Che fare per il caos di fine settimana nel tratto di autostrada Bagheria-Casteldaccia? Due rimedi siciliani: “Stativi a casa” o “Canciati strata”…

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L’Estate siciliana è iniziata mentre infuria senza sosta il ciclo degli appalti stradali eterni. Tutto avviene all’insegna del pressappochismo e della disorganizzazione. La manifestazione più eclatante del caos senza soluzioni si materializza lungo l’autostrada della Palermo-Catania, per la precisione nel tratto che va da Bagheria a Casteldaccia, nel Palermitano. Si tratta di due località turistiche che interessano non soltanto gli abitanti di queste due cittadine ma anche i turisti e gli abitanti del capoluogo dell’Isola. Non era difficile capire che con l’arrivo della stagione calda il traffico, lungo questo tratto di autostrada, sarebbe stato almeno dieci volte superiore alla media annuale.

Già l’asse Bagheria-Palermo è caotico in condizioni ordinarie, dal momento che ogni giorno è attraversato da migliaia e migliaia di lavoratori pendolari in auto, cittadini che vivono a Bagheria ma che lavorano a Palermo. Ora sono arrivati i palermitani che, soprattutto nel fine settimana, raggiungono (o quasi…) le località balneari che si snodano lungo l’asse autostradale Palermo-Bagheria-Casteldaccia-Santa Flavia. Il caos si completa con i catanesi che si recano a Palermo e con i palermitani che si recano a Catania. Sono notizie ordinarie, se non banali. Qualcuno tira in ballo l’ANAS, società che gestisce l’autostrada Palermo-Catania. Ma ANAS c’entra fino a un certo punto. La ‘visione’ e le direttive su come gestire i lavori nelle autostrade dovrebbero arrivare dalla politica regionale e, segnatamente, dall’assessorato alle Infrastrutture e ai Trasporti, branca dell’amministrazione regionale che non è certo un esempio di credibilità. Il nostro non è un giudizio di merito ma una constatazione di fatto. Vediamo il perché.

Siamo già entrati nel terzo anno del Governo regionale di Renato Schifani. Alcune cose, anche importanti, l’attuale esecutivo le ha fatte. Ma in materia di autostrade e, in generale, di trasporti aerei, marittimi, ferroviari e stradali le uniche cose concrete prodotte dal Governo Schifani sono le chiacchiere. Il costo dei biglietti aerei da e per la Sicilia sono rimasti salatissimi. I trasporti marittimi tra la Sicilia e le isole che la circondano costano tanto e non sono poco efficienti. I trasporti ferroviari siciliani sono ‘deliranti’. Mentre il caos sulle strade della nostra Isola è sotto gli occhi di tutti, dove più, dove meno. Clamoroso quanto è avvenuto per la nuova autostrada, o superstrada – o come diavolo si chiamerà, perché non si capisce più niente – Palermo-Agrigento.

Qualche mese prima della fine dello scorso anno l’assessore regionale alle Infrastrutture e ai Trasporti, Alessandro Aricò, come abbiamo documentato nella nostra inchiesta sulle grandi opere pubbliche siciliane eternamente incomplete (che puoi allegare qui), si era impegnato a presentare ai siciliani il completamento della nuova Palermo-Agrigento. Promessa solenne legata al fatto che dall’1 Gennaio di quest’anno Agrigento è la ‘Capitale della Cultura italiana’. Promessa non mantenuta, perché l’appaltismo stradale senza fine che va in scena sulla ‘futura’ Palermo-Agrigento ha superato anche questo ostacolo. Su questa strada si continua a lavorare e si lavorerà per altri due, tre, cinque, dieci anni. Tanto chi è che controllerà non soltanto lo stato dei lavori ma soprattutto i milioni e milioni di euro che si stanno spendendo e che si continueranno a spendere? Per i cittadini e per i turisti che si avventurano su questa strada disagi senza fine dei quali i mezzi di informazione non si occupano quasi più, perché tanto è tempo perso.

