“Ho comprato l’auto a mio figlio e il Fisco mi ha aggredito”: tutta colpa del bonifico | Cosa ha scritto sulla causale

Concessionario auto - Mediaoneonline.it

Concessionario auto - Mediaoneonline.it (Fonte Pexels)

A volte si fanno con leggerezza, ma alcuni bonifici bancari possono costare davvero tanto…

Sono operazioni che da sempre si sono svolte senza troppi pensieri, ma, soprattutto negli ultimi anni, l’attenzione richiesta è alta, altissima. Parliamo di quando si effettua un bonifico bancario, anche per operazioni comuni. E’ importante, infatti, seguire alcune regole precise imposte dalla banca e dalle normative fiscali.

Ogni transazione deve essere chiara, tracciabile e motivata da una causale comprensibile. Le banche, in linea con la normativa antiriciclaggio, sono infatti tenute a vigilare su movimenti sospetti o di importo rilevante, anche quando avvengono tra familiari. Per questo, anche semplici trasferimenti possono attrarre l’attenzione delle autorità se non spiegati correttamente.

Prendiamo ad esempio un genitore che effettua un bonifico di 25.000 euro al figlio. La banca può chiedere chiarimenti e, in assenza di una causale appropriata, anche l’Agenzia delle Entrate può attivare accertamenti. Il rischio aumenta se si effettuano più bonifici ravvicinati e senza motivazione. Inoltre, trasferire denaro in contanti per poi depositarlo sul conto del figlio può rappresentare un’ulteriore criticità.

Per chi aiuta economicamente i figli, soprattutto in momenti chiave della loro vita — come l’acquisto della prima casa o di un’automobile — è fondamentale agire con trasparenza. I bonifici devono essere documentati, con causali dettagliate e coerenti con lo scopo della liberalità. Anche se il gesto nasce da un intento nobile e familiare, occorre muoversi con attenzione.

“Voglio fare un bonifico a mio figlio… Cosa non devo fare?”

In Italia, sia chiaro, non esistono limiti legali per i bonifici da un genitore al figlio. La legge non impone tetti massimi agli importi e non richiede che siano frazionati per evitare controlli fiscali. Anzi, è preferibile effettuare un bonifico unico e tracciabile, che garantisca la trasparenza dell’operazione. Questo tipo di operazione è definita “donazione indiretta”. Si verifica quando il genitore fornisce i mezzi economici per permettere al figlio di acquistare un bene — per esempio, una casa o un’auto — ma non trasferisce direttamente l’immobile. In questi casi, non è obbligatorio l’intervento di un notaio, purché sia ben chiara la destinazione della somma.

Uno degli aspetti più delicati è la causale. È proprio questa che può fare la differenza tra un bonifico trasparente e uno potenzialmente sospetto. Scrivere “prestito” o “regalo” in modo generico può creare ambiguità. Al contrario, indicazioni come “donazione per acquisto prima casa Nome Cognome” o “regalo per acquisto auto Nome Cognome” rafforzano la natura liberale dell’operazione e ne chiariscono la destinazione. La causale giusta consente al beneficiario di dimostrare, in caso di controlli, la legittimità del trasferimento. Inoltre, la tracciabilità permette anche di evitare contestazioni su redditi non dichiarati, soprattutto se le somme vengono usate per spese importanti e visibili (come un acquisto immobiliare).

Firma su un assegno soldi (foto debitobancario) - mediaoneonline.it
Firma su un assegno soldi (foto debitobancario) – mediaoneonline.it

Occhio al Fisco: ecco quando scattano i controlli sui bonifici e donazioni

Un bonifico, anche se tra familiari, può far scattare l’interesse del Fisco se presenta elementi anomali. Bonifici frequenti, non motivati, o di importi molto elevati possono generare sospetti. Tuttavia, se la causale è chiara e il trasferimento è giustificabile come donazione tra parenti, l’operazione è pienamente legittima e non genera accertamenti automatici. Va ricordato che le donazioni tra genitori e figli sono soggette a una franchigia di 1 milione di euro per ciascun beneficiario. Superata questa soglia, si applica un’aliquota del 4% sull’eccedenza. Quindi, solo in casi di donazioni superiori a 1 milione, può essere richiesta un’imposta. Per cifre inferiori, non è dovuto nulla e non vi è obbligo di dichiarazione nel 730.

È importante anche rispettare la destinazione del denaro: se la causale parla di “donazione per acquisto dell’auto”, la somma dovrebbe effettivamente essere utilizzata per quell’acquisto. In caso contrario, potrebbero sorgere dubbi sull’effettiva natura dell’operazione. Infine, evitare movimenti “sospetti”, come prelievi e versamenti in contanti senza giustificazione, è fondamentale per non insospettire l’Agenzia delle Entrate. Il Fisco, infatti, può effettuare controlli incrociati anche a distanza di anni, specie se i flussi non trovano corrispondenza nei redditi dichiarati.