LAVORO SÌ, LICENZIAMENTO MAI PIÙ: ora è legge | Sono obbligati ad assumerti

lavoro in fabbrica occupazione - foto (C) MediaoneOnline.it
Le nuove regole che vengono incontro ai lavoratori, ma a volte sono un’arma a doppio taglio: ecco cosa si studia in parlamento
Lo si sa bene, ormai da diversi anni, a proposito del mondo del lavoro. In Italia, in poche parole, il momento è più che mai delicato e complesso, perch da una parte ci sono migliaia di giovani laureati e diplomati che, nonostante esperienze già accumulate, faticano a ottenere un posto fisso; dall’altra tanti lavoratori meno giovani che, pur avendo anni di esperienza alle spalle, si trovano vincolati a contratti a termine che non garantiscono prospettive a lungo termine. La precarietà non risparmia nessuno, e oggi il dibattito politico e sindacale si concentra proprio sul futuro di chi vive in bilico tra stage, tirocini e rinnovi continui di contratti interinali.
I sindacati, negli ultimi mesi, hanno aumentato la pressione sul governo e sulle imprese: l’obiettivo è quello di ottenere più assunzioni a tempo indeterminato per chi ha già dimostrato di saper lavorare con serietà per anni all’interno delle stesse aziende. In molte realtà, infatti, i dipendenti restano “a termine” anche dopo lunghi periodi, con l’incertezza costante di poter essere sostituiti da un giorno all’altro.
Una delle proposte più discusse è quella di introdurre una soglia massima: dopo 3 o 4 anni di lavoro presso la stessa azienda, un dipendente non potrebbe più essere licenziato o spostato, scattando automaticamente l’assunzione a tempo indeterminato. Una misura che darebbe respiro a chi oggi vive nell’insicurezza, ma che allo stesso tempo crea attriti politici e divisioni tra le varie forze parlamentari.
Il tema non riguarda solo i giovani. Molti quarantenni e cinquantenni, spesso espulsi dal lavoro stabile, sono costretti ad accettare contratti precari. La paura più grande è quella di rimanere senza occupazione in età avanzata, quando ricollocarsi diventa sempre più difficile. Da qui nasce il pressing dei sindacati: trasformare i contratti a termine in posti fissi è l’unico modo per ridare dignità e sicurezza a un’intera generazione di lavoratori.
Il blitz in politica e le tensioni al Senato
In questo contesto, il centrodestra ha provato un blitz parlamentare, inserendo nel cosiddetto “decreto economia” un emendamento sui contratti a termine, insieme a quello sulle Olimpiadi Milano-Cortina 2026. Si tratta dello stesso testo che pochi giorni fa era stato stralciato alla Camera, ma che ora torna con il sostegno della Lega.
Le modifiche, firmate da relatori di maggioranza come Dario Damiani (Forza Italia), Livia Mennuni (Fratelli d’Italia) ed Elena Testori (Lega), hanno scatenato dure reazioni da parte delle opposizioni, che ne chiedono il ritiro. Dietro la proposta, secondo indiscrezioni, ci sarebbe la regia del sottosegretario al lavoro Claudio Durigon. Il governo, pur disponibile a valutare cambiamenti, sembra intenzionato a portare avanti la misura almeno dopo la pausa estiva.

Il nodo dei contratti interinali e il rischio precarietà
Il punto più discusso riguarda le agenzie interinali: secondo il nuovo testo, un lavoratore potrà essere inviato in un’azienda per un massimo di 3 anni in caso di missioni a termine, che possono estendersi a 4 anni se si tratta della prima volta in quella realtà. Oltre tale periodo scatterebbe l’assunzione definitiva. Una sorta di piccola riforma del lavoro in somministrazione, che però è stata aspramente criticata. Daniele Manca del Pd ha parlato di aumento della precarietà e di “lavoro povero”, mentre Annamaria Furlan, ex sindacalista e oggi senatrice di Italia Viva, teme che si possano nascondere licenziamenti mascherati, con la possibilità di spostare i dipendenti in sedi lontane o disagiate. Secondo l’opposizione, questa riforma rischia di diventare un “regalo ai grandi gruppi” che potrebbero esercitare pressioni indebite sui lavoratori.
Un ulteriore fronte di polemica è legato alle Olimpiadi Milano-Cortina: l’emendamento prevede che la società Simico, incaricata della gestione dei cantieri, possa restare attiva fino al 2033. Per l’opposizione si tratta di un nuovo caso di “poltronificio” utile solo a mantenere strutture di potere, mentre il governo difende la scelta come coereente con la gestione dei lavori in corso. Tra precarietà, tensioni sindacali e battaglie parlamentari, il futuro del lavoro resta incerto. Non c’è, dunque, ancora l’ufficialità sulle modifiche, ma quel che è certo è i lavoratori attendono segnali concreti, mentre il dibattito sembra destinato a durare ancora a lungo…