Per tenere in piedi l’appaltismo autostradale e stradale in salsa siciliana serve l’abitudine. Chi percorre l’autostrada Palermo-Messina sa benissimo a quali disagi va incontro. Idem per la Messina-Catania o per l’autostrada lasciata a metà Catania-Siracusa. O anche per la Palermo-Catania. La ‘news’ della Palermo-Catania che il sistema appaltistico senza fine e la Regione siciliana non hanno minimamente calcolato è l’aumento del flusso di automobilisti lungo il citato asse Palermo-Bagheria-Casteldaccia-Santa Flavia. Ci sarebbe, volendo, anche Termini Imerese, che noi teniamo fuori, ma anche da questo centro, ogni giorno, ci sono pendolari che vanno e vengono da Palermo. Se andiamo a dare un’occhiata all’autostrada Messina Catania ci accorgiamo che anche lì sono in corso i soliti lavori di manutenzione: interventi per il ripristino di barriere e cordoli, sostituzione di guardrail con nuove barriere New Jersey, chiusure temporanee di alcuni svincoli. Anche da quelle parti ci sono state proteste, tutto sommato contenute, perché il grosso dei lavori è stato fatto nei mesi invernali. Un po’ più complicato l’eterno appaltismo stradale lungo l’autostrada Siracusa-Gela lasciata a metà (nel senso che verrà completata tra 20-30 anno, o giù di lì). In questa autostrada vanno in scena due tipi di lavori: l’eterno completamento che vedrà la luce chissà quando e i lavori lungo il tratto che collega Modica con Ispica. Anche in questo caso, soliti lavori in corso e immancabili disagi per i cittadini.

Ma lungo l’asse Palermo-Santa Favia, passando per Bagheria e Casteldaccia, questa volta, l’hanno combinata grossa. Bene o male, nelle altre autostrade e strade siciliane dove politica, sindacati e imprese si cimentano negli appalti senza fine e, soprattutto, senza controlli (il ‘culo parato’ a 360 gradi è la condizione fondamentale per tenere in piedi lavori eterni), alla fine si trova: tu spostati di qua, libera questo tratto di strada di là, tiritip e tiritap. Se il ‘bordello’ non è eccessivo, beh, cittadini siciliani e turisti si adeguano, così come si adeguano all’immondizia abbandonata per le strade, ai biglietti aerei-salasso, alla ‘siccità’ con gli invasi artificiali pieni d’acqua, ai dissalatori mentre piove, agli autovelox-bancomat e alle ZTL altrettanto-bancomat per foraggiare i Comuni senza soldi. Ma se il ‘bordello’ esplode, come succede ormai da un mese e forse più nei fine settimana nel tratto di autostrada tra Bagheria e Casteldaccia, ebbene, c’è il rischio di una ‘frittata’. Controlli, magari economici e contabili, ci sentiamo di escluderli: gli appalti eterni di strade, autostrade e ferrovie in salsa sicula sono sacri e non sono in discussione.

Quando ‘a pentola vugghi pi tutti’ non ci sono problemi. Via, una soluzione la troveranno: qualche arrampicata verso il cielo, un sottopassaggio, al limite anche sottomarino. Insomma, non è che le migliaia e migliaia di persone che ogni fine settimana si recano al mare lungo questo tratto di autostrada possono ‘rompere’ più di tanto? Per cortesia! Si adegueranno anche loro. Un paio d’ore sotto il sole cocente? Ormai nelle auto ci sono i condizionatori. Un po’ d’aria fresca mentre fuori il sole picchia, volendo, è un bel contrasto: fortifica l’anima e la mente. Gli automobilisti siciliani debbono cominciare a capire che per gli appalti autostradali e stradali in salsa sicula l’Estate, il mare, i turisti e gli stessi cittadini della nostra Isola che si recano nelle spiiagge sono incidenti di percorso: ‘monadi senza finestre’ che rischiano di inceppare l’eterno incedere dei capitolati di appalto, delle perizie di variante, dei concordati (ogni tanto qualche azienda fallisce, tutto ‘appattato’, perché si ‘sistema’ sempre tutto). Insomma, in Sicilia, quando si crea qualche intoppo, tipo tratto autostradale Bagheria-Casteldaccia entrano in scena i due detti siciliani: “Stativi a casa” o “Canciati strata”… Come dicono i grandi sindacati: “L’operai travagghianu”. Guai a disturbare.