Chi possiede questa caratteristica comportamentale è più FELICE: tutti gli psicologi sono d’accordo | 1 persona su 10 ce l’ha

Felicità - Mediaoneonline.it (Fonte Pexels)
Ma quali sono le qualità che rendono davvero speciali le persone? L’analisi e la scoperta.
Non è uno studio semplice, ma gli esperti non hanno voluto rinunciare a priori. Nel mondo della psicologia, da sempre si analizzano le qualità che rendono una persona apprezzata, ricordata e amata. Alcune caratteristiche, più di altre, sembrano scolpire un’impronta duratura nei ricordi e nei cuori degli altri. E attenzione: non si tratta soltanto di bellezza esteriore o abilità particolari, ma di quelle virtù “silenziose” e quotidiane che, alla lunga, fanno favvero la differenza nei rapporti umani.
Qualità come la bontà, l’ironia, la generosità, la disponibilità, la compassione e la gratitudine rappresentano pilastri di relazioni sane e costruttive. Sono valori universali, capaci di unire le persone al di là delle differenze culturali o sociali. Chi li possiede viene ammirato, stimato, ricercato. Ma c’è una virtù che, più di tutte, lascia un segno profondo. E questa è la gentilezza.
Rifletteteci un po’ su. Fino ad accorgervi e percepire che, chi è gentile, viene sempre ricordato con affetto. Non importa quanto tempo sia passato, un atto di cortesia, un gesto empatico o una parola detta con delicatezza restano impressi. La gentilezza è un ponte tra le anime, un collante silenzioso che rende tutto più umano. Non è un caso se oggi più che mai viene studiata dagli psicologi per il suo impatto su benessere, salute mentale e relazioni.
Essere gentili non significa essere deboli o remissivi. Al contrario, implica una profonda forza interiore. Richiede controllo emotivo, empatia, apertura mentale e volontà di costruire un ambiente positivo. La gentilezza è un valore in via d’estinzione? Forse. Ma proprio per questo, quando si manifesta, brilla più di qualunque altra cosa.
Il valore psicologico della gentilezza
Secondo Davide Carlotta, psicologo e psicoterapeuta dell’Istituto di Cura Città di Pavia, la gentilezza è una qualità complessa, fatta di emozioni e comportamenti prosociali: cura, altruismo, empatia, gratitudine, compassione. Ogni volta che compiamo un gesto gentile, attiviamo queste aree dentro di noi, migliorando la percezione di sé e la qualità delle relazioni.
Essere davvero gentili implica coinvolgimento emotivo (come la simpatia e il rispetto), cognitivo (la capacità di comprendere l’altro punto di vista) e comportamentale (il compiere azioni che aiutano o valorizzano chi ci sta accanto). Questo approccio integrato ha un impatto benefico non solo sugli altri, ma anche su noi stessi.

I benefici sul cervello e sul corpo
Quando siamo gentili, il nostro cervello risponde aumentando i livelli di ossitocina e serotonina, due ormoni legati al benessere e alla felicità. Proprio così: ci sentiamo più felici, proprio perché gli effetti positivi si estendono anche al corpo. Miglioramento dell’umore, riduzione dello stress, maggiore resilienza. Si innesca così un circolo virtuoso che promuove ulteriori comportamenti positivi e cooperativi. E non è nemmeno una caratteristica “da tutti”: anzi, considerata una “virtuale” percentuale, si può dire che, in fin dei conti, siano davvero in pochi a possederla.
Uno studio metanalitico citato da Carlotta conferma che la gentilezza ha effetti comparabili a tecniche psicologiche come la mindfulness o il pensiero positivo. E non si tratta solo di benefici a breve termine: l’abitudine alla gentilezza può trasformare la nostra vita e quella degli altri nel lungo periodo, rendendoci più felici, sereni e appagati. Un po’ come una magia. Senza dubbio, una delle più belle.