È il borgo più piccolo di tutta la Sicilia ed è abitato da solo 163 anime: si trova in provincia di Messina ed è tra i 5 comuni meno estesi di Italia

Il paesino visto dall'alto (foto sicilyactive) - mediaoneonline.it
Roccafiorita, il borgo più piccolo del Sud Italia, combatte per non “scomparire”: i progetti per la “rinascita”.
Immaginate un paesino in cui si trova appena un bar, tre ristoranti e poco altro. Non è un quartiere dimenticato da Dio, ma un’intera cittadina: Roccafiorita, minuscolo centro siciliano incastonato tra i monti Peloritani, a ben 720 metri d’altitudine. È situato in provincia di Messina, a pochi chilometri dalla rinomata Taormina. Ma a differenza della celebre località turistica, qui la vita scorre lenta, quasi immobile.
Questo borgo, che oggi conta appena 180 abitanti, è il comune meno popoloso del Sud Italia. Eppure, nel 1831, Roccafiorita vantava oltre 500 residenti. Il calo drastico è frutto di decenni di emigrazione, iniziata già nei primi anni del Novecento. Molti hanno abbandonato il paese per cercare fortuna nelle Americhe, nel Nord Europa o nel Nord Italia. Oggi, chi resta lo fa per amore delle proprie radici o per la tranquillità impagabile del luogo.
Ma le conseguenze dello spopolamento sono gravi. Il rischio concreto è che, nel giro di pochi anni, Roccafiorita possa perdere anche quel poco che le resta. Gli effetti sono già visibili: le scuole sono state accorpate al vicino comune di Limina, e se anche quelle chiudessero, il destino del paese sarebbe segnato. Lo stesso ex sindaco Concetto Orlando ha dichiarato che «la tendenza è quella di spostarsi verso la costa, abbandonando progressivamente le aree montane».
Una situazione che non riguarda solo Roccafiorita, ma molti altri borghi siciliani a rischio estinzione. I giovani partono, i servizi scompaiono, le case restano vuote. La rete di relazioni sociali si sgretola. Il turismo giornaliero, per quanto utile, non è sufficiente. Il Comune dispone di appena 20 posti letto per i visitatori, troppo pochi per costruire un’economia sostenibile basata sull’accoglienza. Eppure, la cittadina offre panorami mozzafiato e un’atmosfera autentica che altrove è ormai un lontano ricordo.
Gli ostacoli alla “rinascita” per il richiamo dei turisti
Il rilancio di Roccafiorita passa anche – e soprattutto – attraverso le infrastrutture. La principale via d’accesso al borgo, gestita dalla Città metropolitana di Messina, versa in condizioni precarie. Una situazione che rende difficile non solo la vita quotidiana dei residenti, ma anche la permanenza dei turisti, scoraggiati da collegamenti inefficienti e strade trascurate. Il patrimonio naturale e culturale di Roccafiorita rischia così di rimanere isolato, invisibile agli occhi del mondo.
In mancanza di una vera strategia politica, questi piccoli centri rischiano l’oblio. Servono investimenti mirati, interventi infrastrutturali e progetti che incentivino le giovani famiglie a restare o tornare. Non basta promuovere eventi culturali o fiere tradizionali se poi manca tutto il resto: servizi sanitari, trasporti, connessioni digitali, scuole. Ogni giorno perso è un passo in più verso la scomparsa.

Le soluzioni per ampliare l’offerta e le strutture
Nonostante tutto, il Comune di Roccafiorita non si arrende. L’amministrazione sta cercando soluzioni per ampliare l’offerta turistica, puntando su un turismo lento e consapevole. L’obiettivo è far sì che i visitatori non si limitino a una breve escursione giornaliera, ma si fermino a dormire, a vivere il borgo, a scoprirne le tradizioni. L’aggiunta di nuove strutture ricettive è in fase di valutazione, con l’intento di rilanciare l’economia locale e creare qualche nuova opportunità di lavoro.
La speranza è che, attraverso sinergie tra enti locali, Regione e fondi europei, Roccafiorita possa trasformarsi in un modello di rinascita per altri borghi a rischio. Ma il tempo stringe. Senza interventi rapidi e strutturali, anche l’identità culturale rischia di andare perduta. E con essa, un pezzo prezioso della nostra Sicilia più vera.