Li chiamano 7 FANTASMI di Sicilia e sono pazzeschi | Non ci trovi nemmeno un’anima, solo palle di fieno e tanto silenzio

borgo fantasma - foto (C) Mediaoneonline.it

borgo fantasma - foto (C) Mediaoneonline.it

Posti che rimangono lì, “immobili”, a testimonianza di una speranza mai realizzata: un patrimonio rurale dimenticato

Sette villaggi fantasma che sono stati costruiti negli anni Cinquanta e oggi sono completamente disabitati: è la surreale realtà che si può osservare nei pressi di Francavilla di Sicilia, in provincia di Messina. Lì, lungo un’unica strada immersa nel verde dell’entroterra, sorgono i ruderi di sette borghi rurali, ideati come modello di rinascita agricola per la Sicilia del dopoguerra, ma mai decollati. Oggi sono solo case vuote vista Etna.

Il progetto fu voluto dall’allora Ente per la Riforma Agraria in Sicilia (ERAS), che affidò la costruzione alla Regione Siciliana. L’obiettivo era ambizioso: assegnare case e terre ai contadini, riscattando i latifondi improduttivi e popolando aree montane allora spopolate. Vennero così edificati i borghi di Schisina, San Giovanni, Bucceri-Monastero, Pietra Pizzuta, Malfìtana, Piano Torre e Morfia.

Il villaggio centrale era Borgo Schisina, considerato il cuore pulsante del progetto. Doveva diventare un centro amministrativo con servizi fondamentali come la chiesa, la caserma dei carabinieri, l’asilo, la scuola e le abitazioni per gli insegnanti e il parroco. Era il simbolo di un’utopia agricola, il modello da seguire per tutta la regione.

Ma la realtà fu ben diversa. Delle 164 case costruite, solo 15 furono realmente abitate. Le restanti rimasero vuote perché molte famiglie rifiutarono le abitazioni, giudicate troppo piccole, scomode e prive di elettricità e acqua corrente. L’utopia si spense ancor prima di cominciare.

La scoperta dei fotografi: il viaggio tra i borghi silenziosi

Nel 2016, a documentare questi luoghi silenziosi ci hanno pensato i fotografi Cristiano La Mantia e Giovanni Polizzi del collettivo Liotrum Urbex Sicilia. Il loro lavoro è stato raccolto nel libro “Paesi Fantasma”, un viaggio attraverso i borghi abbandonati più suggestivi d’Italia.

“Il primo che abbiamo visitato è stato Borgo San Giovanni – racconta La Mantia – per raggiungerlo abbiamo percorso una strada sterrata in compagnia di mucche che sembravano volerci accompagnare. In cima, ci siamo imbattuti in alcune persone che raccoglievano le olive. Da lì, una vista mozzafiato dell’Etna ci ha accolti in silenzio”.

il borgo Schisina (foto wikiloc) - mediaoneonline.it
il borgo Schisina (foto wikiloc) – mediaoneonline.it

Silenzio e suggestione: immagini mai vissute

Il viaggio è proseguito verso gli altri borghi: silenziosi, spettrali, abitati solo dalla memoria. In Borgo Schisina, nella piccola chiesa, è ancora visibile un murales raffigurante la Madonna in preghiera. Tutto intorno, solo vento e natura. Col passare del tempo, quei borghi sono stati acquisiti dal comune di Francavilla di Sicilia, che però non ha ancora trovato un progetto concreto per il loro recupero. Rimangono lì, a testimonianza di una speranza mai realizzata, un patrimonio rurale dimenticato.

“Ogni volta che visitiamo un borgo abbandonato – conclude La Mantia – ho come la sensazione di sentire voci di bambini, il rumore di carte da gioco, il canto di una comunità che non è mai esistita. Non sono ricordi veri, ma immagini che la mente crea per dare vita a ciò che non è mai stato». Un racconto che commuove, un’occasione persa per la Sicilia rurale, che oggi potrebbe forse ritrovare una nuova linfa grazie al turismo sostenibile o ai progetti di valorizzazione del territorio. Nel frattempo i sette borghi restano lì, muti testimoni di una storia interrotta, eppure capaci di emozionare ancora chi li visita e li racconta.