Il miglior panino d’Italia? Lo mangi in SICILIA | Campania e Toscana accettano la sconfitta, questa la “classifica” ufficiale

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Ma quali sono i migliori indirizzi del 2026, secondo gli esperti del Gambero Rosso? La gustosissima lista
Diciamolo subito: le classifiche gastronomiche sono da sempre una bussola per chi ama viaggiare… anche con il palato. Non si tratta solo di elenchi, ma di vere e proprie mappe culturali che raccontano territori, storie e comunità attraverso i loro piatti. Ogni anno, infatti, diverse guide mettono in evidenza le eccellenze della cucina italiana, sia quella stellata dei ristoranti, sia quella più genuina che si trova lungo le strade delle nostre città. Tra queste, una delle più attese è senza dubbio la guida dedicata allo street food del Gambero Rosso, capace di fotografare il fenomeno del cibo di strada in tutte le sue sfaccettature.
Negli ultimi anni, lo street food ha guadagnato un ruolo centrale nelle abitudini degli italiani e dei turisti. Non è più considerato un cibo “povero” o di ripiego, ma un’alternativa concreta e gustosa alla ristorazione tradizionale. La sua forza sta nella semplicità, nell’immediatezza e nella capacità di valorizzare materie prime locali in ricette che si tramandano da generazioni. Dai panini imbottiti alle focacce, dalle olive ascolane ai fritti di pesce, passando per i truck moderni che sperimentano con contaminazioni etniche, la varietà è immensa.
Il Gambero Rosso, dal 2013, seleziona i migliori indirizzi italiani dedicati a questo settore, premiando chi riesce a proporre non solo qualità, ma anche passione e rispetto delle tradizioni. La guida 2026 conferma il trend positivo con ben 685 attività recensite, di cui 121 new entry, un numero superiore a quello dell’anno precedente. Un segnale che testimonia quanto lo street food sia in continua crescita, capace di innovarsi e al tempo stesso di restare ancorato alle radici del gusto autentico.
L’elemento più affascinante di queste classifiche è la loro capacità di raccontare un’Italia diversa, fatta di piccoli borghi, mercati popolari e botteghe artigiane. Dietro ogni nome segnalato c’è una storia: quella di un forno che sforna pizze da generazioni, di una famiglia che custodisce la ricetta delle olive ascolane, di giovani imprenditori che hanno deciso di puntare tutto su un food truck innovativo. Lo street food diventa così un simbolo identitario e un ambasciatore della cultura italiana nel mondo.
I migliori indirizzi regione per regione
La guida 2026 ha selezionato venti vincitori, uno per ciascuna regione italiana, a conferma della ricchezza e della varietà del nostro patrimonio gastronomico. Dai monti della Valle d’Aosta alle coste della Sardegna, ogni località racconta un volto diverso del cibo di strada. Alcuni esempi? A Pré Saint Didier (Valle d’Aosta) si trova Voilà Gastronomia, in Lombardia spicca Totost a Milano, mentre in Veneto il riconoscimento è andato ad Ai Do Leoni di Venezia. Non mancano indirizzi iconici in Toscana, Marche, Lazio e Campania, con un occhio attento anche alle proposte vegetariane, vegane e internazionali.
Tra le curiosità più apprezzate ci sono realtà come Yalla di Trieste, che porta il sapore della cucina libanese in Friuli-Venezia Giulia, oppure il Macello di Bolgheri Panini in Toscana, che unisce la tradizione norcina a panini creativi e succulenti. La guida dimostra come il cibo di strada sia oggi un mosaico che va ben oltre le semplici ricette regionali, aprendosi a contaminazioni e sperimentazioni capaci di conquistare anche i palati più esigenti.

Premi speciali e riconoscimenti
Oltre ai riconoscimenti regionali, il Gambero Rosso ha assegnato anche premi speciali. Il titolo di Street Food on the Road è stato conquistato dal food truck “Il Vecchio Carro” in Sicilia, celebre per i suoi panini con porchetta di Suino Nero dei Nebrodi, un’eccellenza allevata nell’azienda agrituristica di Caronia (Messina). Il premio Panino dell’Anno, invece, è andato a Roma, al “Legs”, che ha stupito con il suo Funghi Burger: un bun al burro con crocchetta di funghi trifolati, coleslaw e salsa originale.
Pina Sozio, curatrice della guida, ha ricordato che lo street food non è solo un fenomeno culinario, ma anche culturale: “Le attività segnalate custodiscono un patrimonio storico inestimabile. Oggi più che mai il cibo di strada restituisce esperienze autentiche e irripetibili”. Infine, uno sguardo va dedicato alla Sicilia, regina indiscussa dello street food italiano. Nella guida 2026 spiccano due indirizzi d’eccellenza: Il Massimo dello Street Food a Palermo e le specialità di Catania, dove arancine, cartocci e cipolline raccontano… un amore senza tempo tra la cucina popolare e le strade brulicanti di vita. Un primato che conferma come l’isola sappia unire tradizione e innovazione, conquistando ogni anno viaggiatori e buongustai.
