Assegno sociale 2025: perché l’INPS potrebbe dirti NO anche se guadagni poco | Il motivo è assurdo

Inps, soldi (foto teleone.it) - mediaoneonline.it

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Bonus e sostegni concreti da parte dell’Istituto di previdenza, ma ci sono importanti eccezioni: ecco cosa succede 

Negli ultimi anni l’INPS ha rafforzato, e pure parecchio, il proprio impegno nel supportare economicamente i cittadini in difficoltà. Non si parla solo di pensioni, ma anche di misure straordinarie, contributi e bonus che permettono a migliaia di famiglie di affrontare la vita quotidiana con maggiore serenità. L’obiettivo è chiaro: offrire un sostegno concreto a chi ha meno, garantendo una rete di protezione sociale sempre più estesa.

Tra le tante misure adottate, si ricordano i bonus una tantum per combattere l’aumento del costo della vita, i sussidi per i nuclei familiari a basso reddito, i contributi per gli affitti e il supporto a chi è in difficoltà per motivi sanitari o lavorativi. Anche nel 2025, l’INPS prevede una serie di nuove agevolazioni: dai bonus energetici a quelli per la spesa alimentare, passando per incentivi destinati a disoccupati e pensionati con redditi minimi.

Da sempre, la direzione dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ha ribadito come il sistema di welfare italiano debba essere sempre più inclusivo. È per questo che molti bonus sono stati estesi anche a coloro che, pur non avendo una lunga carriera contributiva, si trovano in condizioni di reale bisogno. Il criterio, quindi, non è più solo quello del reddito dichiarato, ma anche la capacità effettiva di sostenersi.

Uno degli strumenti fondamentali in questo senso è l’assegno sociale, una prestazione assistenziale pensata per chi si trova ai margini del sistema previdenziale. Ma attenzione: non basta avere pochi soldi per riceverlo. L’Inps, infatti, potrebbe dire di “no”. Andiamo a scoprire insieme il perché.

Il metodo degli importi “proporzionati”: come funziona

Iniziamo sottolineanando che l’assegno sociale è una misura economica erogata dall’INPS a partire dai 67 anni di età. Viene spesso chiamata “pensione sociale”, anche se non è legata a contributi versati. Si tratta di un sostegno destinato a chi vive in condizioni economiche difficili, senza un reddito sufficiente per vivere dignitosamente. Per l’anno 2025, il limite di reddito personale per richiederlo è di 7.002,84 euro annui, che salgono a 14.005,68 euro se si è coniugati.

L’importo mensile dell’assegno è di 538,68 euro per tredici mensilità. Chi ha un reddito pari a zero ha diritto all’importo pieno, mentre chi rientra nei limiti reddituali riceve un importo proporzionato. Tuttavia, c’è un aspetto che non tutti conoscono e che può fare la differenza tra ottenere o vedersi negare l’assegno.

Soldi e risparmi – foto (C) mediaoneonline.it

L’assegno sociale: ma a chi spetta?

Molti pensano che basti rientrare nei limiti reddituali per ottenere l’assegno sociale, ma non è così. La normativa e la giurisprudenza hanno chiarito che serve dimostrare uno stato di bisogno reale. Questo va oltre i numeri del 730 o dell’ISEE. L’INPS può infatti respingere la domanda anche se formalmente i redditi sono bassi, ma il patrimonio (mobiliare o immobiliare) o il tenore di vita fanno pensare a una condizione economica migliore. Ad esempio, chi ha un conto bancario cospicuo o spese elevate potrebbe non vedersi riconosciuto il diritto all’assegno, pur rientrando nei parametri reddituali. La Corte di Cassazione, però, ha stabilito che il diritto sussiste se il bisogno è reale, anche quando è causato da scelte personali. Donazioni, rinunce al mantenimento o altre decisioni che hanno portato all’indigenza non impediscono l’accesso all’assegno.

La chiave è quindi dimostrare concretamente la propria condizione: documenti, prove, spese, e ogni elemento utile a far capire che la persona non è in grado di sostenersi. I giudici, spesso, danno ragione al cittadino quando emerge la realtà dei fatti, al di là delle apparenze patrimoniali. In conclusione, il vero requisito per ottenere l’assegno sociale non è solo il reddito basso, ma lo stato effettivo di bisogno. Anche chi ha poco, se non è in una condizione documentata di necessità, rischia di veder respinta la propria richiesta. È importante quindi valutare attentamente ogni aspetto prima di fare domanda e, se necessario, farsi assistere da un esperto.