Agrigento capitale del gusto | I 5 ristoranti che stanno riscrivendo la cucina siciliana, Palermo e Catania confermano

Ristorante menu - foto (C) MediaoneOnline.it

Ristorante menu - foto (C) MediaoneOnline.it

Una serie di vere e proprie meraviglie in tavola, nella città dei Templi: ecco una piccola guida per mangiare al meglio 

Lo si capisce più che bene, sin da quando si mette piede sull’isola: tutti coloro che arrivano in Sicilia non possno restare indifferenti davanti alla varietà infinita della cucina. Un universo fatto di street food, ricette antiche e piatti di mare che raccontano secoli di storia e di contaminazioni culturali. Passeggiando tra i mercati di Palermo, Catania o Trapani, ci si perde tra il profumo delle arancine calde, delle panelle croccanti, dello sfincione appena sfornato. Sapori intensi, popolari, che parlano di una terra generosa e accogliente.

Ma accanto a questi piatti di strada che hanno fatto scuola, la Sicilia è anche terra di pesce freschissimo. Nelle città di mare, dal mattino presto, i pescatori rientrano col pescato del giorno, e i ristoranti lo trasformano in ricette indimenticabili. Una grigliata di calamari a Mazara del Vallo, spaghetti ai ricci di mare a Siracusa, tonno alla griglia nelle Eolie, o una zuppa di pesce a Sciacca: sono esperienze che restano nella memoria di chiunque le provi.

Tra i simboli della cucina siciliana che unisce mare e terra, spicca il Cous Cous Festdi San Vito Lo Capo. Un evento internazionale che celebra l’incontro di culture gastronomiche, dove chef da tutto il mondo reinterpretano il cous cous con ingredienti locali e spezie lontane. Un appuntamento che dimostra come la cucina siciliana sia viva, dinamica e sempre pronta a rinnovarsi pur restando fedele alle sue radici.

Non sorprende quindi che anche ad Agrigento, città dal passato glorioso e oggi Capitale italiana della Cultura 2025, la ristorazione abbia trovato nuova linfa. I ristoranti della zona uniscono rispetto per il territorio, creatività e voglia di sperimentare, conquistando i palati non solo dei turisti, ma anche dei colleghi di Palermo e Catania, che riconoscono la qualità delle cucine locali. Ma andiamo a scoprire cinque fra questi luoghi da visitare assolutamente.

La nuova generazione del gusto

Guidato dal giovane chef Alen Mangione, Carusu è un ristorante che ha scelto la strada del fine dining, con solo ventiquattro coperti e una cucina che intreccia tradizione e innovazione. Immerso nella Valle dei Templi, il locale propone percorsi degustazione che sono veri viaggi sensoriali. Piatti come la “Seppia Mascariata” o il “Porca Vacca” raccontano una Sicilia nuova, creativa, ma sempre legata al territorio. Un’esperienza intima e ricercata, dove ogni dettaglio è curato e la sperimentazione diventa una forma d’arte. Un luogo che sta conquistando i gourmet siciliani e non solo. Si passa poi ad Akropolis, per una cena con vista sui Templi. Chi cerca una cena che unisca mito e gusto, trova nel ristorante Akropolis un approdo perfetto. Situato dentro il parco archeologico della Valle dei Templi, regala una vista spettacolare sui templi greci. Lo chef Davide Giambruno propone piatti che uniscono tradizione marinara e ricerca contemporanea, come la ceviche di capasanta allo yuzu o il cannolo di pasta fresca con scottona siciliana.

Nel centro storico, all’interno di Palazzo Grenet, il ristorante La Scala porta avanti il lavoro dello chef Vincenzo Santalucia. La sua cucina è un omaggio ai prodotti stagionali della Sicilia, elaborati con tecnica ma senza perdere autenticità. Sapori intensi, legati alla tradizione, che trasformano ogni piatto in un racconto di appartenenza. La via Atenea, descritta più volte da Pirandello, trova oggi in questo ristorante un punto di incontro tra storia e innovazione gastronomica.

il ristorante con vista sui Templi (foto ristorante akropolis) - mediaoneonline.it
il ristorante con vista sui Templi (foto ristorante akropolis) – mediaoneonline.it

Sostenibilità e sapori del territorio

E passiamo poi al ristorante Ambrosia, parte del Doric eco boutique hotel, affacciato sul tempio di Giunone. Un posto che p la dimostrazione di come la ristorazione possa sposarsi con la sostenibilità. Lo chef utilizza prodotti provenienti dalla farm del resort, come mandorle, pistacchi e verdure fresche. I piatti raccontano una Sicilia autentica, dal “tenerume” alla triglia reinterpretata, fino al dolce Telamone Dorico, ispirato al tempio di Zeus. Un progetto che unisce rispetto per l’ambiente e passione per la gastronomia siciliana, offrendo agli ospiti un percorso che è allo stesso tempo esperienza culinaria e culturale.

Nel centro storico di Agrigento, lo chef Salvatore Cozzitorto, ex comandante di navi mercantili, ha deciso di creare la sua Osteria del Capitano. La filosofia è chiara: zero sprechi, stagionalità e valorizzazione dei piccoli produttori locali. Il suo “Pane cunzato” rivisitato e i piatti a base di pesce e verdure raccontano una Sicilia che non dimentica le sue radici, ma sa guardare avanti. Un luogo che, si può dire facilmente, profuma di mare e di tradizione, capace di conquistare anche i palati più esigenti grazie a un mix perfetto di memoria e creatività.