È nella tua cucina in questo momento e PUÒ UCCIDERTI: l’allarme dei medici italiani | Buttala subito

cucina - foto (C) Mediaoneonline.it
Un oggetto assolutamente comune in cucina finisce sotto accusa: gli esperti avvertono sui rischi per la salute
Quando si parla di sicurezza domestica, la prima stanza della casa che dovrebbe venire in mente è la cucina. Non solo è il luogo in cui ci si esprime attraverso ricette, sapori e tradizioni, ma è anche il teatro di numerosi incidenti domestici ogni anno. Tagli, ustioni, cadute… eppure, c’è un altro tipo di pericolo, più silenzioso, ma altrettanto insidioso: quello legato a sostanze tossiche presenti negli oggetti di uso quotidiano.
Troppo spesso trascuriamo il fatto che molti utensili e strumenti da cucina sono realizzati con materiali trattati chimicamente, pensati per migliorarne le prestazioni. Padelle antiaderenti, teglie ultra-resistenti, contenitori da microonde… tutti elementi che, quando sottoposti a calore, possono rilasciare sostanze potenzialmente pericolose. Il microonde stesso, ad esempio, funziona tramite radiazioni non ionizzanti: nulla di dannoso se usato correttamente, ma se combinato con contenitori in plastica inadatti, può diventare un rischio reale.
Lo stesso vale per le pentole con rivestimenti in teflon: al di sopra di certe temperature, queste superfici possono deteriorarsi e rilasciare sostanze che, secondo studi recenti, potrebbero danneggiare fegato, tiroide e sistema immunitario. La scienza continua a indagare, ma intanto la prudenza resta d’obbligo.
Perfino le pellicole per alimenti e i contenitori da freezer possono contenere plastiche e additivi chimici che, se usati male o riutilizzati più volte, finiscono col contaminare il cibo. E spesso, ciò che è “comodo”, nasconde un prezzo nascosto: la salute. Ma c’è un allarme che è stato lanciato su un altro degli oggetti più comuni, in cucina. Scopriamo quale ed anche il perché.
Svelato l’oggetto incriminato: ecco a cosa stare attenti
Oggi più che mai, tutto deve essere veloce, semplice, funzionale. Basta poco: una padella dove l’uovo scivola via, una teglia che non si sporca, un contenitore che si infila in forno e poi in frigo senza problemi. Ma questi piccoli miracoli quotidiani sono frutto di trattamenti industriali che raramente conosciamo fino in fondo.
Non sempre la legge impone trasparenza, e così ci ritroviamo ad acquistare prodotti “performanti” senza sapere se contengano sostanze nocive. Il problema principale? Queste sostanze, spesso, non vengono eliminate dal nostro organismo. Rimangono. Si accumulano. E nel tempo possono portare a problemi anche seri. Ed è il caso del particolare materiale di cui parliamo più sotto.

Il “lato oscuro” della comodità in cucina
Ed ecco che arriva la vera rivelazione: tra gli oggetti sotto accusa troviamo la comunissima carta da forno. Secondo Francesco Romizi dell’ISDE (Associazione Italiana Medici per l’Ambiente), alcune carte forno contengono PFAS, sostanze chimiche impiegate per renderle resistenti al calore, impermeabili e antiaderenti.
Il problema? I PFAS sono noti per la loro persistenza nell’organismo umano. Una volta entrati, non se ne vanno più. L’appello degli esperti è chiaro: scegliere carta forno che riporti chiaramente l’assenza di PFAS e rispettare le temperature indicate. Mai riutilizzarla. Esistono anche alternative più naturali, come i fogli realizzati con foglie di banano o di mais: biodegradabili, sicuri e amici dell’ambiente. La consapevolezza parte proprio da qui. Da oggi in poi, dunque, massima attenzione quando la usate: i rischi sarebbero parecchi, senza le dovute precauzioni.
