Il fumo di uno spaventoso incendio nei boschi del Canada, complici i venti, è arrivato in vaste aree degli Stati Uniti d’America e anche in Europa, Italia compresa

La notizia non viene molto valorizzata eppure non è una cosa da nulla. Gli estesi e incontrollati incendi boschivi in corso ormai da alcuni giorni in Canada stanno creando sei problemi in alcune aree di questo Paese, in un’ampia zona degli Stati Uniti d’America e qualche problema anche in alcuni Paesi dell’Europa, se è vero che il fumo ha attraversato l’oceano Atlantico ed è arrivato nel Vecchio Continente. Il fumo prodotto dagli incendi in Canada è giunto in queste ore anche in Italia, alle Alpi all’Abruzzo.
Non c’è da stupirsi di quanto sta avvenendo, perché il Canada, secondo Paese al mondo per estensione territoriale, ospita un vasto territorio forestale, con circa 362 milioni di ettari, che rappresentano l’8,5% della superficie dei boschi presenti sulla Terra. In Canada gli incendi boschivi sono sempre stati un problema. Negli ultimi tre anni, però, la situazione è notevolmente peggiorata, sia per questioni climatiche, sia perché i Governi di questo Paese non brillano per prevenzione degli incendi boschivi. Basti pensare che nel 2023 gli incendi hanno incenerito poco più di 18 milioni di ettari di foreste canadesi. Un ettaro, per la cronaca, equivale a 10 mila metri quadrati: 18 milioni di ettari di boschi in fiamme danno vita a un’estensione spaventosa. Anche tre anni fa successe quello che sta succedendo in questi giorni: grandi incendi boschivi incontrollati in Canada, produzione di enormi nuvole di fumo che hanno invaso alcuni Paesi degli Stati Uniti d’America e problemi, in alcuni casi seri, in Europa.
In questo momento, in Canada, il fumo degli incendi boschivi, trascinato dal vento, ha colpito tre province di questo Paese. Fino ad ora i cittadini canadesi che sono stati costretti a lasciare le proprie abitazioni perché l’aria è diventata irrespirabile sono circa 30 mila. La situazione è in evoluzione. Il problema, come già accennato, sta coinvolgendo gli Stati Uniti d’America. Gli effetti del fuoco nell’aria, con la produzione di sostanze tossiche, vengono monitorati dall’Agenzia statunitense per la Protezione Ambientale (EPA), che ha rilevato una qualità dell’aria compresa tra moderata e malsana in molte zone degli USA. In questo momento le analisi sulla qualità dell’aria vengono effettuate in gran parte della costa orientale americana, nel Midwest e nel Sud degli Stati Uniti d’America. “Le autorità di New York – leggiamo in un articolo di RE SOIL FOUNDATION – hanno emesso un avviso sulla qualità dell’aria valido per diverse contee, comprese alcune aree di New York City. Il Dipartimento per la Conservazione Ambientale di New York ha raccomandato di limitare le attività fisiche intense all’aperto. Bambini piccoli, anziani e persone con problemi respiratori sono particolarmente a rischio. Anche il New Jersey ha emesso un’allerta arancione per la qualità dell’aria in diverse zone dello stato. Un’allerta arancione segnala livelli di inquinamento atmosferico pericolosi per gruppi sensibili. Tra questi vi sono le persone con asma, malattie cardiache o polmonari. Nel frattempo, anche l’Iowa ha adottato misure precauzionali, dichiarando un’allerta valida fino a giovedì. Le autorità locali hanno previsto fitte coltri di fumo intermittente” (qui l’articolo per esteso: https://resoilfoundation.org/ambiente/canada-clima-siccita-incendi/#:~:text=L’anticipo%20della%20stagione%20degli,232.000%20evacuati%20in%20diverse%20province.).
Il problema è serio. In Canada, lo ribadiamo, la presenza degli incendi nelle aree verdi è una costante. Tant’è vero che in questo Paese si parla di stagione degli incendi boschivi, che inizia a fine Maggio e arriva fino a Settembre. Di solito i mesi in cui si registrano più incendi sono Luglio e Agosto. Questo spiega la grande preoccupazione, perché la situazione, che è già problematica, potrebbe peggiorare. Le cause vanno ricercate in parte nel clima, con particolare riferimento alla siccità, e in parte nella carente azione di prevenzione del fuoco, che negli ultimi anni, in Canada, ha lasciato molto a desiderare. Ma c’è un terzo fattore, al quale non viene dato il peso che forse merita: il dolo. Infatti, tanti incendi boschivi sono di origine dolosa. In alcuni casi c’è una matrice affaristica: si eliminano boschi per realizzare altre attività. In altri casi gli incendi boschivi hanno, come dire?, un’origine dolosa inquietante.
Due anni fa, a Settembre, proprio mentre in Canada infuriavano incendi boschivi che definire terrificati è poco, vista la loro estensione territoriale, il blog The Hour Sicilia, nella rubrica ‘Nota Diplomatica’, ha rivelato l’esistenza di gruppi di ambientalisti un po’ esagitati che vorrebbero eliminare i problemi di inquinamento del mondo con una soluzione ‘leggermente’ radicale: eliminando dal nostro Pianeta la specie umana: “Se si accetta la posizione degli ultra-ecologisti secondo cui l’essere umano è la fonte primaria di ogni nostro guaio ambientale – si legge nell’articolo – allora farla finita con la popolazione terrestre ha una sua logica. Se non altro, ciò risolverebbe pressanti problemi come l’inquinamento e il riscaldamento globale… Esiste infatti da tempo un ente che promuove l’estinzione della vita umana. Si chiama il Voluntary Human Extinction Movement, il ‘Movimento per l’estinzione umana volontaria’. Fondato nel 1991, è tuttora attivo come una sorta di ONG che sostiene – esattamente come dice il nome – l’estinzione della specie umana, da compiere attraverso il rifiuto alla riproduzione: compresa, secondo qualcuno dei suoi aderenti più entusiasti, la sterilizzazione obbligatoria… È una proposta della frangia, ma abbraccia la logica di quella parte dell’opinione pubblica che ritiene che la Terra nasca come una sorta di Giardino d’Eden (l’equilibrio ecologico naturale…) e che il nostro peccato originale – da estinguere, per l’appunto – sia il consumismo, aggravato forse dall’aria condizionata e da pensieri politici ‘sbagliati’…”.
Insomma, come proveremo a illustrare in successivi articoli, questa posizione estrema non è da prendere sottogamba. Perché gli incendi boschivi non riguardano solo il Canada, che è sicuramente un caso eclatante, perché oltre 18 milioni di ettari di boschi che vanno in fumo sono un numero impressionante. Ogni anno gli incendi boschivi colpiscono varie aree del mondo. Queste sette, chiamiamole così, di esaltati non vanno trascurate. Chi scrive segue gli incendi boschivi che si susseguono nel mondo dal 2016. Tra alti e bassi, ribadiamo, gli incendi delle aree verdi sono in molti casi dolosi. E sono in crescita. Ricordiamoci che la vita sulla Terra dipende dal regno vegetale. Senza le piante che, con la fotosintesi clorofilliana, trasformano l’anidride carbonica in ossigeno, la vita sulla Terra non esisterebbe. Se operano sette che vogliono eliminare la vita nel nostro Pianeta – e purtroppo esistono – le aree verdi, o meglio, l’eliminazione delle aree verdi potrebbe essere un mezzo per raggiungere il loro folle obiettivo. (foto greenpeace)