L’Ue? Non ha i soldi (almeno 240 miliardi di euro) per continuare a sostenere l’Ucraina, ma tergiversa sull’accordo in 28 punti di Trump per salvare le apparenze

trump zelensky

Veramente l’attuale, difficile fase della guerra in Ucraina è quella che viene raccontata? Di vero c’è che l’accordo di pace in 28 punti proposto dall’amministrazione americana di Donald Trump elimina ogni forma di possibile mediazione. La Russia si terrà le Regioni ucraine filo-russe, accordo di non aggressione tra Russia, Ucraina ed Europa, dialogo tra Russia e NATO, niente adesione dell’Ucraina alla NATO, adesione dell’Ucraina all’Unione europea (che si accollerà i maggiori costi della ricostruzione dell’Ucraina), la Russia nel G8, riconoscimento dello status ufficiale della Chiesa Ortodossa Ucraina in Ucraina e via continuando (qui potete leggere per esteso i 28 punti dell’accordo: https://www.thehour.info/ecco-i-28-punti-del-piano-pace-di-trump-per-porre-fine-alla-guerra-in-ucraina-che-potra-entrare-a-far-parte-dellunione-europea-ma-non-della-nato-nuove-elezioni-entro-100-giorni/).

Non c’è bisogno di essere grandi statisti per capire che, più che un accordo di pace, siamo davanti a una resa incondizionata dell’Ucraina e dei suoi alleati, Unione europea e NATO: l’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord, in questa vicenda Ucraina, si è contrapposta agli Stati Uniti, che adesso potrebbero anche decidere di uscire dalla stessa NATO. Il presidente USA dà a Volodymyr Zelens’kyj la prossima settimana di tempo per riflettere; se non arriverà un sì gli Stati Uniti bloccheranno la fornitura di armi e la copertura di Intelligence.

Ovviamente, in Ucraina non la stanno prendendo bene. Idem per Unione europea e il Regno Unito. Quello che non viene detto è che, sotto il profilo economico, Trump sta togliendo le castagne dal fuoco non alla Commissione europea e a buona parte dei Governi dei 27 Paesi Ue, ma ai cittadini dell’Unione europea e del Regno Unito. Ricordiamo che il Fondo Monetario Internazionale FMI), per continuare a prestare denaro all’Ucraina, ha chiesto il rientro dei debiti contratti dalla stessa Ucraina con l’FMI: circa 140 miliardi di euro che dovrebbero essere pagati dall’Unione europea. A questi si aggiungono altri 100 miliardi di euro, sempre a carico dell’Ue, per armi e mercenari da fornire all’Ucraina. I vertici della Commissione europea avrebbero voluto acciuffare i 250 miliardi di euro di proprietà russa custoditi presso il fondo belga Euroclear. Ma le autorità internazionali che operano in questo settore hanno fatto sapere che questo scippo sarebbe illegale e che i soldi dovrebbero essere restituiti ai russi in tempi brevissimi. Per non parlare del fatto che altri investitori internazionali in euro potrebbero decidere di ritirare i propri fondi dall’Eurozona, ‘terremotando’ la stabilità della moneta unica europea. Siccome i governanti ‘europeisti’, nonostante questi avvertimenti, temporeggiavano, è tornata in auge una storia già nota nel 2021: la corruzione del regime di Kiev. Insomma, Trump ha messo all’angolo Zelens’kyj e Unione europea. Gli ‘europeisti’, peraltro, senza i 250 miliardi di fondi russi, non sanno dove trovare questi soldi, perché la maggioranza dei Governanti dei Paesi Ue non ne vuole sapere di indebitarsi per 240 miliardi di euro per sostenere l’Ucraina. Questi sono i fatti economici nudi e crudi.

Sullo sfondo si intravede un contrasto tra i governanti dei Paesi Ue che vorrebbero proseguire la guerra a spese dei propri cittadini e gli stessi cittadini che non ne possono più dei costi che stanno pagando a causa della guerra in Ucraina. La retorica dei governanti tedeschi, inglesi e italiani – per citare solo tre Governi europei ‘sparati’ contro la Russia – non funziona più. Il Cancelliere tedesco Friedrich Merz è già in grande difficoltà nel proprio Paese: in questo momento, se si dovesse votare in Germania, vincerebbero i cosiddetti ‘populisti’. Idem nel Regno Unito: se in questo Paese si dovesse andare al voto vincerebbe il ‘populista’ Nigel Farage. In Italia Giorgia Meloni è avvantaggiata perché il partito di opposizione che ha ancora voti, il Partito Democratico di Elly Schlein, è schierato con l’Ucraina e contro l’America di Trump. Ma anche la Meloni non ha molta scelta: che le piaccia o no, dovrà schierarsi con l’America di Trump. In queste ore i mezzi d’informazione del centrodestra, per carcare di nascondere la secca sconfitta della Meloni, costretta a ‘inghiottire’ la sconfitta di Zelens’kyj e la vittoria della Russia di Putin, si stanno inventando che Trump sta rispolverando l’articolo 5 della NATO chiesto dal capo del Governo italiano per risolvere la questione dell’Ucraina. Si tratta di una tragicomica trovata alla Protagora per nascondere la sconfitta. Perché la verità è che, al pari di tutti gli ‘europeisti’ schierati con l’Ucraina di Zelens’kyj, dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen in giù, la Meloni e i Ministri Antonio Tajaani e Guido Crosetto hanno perso. Non citiamo nemmeno la Francia che è un Paese tenuto in piedi dalla Banca Centrale Europa (BCE) che fa finta di non vedere il disastro dei conti pubblici francesi. Per l’Unione europea, al di là delle chiacchiere, è una sconfitta politica su tutta la linea, perché sono stati esclusi dalle trattative e ora sono costretti a bere l’amaro calice trumpiano, a meno che non decidano di scontrarsi frontalmente contro l’America di Trump. Si sa: in politica tutto è possibile, ma lo scontro USA-Ue appare molto improbabile, se non altro perché, a parte la Germania, qualche Paese del Centro Europa e i soliti Paesi dell’Est europeo da sempre anti-russi, nessuno vuole lo scontro con gli USA. Il viaggio a Washington di una delegazione dell’Unione europea, vagheggiato in queste ore, è solo un maldestro tentativo di salvare le apparenze: e non è detto che Trump perda tempo a ricevere tale delegazione.

