NON CAPISCONO L’ITALIANO | Il borgo siciliano che sta facendo impazzire tutti, questa lingua esiste solo qui

Dizionario italiano (foto lettoriletto) - mediaoneonline.it
La Sicilia è una terra di lingue, popoli e culture che si sono fuse e stratificate nei secoli: ecco il risultato…
Ogni provincia siciliana conserva tracce vive delle dominazioni subite nei secoli: normanni, arabi, spagnoli, greci, romani. Ma oltre ai monumenti, sono proprio le parole a testimoniare questa eredità. I dialetti, spesso considerati semplici varianti locali, in realtà racchiudono interi universi culturali, radicati in secoli di storia.
Tra i più affascinanti esempi c’è sicuramente Piana degli Albanesi, un piccolo centro della provincia di Palermo che rappresenta un pezzo di Albania nel cuore dell’isola. Fondata nel XV secolo da profughi albanesi in fuga dall’Impero Ottomano, la cittadina ha mantenuto viva una lingua, l’arbëreshë, che si è conservata intatta nei secoli, tramandata di generazione in generazione. Ancora oggi, molti abitanti parlano questa variante dell’albanese antico, studiata in diverse università europee.
Non solo la lingua, ma anche i costumi, la religione di rito bizantino, le tradizioni popolari e la musica rendono questo paese un unicum nel panorama culturale siciliano. Basta passeggiare tra le sue strade o assistere a una celebrazione religiosa per comprendere quanto la memoria storica qui sia ancora viva e pulsante.
Piana degli Albanesi è anche famosa per la sua pasticceria e per la bellezza dei costumi femminili tradizionali, ricamati a mano in oro e indossati con orgoglio durante le festività. Un mix perfetto di cultura e identità, che rende il paese una tappa fondamentale per chi vuole conoscere l’anima più profonda della Sicilia.
Il cuore linguistico sconosciuto dell’Ennese
Spostandoci verso l’interno della Sicilia, entriamo nella provincia di Enna, un territorio straordinario e poco conosciuto, ricco di storia e leggende. Enna è considerata il “belvedere” dell’isola: da qui, nelle giornate più limpide, è possibile ammirare tutto il territorio siciliano fino all’Etna. Ma oltre al panorama, questa provincia nasconde tesori linguistici di enorme valore.
Enna è celebre per il Castello di Lombardia, una delle più imponenti fortezze medievali d’Italia, e per il lago di Pergusa, legato al mito greco del rapimento di Persefone. Eppure, c’è una cittadina in particolare che racchiude una delle eredità linguistiche più rare dell’intera isola.

Ma ecco la sorpresa: lì… non si capisce nulla!
Aidone, piccolo comune dell’ennese, è conosciuto per il suo dialetto galloitalico, una lingua diversa sia dall’italiano che dal siciliano, portata qui dai coloni lombardi nel periodo normanno. Questa parlata rappresenta una delle varianti linguistiche più affascinanti dell’isola, tanto da essere oggetto di studio da parte di linguisti di tutto il mondo. Ironicamente si sente spesso dire che, da quelle parti… non si capisce l’italiano. Secondo fonti storiche e ricerche accademiche, il galloitalico di Aidone è stato per anni una barriera sociale con le comunità limitrofe, ma anche un forte simbolo di identità.
Oggi sopravvive solo in parte, soprattutto tra le persone più anziane, ma la sua memoria è stata preservata da poeti locali e studiosi internazionali come Rohlfs e Tropea. È come se il passato parlasse ancoraa. Il piccolo borgo di Aidone, immerso nella bellezza rurale della Sicilia, è quindi molto più che una meta turistica: è un vero e proprio laboratorio linguistico a cielo aperto. Chi lo visita non solo scopre bellezze paesaggistiche e archeologiche, ma entra in contatto con un’identità antica e tenace.
