La Magistratura europea contesta l’operato della Commissione europea in merito all’acquisto di vaccini anti-Covi dalla Pzifer

Tempi duri per le multinazionali farmaceutiche e per qualche politico di rango che, come si usa dire in questi casi, è andato a nozze con bigpharma. Se negli Stati Uniti d’America il presidente, Donald Trump, ha ridotto il prezzo dei farmaci fino all’80% per la disperazione di chi li produce, nel Vecchio Continente è arrivata un pronunciamento della Magistratura europea che è una vera e propria tegola in testa per la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. I giudici di Lussemburgo si sono pronunciati sul cosiddetto Pfizergate. E hanno annullato la decisione, adottata dalla citata Von der Leyen, in base alla quale a un noto quotidiano americano, il New York Times, è stato negato l’accesso agli sms scambiati dalla presidente della Commissione europea con l’amministratore delegato della Pzifer, Albert Bourla in merito all’acquisto dei ‘vaccini’ anti-Covid durante la stagione della pandemia. Nella sentenza si legge che non basta affermare di non essere in possesso dei documenti richiesti: la presidente von der Leyen avrebbe dovuto spiegare, in modo credibile, perché non era in possesso deli sms.
Abituata a trattare con i Governi dei Paesi Ue che, a parte qualche eccezione, non contraddicono quasi mai la Commissione europea, la von der Leyen pensava di applicare lo stesso metodo con il giornale americano che, peraltro, è progressista: insomma non è un quotidiano vicino alla destra americana: tutt’altro. I fatti risalgono alla fine del 2020, quando era nell’aria la presenza di un ‘vaccino’ contro il virus Covid-19. In realtà, la dizione ‘vaccino’ è stata subito contestata: ma allora chi diceva che si trattava di una terapia genica fatta passare per ‘vaccino’ veniva etichettato come No Vax. Allora il tema era l’acquisto di questi ‘vaccini’ da parte della Commissione europea: 300 milioni di euro di dosi di ‘vaccino’ prodotti dalla Pfizer a Gennaio 2021 e altri 100 milioni di euro di dosi di ‘vaccino’ ad Aprile 2001. E’ allora che si comincia a capire che i soldi in ballo saranno tanti. Sarà così, se è vero che entro la fine del 2021 l’Ue ha stipulato contratti per un valore di 71 miliardi di euro, garantendo un massimo di 4,6 milioni dosi (qui un articolo: https://op.europa.eu/webpub/eca/special-reports/covid19-vaccines-19-2022/it/). Matina Stevis-Gridness, giornalista del New York Times, chiede di visionare la corrispondenza via sms tra la presidente della Commissione europea e l’amministratore delegato di Pfizer. La risposta è allucinante: i messaggi di testo non sono disponibili. Alla fine, la spesa dell’Unione europea – per acquistare i vaccini anti-Covid – sarà di 35 miliardi di euro.
Il New York Times non è un giornale abituato a inchinarsi ai potenti e ribadisce la sua richiesta. La Commissione europea replica che sì, lo scambio di sms c’è stato, ma è avvenuto in una “situazione senza precedenti” e precisa che non c’è alcuna legislazione che norma i contratti sui ‘vaccini’ con le industrie farmaceutiche. Magari questo è vero, per carità, perché i Governi occidentali e quasi tutti i media avevano creato attorno al Covid un clima di terrore. Ma dire, come hanno fatto i vertici della Commissione europea, che gli sms servivano per rendere veloce la comunicazione, non contenevano alcunché di rilevante e per questo non sono stati archiviati sembra quanto meno strano.
E, in ogni caso, osservano i giudici, la tesi non è convincente. Nella sentenza i giudici segnalano le “informazioni mutevoli o imprecise” fornite dalla Commissione europea. Mentre il quotidiano americano ha segnalato la presenza di “elementi pertinenti e concordanti”. Insomma, gli scambi di sms tra la presidente della Commissione europea e l’amministratore delegato della Pzifer, Albert Bourla ci sono stati. In parole semplici, i vertici dell’esecutivo Ue non hanno illustrato, nel dettaglio, quali ricerche avrebbero effettuato per trovare gli sms. E non sono state fornite “spiegazioni plausibili per giustificare il non possesso” di questa particolare documentazione. Di più: non si è capito se gli sms sono stati eliminati e se l’eventuale eliminazione sia stata effettuata “volontariamente o automaticamente”. Per essere chiari, questa storia è un pasticcio. Oggi le domande che si pungono in tanti sono: questi sms spunteranno? e perché sono stati nascosti?
