IMU, ora la paghi pure sul garage: non puoi sfuggire | La legge lo dice chiaramente

imu (foto liliumimmobiliare) - mediaoneonline.it
Ora pure sui garage c’è l’IMU: una delle imposte più odiate dagli italiani e fra le più complicate da calcolare.
Nel panorama fiscale italiano, l’IMU, l’Imposta municipale unica, continua a rappresentare una voce importante, spesso fonte di malcontento. Nata con l’obiettivo di razionalizzare il sistema tributario locale, colpisce i proprietari di immobili, fatta eccezione per la prima casa non di lusso. Il suo impatto, tuttavia, va ben oltre il semplice possesso di un’abitazione.
Negli ultimi anni, il governo ha tentato di alleggerire il carico fiscale attraverso detrazioni e bonus, soprattutto per i nuclei familiari più fragili o con disabilità. Nel 2024, ad esempio, molte amministrazioni hanno introdotto riduzioni per chi concede l’immobile in comodato d’uso ai figli o genitori, oppure per chi affitta a canone concordato. Nonostante ciò, il malcontento verso questa imposta patrimoniale resta alto.
Una delle principali difficoltà risiede nel calcolo, che parte dalla rendita catastale rivalutata e moltiplicata per coefficienti stabiliti. A rendere più difficile la vita dei contribuenti è la differenziazione delle aliquote tra Comuni: ciascuna amministrazione può stabilire le proprie tariffe entro i limiti di legge. Questo rende quasi obbligatorio consultare il sito istituzionale del proprio Comune ogni anno, per non rischiare errori e sanzioni.
La scadenza dell’acconto, fissata al 16 giugno, obbliga molti a effettuare il versamento sulla base delle aliquote dell’anno precedente, in attesa della delibera definitiva. Un sistema imperfetto che costringe i cittadini a un secondo calcolo a dicembre per il saldo, spesso con conguagli non indifferenti.
Garage, box e cantine: è vero che si paga sempre?
Uno dei nodi più intricati dell’IMU riguarda le pertinenze: garage, cantine e box auto. Questi spazi, pur essendo annessi alla prima casa, non godono sempre dell’esenzione automatica. Il principio generale è che solo una pertinenza per ciascuna categoria catastale (C/2, C/6, C/7) può essere esclusa dal pagamento, ma solo se è associata all’abitazione principale e quest’ultima non è classificata come immobile di lusso.
Ad esempio, se si possiede un solo garage C/6 collegato alla prima casa, non si dovrà pagare l’IMU. Ma nel momento in cui si hanno due box, anche nello stesso stabile, il secondo verrà tassato. Stesso discorso per garage accatastati separatamente o in zone diverse, anche se utilizzati come posteggio quotidiano: l’IMU si paga, salvo esplicite agevolazioni comunali.

E quando i garage vengono usati per “investimento”?
I garage acquistati come forma di investimento, magari da affittare a terzi, sono trattati come immobili a tutti gli effetti e quindi soggetti a tassazione piena. In questi casi, la rendita catastale va rivalutata e moltiplicata per i coefficienti previsti per i fabbricati. L’aliquota può arrivare anche all’1,06%, variabile da Comune a Comune. Il rischio è di sottovalutare la spesa: un semplice box auto con rendita catastale di 100 euro può generare un’imposta annua superiore ai 120 euro. In mancanza di detrazioni o bonus, il possesso di più garage può gravare in modo significativo sul bilancio familiare. È quindi fondamentale verificare la propria situazione catastale e le delibere locali.
La normativa in materia, pur chiara in teoria, genera spesso confusione nella pratica. Per questo motivo è sempre consigliabile rivolgersi a un CAF o a un commercialista, soprattutto se si possiedono più immobili o si è in presenza di situazioni borderline, come immobili in comproprietà o dati in comodato gratuito. In poche parole, dunque, l’IMU rappresenta anche un vero e proprio “rompicapo burocratico” per milioni di contribuenti. Tra calcoli complessi, normativa mutevole e aliquote personalizzate da ogni Comune, è facile incappare in errori e ritardi nei pagamenti. E occhio, per i proprietari di garage, anche alle scadenze annuali.