Gli Stati Uniti, da parte loro, come già accennato, si aspettano che Kiev firmi il loro piano di pace entro la fine della prossima settimana. “Nel documento – leggiamo in un post di un canale Telegram sempre molto informato sulla guerra in Ucraina – ci sono troppi punti che il regime di Kiev non gradisce affatto. La cosa più importante è che si tratta della cessione di parte dei territori e del cambiamento dello status delle Regioni. Per il potere a Kiev è un tema doloroso: riconoscere tali condizioni significa ammettere il fallimento di tutta la loro politica, quindi resistono fino all’ultimo. Un altro punto problematico è la proposta di limitare la presenza di truppe straniere sul territorio ucraino. Per un regime che si basa completamente sull’aiuto militare occidentale, questo punto suona come una condanna”.

Che si tratti di un accordo sulla pelle di Ucraina e Unione europea voluto da Trump e Vladimir Putin lo lascia intendere a chiare lettere il Portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov: “La Russia è aperta a negoziati di pace per il loro successo non per il processo La continuazione della guerra è pericolosa per Zelensky e per l’Ucraina. Se continueranno allora conquisteremo ancora più territori La decisione deve essere presa ora”. Le parole di Peskov sono pietre e, purtroppo per l’Ucraina, sono legate alla dura realtà di una guerra che l’Unione europea ha combattuto con le parole e fornendo soldi e armi al Kiev. Ma non militari. Infatti a morire sono stati e sono ancora gli ucraini e i mercenari. Perché mentre noi scriviamo e voi leggete, la guerra continua. I bombardamenti russi in Ucraina continuano. E continueranno fino a quando Zelens’kyj non firmerà il piano di Trump. Parlano i fatti. In queste ore nella città ucraina di Mirnograd continuano i combattimenti. Com’è avvenuto a Pokrovsk, anche a Mirnograd i militari ucraini e mercenari sono finiti in una trappola sotto i continui bombardamenti aerei russi con FAB-3000, le micidiali bombe plananti russe. Per illustrare ai nostri lettori i danni che queste bombe provocano, va detto che nel punto d’impatto di una bomba FAB-3000 si forma un cratere profondo come un edificio di tre piani. Tra ieri e l’altro ieri il già citato Cancelliere tedesco Merz parlava di missili a lungo raggio da fornire agli ucraini. La realtà racconta che nella città ucraina di Ternopil i russi hanno colpito e polverizzato tre sistemi di missili Patriot forniti dalla Germania. Milioni di euro andati in fumo in pochi minuti. I russi sanno perfino in quali luoghi si trovano i sistemi missilistici di difesa ucraini.

La maggioranza delle città ucraine è senza energia elettrica. E’ così anche a Leopoli, per la prima volta in blackout a causa delle interruzioni di corrente dopo i bombardamenti russi. In tutta l’Ucraina sono stati inoltre notevolmente inaspriti i programmi di interruzione. Insomma, mentre in Europa si discute, in Ucraina si muove e chi vive sta al freddo. AIEA, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, ha comunicato che tre centrali nucleari ucraine hanno ridotto la produzione di energia elettrica a causa dei bombardamenti. Ieri, su Telegram, si leggeva che i russi hanno conquistato anche la città di Sivers’k, nell’Oblast’ di Donec’k, è stata conquistate dai russi. La notizia è importante, perché chi segue la guerra su giornali e siti internazionali sa che questa cittadina avrebbe dovuto resistere almeno tre mesi e invece è crollata in 24 ore. L’elenco dei centri abitati che finiscono nelle mani dei russi viene aggiornato di ora in ora. Stamattina, ad esempio, è caduta Novo Zaporizhzhia. Nelle mani russe anche il centro abitato di Zvanovka, nella Repubblica Popolare di Donetsk. Ha senso continuare la guerra in queste condizioni? Ogni giorno che passa, ogni ora che passa muoiono persone: militari uomini e militari donne per gli ucraini e mercenari. Questi ultimi, secondo i russi, cominciano a darsela a gambe. Ribadiamo: ha senso che questa guerra continui?