Anche la Sicilia ha la sua PICCOLA VENEZIA | Niente gondole o lagune, ma i sospiri sono immensi

il luogo visto dall'alto - foto (C) Mediaoneonline.it
Tra storia e meraviglie, i porti siciliani raccontano un fascino senza tempo: ecco uno dei più spettacolari
La Sicilia, cuore del Mediterraneo, ha da sempre ricoperto un ruolo strategico fondamentale nelle rotte navali. Non è un caso che il porto di Palermo sia stato per secoli un crocevia commerciale e culturale frequentato da popoli che hanno lasciato un’impronta indelebile sull’isola. Già in epoca fenicia, questo punto d’approdo era considerato uno snodo cruciale per i traffici marittimi.
I greci, giunti in Sicilia nel corso dell’VIII secolo a.C., sfruttarono anch’essi la conformazione costiera per dare impulso alle loro colonie, fondando città e porti che divennero fiorenti centri economici. Il mare, in Sicilia, non è solo un confine, ma un canale d’unione tra civiltà. Gli approdi diventavano ponti fra terre lontane, scrigni di scambi e culture.
Nel corso dei secoli, le flotte bizantine, arabe, normanne e spagnole hanno utilizzato le baie e i golfi siciliani per dominare il Mediterraneo. Ogni dominazione ha lasciato il proprio segno nei porti dell’isola, arricchendoli di infrastrutture, di arte e di storie. Palermo, Catania, Siracusa e Trapani sono solo alcuni dei nomi che evocano viaggi e commerci, guerre e conquiste, ma anche prosperità e incontri.
Oggi come allora, i porti siciliani restano luoghi privilegiati, custodi di memorie e panorami mozzafiato. Ma tra tutti, uno in particolare riesce a coniugare il fascino del passato con la bellezza del presente, un luogo che molti hanno definito “una piccola Venezia” immersa in un tramonto mediterraneo.
Un sogno nato tra agrumeti e mare
Ma partiamo da lontano, e cioè dalla fine degli anni Settanta. Fu a quei tempi che, grazie all’intuizione del magistrato in pensione Antonio Porcino e alla società “Bazia Gardens S.p.A.”, nacque l’idea di realizzare un grande complesso turistico-alberghiero con annesso porto turistico. Fu scelto un nome simbolico e personale, un omaggio alla moglie dell’imprenditore.
La zona prescelta, nel messinese, si affaccia sul Golfo di Milazzo, nel territorio comunale di Furnari. L’architetto milanese Giulio Minoletti fu incaricato di tradurre in realtà quel sogno: un insediamento ispirato alla cultura francese, simile al celebre Port Grimaud, in Costa Azzurra. Il progetto si sviluppò in un’area un tempo destinata alla coltivazione di agrumi e vigneti, trasformandosi in un porto-canale lungo 4 chilometri.

I colori e la navigabilità della “piccola Venezia”
La struttura, composta da lotti abitativi collegati da strade interne, vicoli pedonali e canali navigabili, è stata pensata per offrire una qualità della vita elevata. Il porto dispone di circa 650 posti barca, è protetto da moli frangiflutti e offre sicurezza anche in condizioni marine avverse. Tuttavia, il vento da nord-ovest può creare difficoltà d’ingresso, ragion per cui è presidiato dalle autorità competenti. I colori sono il tratto distintivo del luogo: il rosa delle architetture si fonde con il verde della vegetazione, regalando scorci romantici e surreali.
La vera perla fu l’apertura di un Hotel Hilton, struttura imponente pensata per accogliere turisti da tutto il mondo. E nonostante le difficoltà burocratiche, questa zona ha continuato a crescere. Ma arriviamo al punto, e sveliamo che il luogo magico è Portorosa. Un luogo (nella foto copertina) che ha continuato a crescere, attirando visitatori e residenti desiderosi di vivere in un contesto esclusivo e affascinante. Fra le curiosità che pochi conoscono, dal 1993 al 2012 Portorosa ha ricevuto la prestigiosa Bandiera blu, riconoscimento di eccellenza per la qualità delle acque e dei servizi offerti. Un segnale di attenzione all’ambiente e al turismo sostenibile. Nel cuore del Messinese, dunque, una vera e “piccola Venezia” che ammalia e incanta. Molto più che un semplice porto…