Cambiamenti climatici: chi dà la responsabilità alla CO2 e chi non è d’accordo. Le piogge provocate dall’uomo e la strana inondazione in Texas

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Si può parlare di clima e cambiamenti climatici senza scadere nell’ideologia? Si possono affrontare questi temi liberamente, senza condizionamenti economici e affaristici, provando a illustrare ciò che la scienza, fino ad oggi, ha messo a disposizione della nostra società? Di cambiamenti climatici si parla spesso, sia per il caldo eccessivo, sia per le continue alluvioni. L’Unione europea ha sposato la tesi che il clima stia cambiando perché nell’atmosfera è aumentata la concentrazione di anidride carbonica. E’ così? Alcuni ambientalisti ne sono convinti. Ma ci sono scienziati che negano questa tesi.

Uno di questi è Carlo Rubbia (https://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Rubbia), premio Nobel per la Fisica nel 1984, senatore a vita dal 2013 (qui il video nel suo intervento al Senato dove affronta proprio le questioni climatiche: https://www.youtube.com/watch?v=EKT7-aK49q8). Un altro scienziato che non è d’accordo sul clima che cambia a causa dell’eccesso di CO2 nell’atmosfera è l fisico, Antonino Zichichi (https://it.wikipedia.org/wiki/Antonino_Zichichi): qui di seguito il suo pensiero, espresso in un video, su clima e Co2: https://www.youtube.com/watch?v=BV5e0YwqWeQ).
Noi tra Unione europea e gli scienziati che manifestano dubbi sull’eccesso di CO2 responsabile dei cambiamenti climatici nutriamo fiducia verso i secondi. Se non altro perché abbiamo il dubbio che le lobby che governano l’Unione europea abbiano interesse a vendere le auto elettriche.

Non è una nostra supposizione, se è vero che negli anni in cui Angela Merxel ricopriva il ruolo di Cancelliere della Germania, i tedeschi hanno investito ingenti risorse in Cina, Paese tecnologicamente all’avanguardia nella produzione di auto elettriche. Poi è arrivata la guerra in Ucraina e l’Unione europea – e quindi, anche la Germania – si è schierata contro la Russia, che è alleata di ferro della Cina. Ma l’Unione europea insiste con la tesi che la CO2 è responsabile dell’aumento delle temperatura sulla Terra e con la riduzione della CO2 nell’atmosfera, con l’eliminazione graduale delle auto a benzina a gasolio. Posizione un po’ grottesca, perché quasi tutto il resto del mondo, a cominciare dagli Stati Uniti d’America, considerano il binomio CO2-riscaldamento dell’atmosfera una mezza bufala. Proprio in questi giorni l’Italia avrebbe dovuto eliminare dalla circolazione le auto Euro 5. Provvedimento che è stato rinviato al prossimo anno e che, con molta probabilità, verrà bloccato per sempre. Ed è anche logico: che senso avrebbe, ammesso e non concesso che la CO2 sia responsabile dell’aumento della temperatura sulla Terra – tesi, ribadiamo, smentita da tanti scienziati – che i soli 500 milioni di abitanti europei decidano di eliminare le auto a benzina e gasolio mentre nel resto del mondo tali auto continuino ad essere utilizzate? La spiegazione è una: nell’Unione europea ci sono interessi, che hanno poco o nulla a che vedere con la scienza, che vorrebbero sostituire le auto a benzina e a gasolio con le auto elettriche. Questa ‘operazione’ tragicomica è stata sgamata e gli ‘europeisti-CO2-udisti’, con molta probabilità, perderanno la partita.

Chiusa la parentesi tragicomica della ‘lotta alla CO2’ è importante porre una domanda: l’uomo è in grado di provocare le piogge artificiali? Fino a qualche anno fa chi lo sosteneva veniva catalogato fra i ‘complottisti’. Oggi non è più così. Il periodico ‘Focus’, che in materia scientifica è autorevole, nega la presenza di prove che certifichino che l’alluvione che lo scorso anno ha colpito Dubai sia stata provocata dalle piogge artificiali. Ma ammette che le piogge artificiali provocate dall’uomo oggi sono una realtà: “Che gli Emirati Arabi impieghino tecniche per favorire le piogge è noto – si legge su Focus -. Esiste un Programma di Ricerca degli Emirati Arabi Uniti per la Scienza dell’Incremento delle Piogge (UAEREP), gestito dal locale Centro Nazionale di Meteorologia (NCM), che finanzia ricerche in questo campo (proprio all’inizio del 2024 sono stati annunciati i vincitori di un premio per le tecnologie più promettenti in questo campo) (qui per esteso l’articolo di Focus: https://www.focus.it/scienza/scienze/piogge-torrenziali-dubai-indotte-cloud-seeding–semina-nuvole).
Oggi tutti sappiamo che i Governi di tanti Paesi del mondo sanno come si usa il cosiddetto cloud seeding (https://it.wikipedia.org/wiki/Inseminazione_delle_nuvole) tradotto forse impropriamente come inseminazione artificiale delle nuvole. Gli articoli che illustrano il cloud seeding che si trovano in rete sono tanti Per quanto ne sappiamo, i primi ad utilizzare le piogge artificiali sono stati gli israeliani e gli americani, soprattutto negli anni ’70 e ’80 del secolo passato (in realtà, c’erano già sperimentazioni anche prima). Poi sono arrivati altri Paesi. In Cina questa tecnologia è utilizzata da tempo. E con molta probabilità anche i russi sanno come si ‘maneggia’ il clima.

E’ possibile che le grandi potenze del mondo si facciano la guerra tra di loro utilizzando la manomissione del clima? Ci vorrebbero le prove: che non ci sono. Anche se certi fatti strani sono sotto gli occhi di tutti. Che dire, per citare un esempio di questi giorni, della pioggia torrenziale che ha colpito il Texas? Se andiamo a leggere attentamente le cronache dei fatti scopriamo che una pioggia spaventosa ha fatto esondare il fiume Guadalupe. In 45 minuti il livello dell’acqua si è alzato per 8 metri. Va da sé che le persone che si sono trovate nel bel mezzo di questa tempesta, se non sono riuscite a raggiungere alture superiori ad 8 metri non hanno avuto scampo. E infatti si contano oltre 100 morti. Fenomeno naturale? Fino a prova contraria, sì. Però c’è un retro-pensiero: dal confine tra Texas e Messico, che si estende per circa 2 mila Km, da decenni arriva in America la droga dei ‘cartelli’ sudamericani. Un affare immenso. Per la seconda volta il presidente Donald Trump sta provando, nel silenzio quasi generale, a fermare questo traffico di droga. Ci ha provato nei quattro anni della sua prima elezione alla Casa Bianca, dal 2016 al 2020, ma è stato fermato. Ora ci sta provando con più forza e con più convinzione. E, guarda caso, in Texas, è arrivata un’alluvione biblica.