Nel cuore della Sicilia c’è una città senza uscita: un labirinto vero e proprio | Sembra un film d’avventura

borgo siciliano nebbia - foto (C) Mediaoneonline.it
Sembra un’avventura, quando si arriva in questo borgo: altro che Gps, per uscir fuori… Ma le bellezze non mancano
In Italia esistono luoghi dimenticati, remoti e straordinariamente affascinanti, capaci di trasportarti in un’altra epoca. Sono i cosiddetti “posti sospesi”, spesso inaccessibili o abbandonati, che evocano memorie storiche, mistero e anche tanta bellezza decadente (e tanta malinconia, a volte). Paesi, inasomma, dove il tempo si è letteralmente fermato e dove ogni pietra racconta una storia. La Sicilia, terra di forti contrasti e paesaggi mozzafiato, ne conserva diversi. Non si tratta solo di città fantasma o borghi abbandonati, ma anche di perle nascoste che sfidano il concetto stesso di modernità.
Alcuni di questi centri hanno cominciato a svuotarsi dopo la fine della Seconda guerra mondiale, altri ancora dopo la caduta del fascismo, quando l’Italia cambiava pelle. La gente cercava altrove un futuro, lasciandosi alle spalle caserme vuote, scuole dismesse, parchi giochi dimenticati e cinema dove l’ultima proiezione risale agli anni ’70. In Sicilia, la Valle del Belice ne è un esempio forte: il terremoto del 1968 distrusse tutto. I centri storici di Poggioreale vecchia, Gibellina e Salaparuta oggi sembrano scenografie teatrali abbandonate.
Passeggiare in questi luoghi è come entrare in un libro di storia mai scritto. C’è chi ne resta turbato, chi affascinato. La natura si riprende spazi umani, l’erba cresce tra le crepe dei marciapiedi e gli uccelli fanno il nido in ciò che un tempo erano finestre. Sono mete perfette per un turismo lento, consapevole, per chi cerca qualcosa di autentico.
Ma esiste un’altra categoria di luoghi invisibili: quelli difficili da trovare non perché abbandonati, ma perché strutturalmente complicati da raggiungere. Qui, non è l’abbandono a generare mistero, ma la stessa urbanistica. Paesi arroccati, strade che si intrecciano in modi imprevedibili, curve cieche, vicoli che sembrano finire nel nulla. Posti dove anche il navigatore… si può arrendere. E in cui, tirando le somme, soltanto chi ci vive conosce davvero ogni percorso…
Un borgo siciliano che sfida anche il tempo
Nel cuore della Sicilia esiste un luogo in cui l’atmosfera è surreale. Non si avverte il passare delle ore. Le strade non seguono una logica chiara, e il viaggiatore è costretto a fidarsi del proprio istinto. Qui, il silenzio non è inquietante, ma accogliente. È un borgo che ha conservato il suo spirito medievale, il suo modo unico di accogliere chi lo visita, quasi volesse metterlo alla prova. Un posto che sfugge alla frenesia del turismo di massa, dove ogni angolo racconta storie millenarie.
In questo borgo, anche l’aria sembra più densa, più vera. Lontano dalle rotte più battute, è uno dei pochi luoghi dove il “perdersi” è davvero il modo migliore per scoprire. Strade di pietra, portali antichi, scalinate ripide e scorci inaspettati: tutto concorre a creare l’atmosfera di un vero film d’avventura. Nessuna mappa potrà mai spiegartelo. Serve camminare, osservare, ascoltare.

Benvenuti nel paesino labirinto
Il nome di questo luogo incantato, per chi volesse visitarlo, è San Marco d’Alunzio. Si trova nella provincia di Messina, incastonato tra i monti Nebrodi, poco distante da Capo d’Orlando. Un borgo (nella foto sopra) che domina il Tirreno e da cui si scorgono le isole Eolie nelle giornate limpide. Ma il vero tesoro è al suo interno: un centro storico che è un autentico labirinto, un mosaico di architetture greche, romane e normanne.
A San Marco d’Alunzio si viene per lasciarsi trasportare. Non ci sono cartelli stradali che aiutino, né percorsi predefiniti. Ma proprio in questo risiede la sua magia. È una Sicilia che non si offre subito, che va scoperta lentamente, passo dopo passo. Ed è proprio questo che la rende indimenticabile.
