Italia. Comode, leggere e spesso economiche, sembrano essere la soluzione ideale per trasportare e conservare liquidi. Ma dietro questa praticità si cela un rischio da non sottovalutare, specialmente se si decide di riutilizzarle più volte.
È diffusa la convinzione che riutilizzare le bottiglie sia una scelta ecologica e conveniente. Tuttavia, secondo esperti del settore come Philipp Wanner, specializzato in microplastiche, si tratta di un’abitudine potenzialmente dannosa. Con l’usura, le bottiglie possono rilasciare minuscole particelle di plastica che finiscono nell’acqua e, quindi, nel nostro organismo. Scopriamo quando è possibile “rimediare”.

Occhio al marchio delle bottiglie di plastica
Spieghiamo in particolare che il problema maggiore riguarda le bottiglie realizzate in PET (polietilene tereftalato. Questo materiale, molto utilizzato per la sua leggerezza e praticità, tende a rilasciare particelle tossiche con l’uso prolungato o l’esposizione al calore. Un simbolo sul fondo della bottiglia, solitamente un triangolo con il numero 1, indica proprio la presenza del PET: se c’è, è necessario evitare prorprio il riutilizzo.
Nonostante gli sforzi della ricerca scientifica, non si conosce ancora con precisione l’impatto a lungo termine dell’ingestione di microplastiche. Meglio dunque prevenire, affidandosi a borracce in acciaio, vetro o alluminio, materiali sicuri e durevoli nel tempo. La salute viene prima di tutto, anche nelle piccole scelte quotidiane.