La presidente della Commissione europea, da parte sua, può impugnare la sentenza presso la Corte di Giustizia Ue entro due mesi e dieci giorni. Anche se, almeno in queste ore, ha preso tempo. E ha fatto sapere di volere esaminare il pronunciamento della Magistratura europea. Non si capisce se ci sarà un ricorso avverso la sentenza o se verranno fornite spiegazioni dettagliate. In ogni caso questa vicenda va nella stessa direzione intrapresa dall’amministrazione americana di Donald Trump che, con Robert Kennedy junior, Segretario del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani – l’equivalente del Ministro della Sanità o della Salute dei Paesi europei – sta passando a setaccio tutti i provvedimenti adottati dal precedente Governo americano del Democratico Joe Biden in materia di pandemia. Abbiamo già accennato al fatto che Trump e Kennedy, con un vero e proprio ‘blitz’, hanno ridotto drasticamente il prezzo dei farmaci fino all’80%. Un colpo molto duro per le industrie farmaceutiche americane.
Ricordiamo che se, da un lato, la passata amministrazione americana del Democratico Barack Obama ha deciso di assegnare le cure sanitarie quasi gratis agli anziani, ai disoccupati e agli ex militari, dall’altro lato ha concesso alle industrie farmaceutiche ampi poteri: tant’è vero che il costo delle medicine, in America, è superiore di due e anche di tre volte al costo delle medicine di altri Paesi occidentali, per esempio dei Paesi europei. Da anni milioni di cittadini americani, che non a caso votano Trump, si chiedono e chiedono: a che servono le cure mediche gratis se poi dobbiamo acquistare medicine costosissime? Insomma, anche in America, come in Italia, milioni di persone non si curano perché non hanno i soldi. In Italia non ci si cura perché il sistema sanitario pubblico è ormai franato di brutto, mentre negli Stati Uniti milioni di persone non si curano perché i medicinali prodotti dalle multinazionali farmaceutiche costano una barca di soldi.
I Democratici, prima con l’amministrazione Obama e poi con l’amministrazione Biden, hanno dato la copertura politica alle multinazionali che hanno prodotto i ‘vaccini’ contro il Covid, nonostante le proteste di una parte non piccola del mondo sanitario americano che ha contestato la politica sanitaria e, segnatamente, l’uso disinvolto della parola ‘vaccino’ per quella che in tanti considerano una terapia genica, peraltro rischiosa. La stessa polemica è sorta anche nell’Unione europea, dove il sistema mediatico ha messo a tacere chi sollevava questi dubbi etichettando chi contestava i ‘vaccini’ anti-Covid come “No vax”. Il passaggio è fondamentale, perché con la parola ‘vaccini’ sono state effettuate forzature: come la sospensione dal lavoro e dallo stipendio per chi rifiutava il ‘vaccino’ delle multinazionali. Cosa che non avrebbero potuto fare con una terapia genica. Ora la situazione sta cambiando. Trump, da quando si è insediato alla Casa Bianca, si è occupato prevalentemente di dazi doganali. Ma nel suo programma elettorale ci sono altri due argomenti forti: la questione sanitaria, a cominciare dalla controversa gestione della pandemia, e la lotta alla pedofilia. La mossa sulla riduzione del prezzo dei farmaci è, di fatto, l’inizio della cosiddetta ‘Agenda sanità-Covid-vaccini’. In realtà, è la seconda mossa, se è vero che l’amministrazione Trump ha reintegrato i non vaccinati che erano stati sospesi.
Ricordiamo che il Governo federale americano di Trump, con il Segretario del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani, Kennedy, ha già iniziato a ‘spulciare’ tutte le iniziative adottate da Anthony Fauci, figura di primo piano in America negli anni della pandemia. Lo stesso Kennedy, da avvocato, si è occupato delle vaccinazioni ai bambini. Sono allo studio anche gli effetti avversi dei vaccini classici e dei ‘vaccini’ contro il Covid. Si sussurra, ad esempio, che certe malattie esplose negli ultimi trent’anni possano essere legate a certi vaccini. Sono ipotesi, certo. Ma sono ipotesi allo studio. Per essere chiari, l’amministrazione Trump, in materia di sanità, mette in discussione la ‘filosofia’ adottata dai Democratici oltre un trentennio fa, quando la produzione di farmaci è passata sotto il pieno controllo delle multinazionali. Il dubbio è che lo Stato americano non abbia effettuato i dovuti controlli. La sensazione è che, in America, anche in materia sanitaria, stia per scoppiare una bomba. Che coinvolgerà anche l’Unione europea, che nella stagione della pandemia non ha certo creato ostacoli alle multinazionali farmaceutiche…