Banane, le migliori le riconosci proprio da questo minuscolo dettaglio: le altre sono piene zeppe di pesticidi | Buttale se le hai in casa

Supermercato banane - foto (C) MediaoneOnline.it
Sull’amato frutto qualcosa che nessuno si aspetta, e le verità emergono dall’inchiesta di una rivista di specialisti.
Nel settore della sicurezza alimentare, l’Italia si distingue per i suoi severi protocolli e controlli. Prima di arrivare sugli scaffali dei supermercati, alimenti come carne, pesce e verdura vengono sottoposti a verifiche dettagliate per individuare eventuali contaminazioni, patogeni o sostanze chimiche nocive. Gli standard europei impongono limiti rigorosi e obblighi di tracciabilità che partono dalla produzione e terminano con la distribuzione.
Le ispezioni sono condotte da diversi enti, tra cui ASL, NAS e personale tecnico dell’azienda. Campioni casuali vengono prelevati e analizzati nei laboratori per individuare pesticidi, antibiotici, metalli pesanti e altri residui potenzialmente pericolosi. Gli operatori del settore alimentare devono inoltre garantire la provenienza e la conservazione del prodotto tramite documentazione certificata.
Lo stesso rigore viene applicato alla frutta, specie a quella importata da paesi extra UE. La frutta tropicale, come mango, ananas e banane, percorre migliaia di chilometri prima di arrivare in Italia e subisce trattamenti post raccolta per prolungarne la conservazione. Tuttavia, non sempre ciò che arriva nei nostri carrelli è privo di rischi: le analisi rivelano spesso la presenza di pesticidi e sostanze chimiche anche in concentrazioni legali.
Tra i prodotti più venduti troviamo le banane, un frutto amato da grandi e bambini. Spesso si pensa erroneamente che sbucciarle elimini ogni rischio, ma un test condotto dalla rivista Il Salvagente dimostra, in poche parole, proprio il contrario: in molte banane vendute in Italia sono state rilevate tracce di pesticidi anche nella polpa.
Risultati inaspettati ed anche allarmanti
Ma andiamo all’inchiesta de il Salvagente, che ha analizzato ben 20 marchi di banane presenti nei supermercati e discount italiani. Tra i nomi noti figurano Chiquita, Dole, Del Monte, Conad, Coop Origine, Carrefour, Esselunga, Lidl, Eurospin, Todis, MD e Naturasì. L’indagine ha coinvolto anche versioni biologiche ed equosolidali.
I risultati sono preoccupanti: solo 3 referenze su 20 sono risultate completamente prive di pesticidi. Tutte le altre mostravano tracce di una o più sostanze chimiche, alcune delle quali molto pericolose per l’ambiente e la salute, come i neonicotinoidi, che sarebbero dannosi anche per le api. Il test ha evidenziato casi in cui una singola banana conteneva fino a 6 sostanze diverse, configurando il cosiddetto “effetto cocktail”. In generale, tuttavia, è da sottolineare che il problema riguarda anche la normativa. Alcuni pesticidi, come l’acido gibberellico, risultano legalmente autorizzati in Europa, nonostante l’EPA americana li abbia classificati tra le sostanze tossiche. Una regolamentazione più severa sembra necessaria per proteggere davvero i consumatori.

Biologiche? Non significa nulla: i campanelli d’allarme
Ma andiamo ai risultati che hanno stupito in tanti, perché, contrariamente a quanto ci si aspetterebbe, nemmeno le banane biologiche sono risultate immuni da contaminazioni. Le marche Lidl (Cabana), Esselunga Biologico Altromercato e Carrefour Biologico hanno ottenuto i punteggi più bassi nel test del Salvagente, rispettivamente 2, 3 e 3,5 su 10, risultando dunque in assoluto fra le peggiori in classifica. Le aziende coinvolte, come Esselunga e Carrefour, sono state contattate dalla redazione e hanno dichiarato sorpresa rispetto agli esiti. In seguito ai risultati, Esselunga ha immediatamente interrotto le forniture dal produttore coinvolto, mentre Carrefour ha avviato un’indagine interna per verificare eventuali criticità lungo la filiera.
Il test condotto da Il Salvagente rappresenta un campanello d’allarme importante: anche i prodotti biologici, spesso ritenuti più sicuri, possono nascondere insidie. La rivista ha attribuito un giudizio più severo alle referenze contaminate dai neonicotinoidi, e ha rilevato sostanze come imidacloprid, thiamethoxam e chlorfenapyr in diverse marche. L’unico modo per orientarsi consapevolmente nell’acquisto delle banane è dunque partire da questo dettaglio, non da poco, degli studi condotti. Necessario, dunque, consultare la classifica stilata da Il Salvagente e informarsi al meglio. L’indagine, che è stata svolta in maniera meticolosa, può certamente guidare nella scelta delle marche più sicure ed evitare quelle che presentano livelli elevati di pesticidi, anche se inferiori ai limiti di legge.