Erogato l’ennesimo bonus, il Governo pensa anche a questa categoria (bistrattata) di italiani: pioggia di soldi sul conto corrente

Soldi (foto pexels) - mediaoneonline.it

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I bonus per i lavoratori rappresentano un’arma fondamentale: ecco le ultime ottime news dal governo.

I dati non sbagliano e, purtroppo, nel contesto economico attuale l’Italia continua a presentare una delle crescite salariali più lente d’Europa. Secondo i “numeri” dell’ISTAT, lo stipendio medio netto mensile si attesta intorno ai 1.400 euro, ma oltre il 65% dei lavoratori italiani dichiara di desiderare un aumento di almeno 300 euro per affrontare il rincaro del costo della vita. L’inflazione, che ha raggiunto picchi del 6% negli ultimi anni, ha eroso il potere d’acquisto e accentuato il malcontento.

In risposta a questo scenario, i sindacati hanno intensificato la loro pressione sul governo per ottenere misure più incisive. La richiesta principale riguarda l’introduzione di bonus strutturali e non occasionali, destinati a tutelare soprattutto le fasce più deboli: lavoratori a basso reddito, giovani e famiglie con figli. Tra le proposte avanzate c’è anche quella di una detassazione degli straordinari e di un ampliamento del welfare aziendale.

Il governo italiano, nella legge di Bilancio 2025, ha varato un pacchetto di bonus volto a supportare i lavoratori dipendenti. Tra questi spiccano il bonus tredicesima per i redditi fino a 25.000 euro, il taglio del cuneo fiscale confermato anche per quest’anno e nuovi sconti fiscali per famiglie numerose. Altre misure includono il rafforzamento dell’Assegno Unico Universale e nuove agevolazioni sui trasporti pubblici.

Ma una delle categorie spesso dimenticate, quella dei lavoratori autonomi con partita Iva, trova finalmente spazio con una serie di agevolazioni mirate. Andiamo a scoprire nei particolari di cosa si tratta e coe sarà possibile, per questa categoria, trarre vantaggio.

Bonus 2025, ecco tutte le misure disponibili

La legge di Bilancio conferma il bonus ISCRO 2025, ovvero l’Indennità straordinaria di continuità reddituale operativa, rivolta a chi ha subito un calo di fatturato superiore al 70% rispetto ai due anni precedenti. L’importo mensile varia tra i 252 e gli 806,40 euro e viene erogato per sei mesi agli iscritti alla Gestione Separata Inps. Tra i requisiti essenziali, dunque, la partita Iva che deve essere attiva da almeno tre anni, il reddito del 2024 non deve superare i 12.000 euro e il lavoratore non deve ricevere altri sostegni al reddito. La domanda va presentata sul portale Inps entro il 31 ottobre 2025 utilizzando SPID, CIE o CNS.

Per i nuovi autonomi, il governo ha introdotto nel 2025 uno sconto contributivo del 50% per chi apre una partita Iva in Gestione Artigiani e Commercianti. Questo abbattimento dell’aliquota porta a un versamento previdenziale inferiore, passando da circa 4.400 a 2.200 euro annui. Inoltre, è possibile ottenere l’anticipo NASpI: chi percepisce l’indennità di disoccupazione può richiederla in un’unica soluzione entro 30 giorni, se decide di avviare un’attività autonoma. Per farlo occorre presentare anche un business plan sul portale Inps. L’importo massimo erogabile è pari a 1.550,42 euro.

Busta paga lavoro (foto fiscoequo.it) - mediaoneonline.it
Busta paga lavoro (foto fiscoequo.it) – mediaoneonline.it

Agevolazioni fiscali per i lavoratori in regime forfettario

E i lavoratori in regime forfettario non sono esclusi dai benefici. Il governo ha previsto per loro uno sconto contributivo del 35%, con domanda da presentare entro fine febbraio. Inoltre, è stato innalzato il tetto di reddito cumulabile con lavoro subordinato a 35.000 euro lordi. È bene ricordare che le soglie previste per gli autonomi forfettari valgono anche per chi ha contratti co.co.co., borse di studio o redditi pensionistici.

Tutto ciò consente una maggiore flessibilità nell’accesso ai bonus. E, per concludere, resta da ricordare che è attivo anche il bonus ristrutturazioni 2025 per i possessori di partita Iva. La detrazione è del 50% per lavori su prima casa e del 36% per altre abitazioni, fino a un massimo di 96.000 euro. Il beneficio, suddiviso in 10 anni, è accessibile anche ai comodatari e soci di cooperative.