NON C’È NIENTE DA FARE: da adesso se vuoi guidare l’auto di un parente devi avere questo documento | Tienilo sempre in macchina

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Una delle nuove e rigidissime regole introdotte col nuovo Codice della strada: non mancano le polemiche
Dal 14 dicembre scorso, l’Italia ha ufficialmente adottato il nuovo Codice della Strada, un aggiornamento legislativo che mira a migliorare la sicurezza ma che ha anche suscitato numerose critiche. Il Governo ha puntato su una linea dura, introducendo misure più severe per contrastare comportamenti pericolosi alla guida, ma non tutti approvano le scelte fatte.
Le principali modifiche si concentrano sull’uso del cellulare al volante, la guida in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, ma anche sull’utilizzo dei monopattini elettrici e sull’accesso alla guida per i neopatentati con auto di cilindrata elevata. Le sanzioni sono aumentate in modo significativo e le modalità di controllo si sono fatte più stringenti.
Per quanto riguarda i telefoni alla guida, le multe vanno da 250 a 1.000 euro e si aggiunge la sospensione automatica della patente per 7 giorni (se si hanno almeno 10 punti). In caso di punti inferiori, la sospensione può durare fino a 15 giorni. Se si viene colti nuovamente in flagrante, la multa può arrivare a 1.400 euro, la sospensione estendersi a tre mesi e la decurtazione raggiungere i 10 punti.
La tolleranza zero si applica anche alla guida in stato di ebbrezza. A seconda del tasso alcolemico rilevato, le pene variano da semplici sanzioni pecuniarie alla sospensione della patente fino a due anni, con obbligo di installazione del dispositivo alcolock sul veicolo. Una novità importante riguarda anche la guida dopo l’assunzione di stupefacenti: oggi basta risultare positivi al test, senza necessità di manifestare sintomi evidenti di alterazione.
Prestare l’auto: attenzione alle regole
Tra i temi meno noti ma molto importanti introdotti dal nuovo Codice della Strada c’è quello del prestito dell’auto. Molti automobilisti si chiedono se e quando sia legale prestare il proprio veicolo a un’altra persona. La risposta è contenuta nell’articolo 94, comma 4-bis, in vigore dal 2014 ma tuttora rilevante.
Secondo la norma, è possibile prestare l’auto a chiunque, ma se il prestito supera i 30 giorni, bisogna comunicarlo alla Motorizzazione Civile, a meno che il destinatario del prestito non sia un familiare convivente. In caso contrario, il conducente viene considerato un “terzo” e si applica l’obbligo di comunicazione.

I casi particolari e le sanzioni
Attenzione: un figlio che non convive più con i genitori, pur essendo parente stretto, rientra nella categoria degli “estranei” e deve rispettare la regola dei 30 giorni. Trascorso tale termine, è necessario compilare il modulo TT2119 e presentare una dichiarazione del proprietario – da tenere poi in auto – per formalizzare il cosiddetto comodato d’uso. Chi non rispetta le norme rischia multe da 700 a oltre 3.000 euro e il ritiro immediato della carta di circolazione, che sarà restituita solo dopo aver completato tutti gli adempimenti richiesti dal Dipartimento per i trasporti terrestri.
In conclusione, il Codice della Strada 2025 non solo innalza le sanzioni ma impone una maggiore responsabilità a ogni conducente. Prestare l’auto può sembrare un gesto innocuo, ma se non si rispettano le regole, si rischia grosso. Per chi ha necessità di usare a lungo un veicolo non intestato a proprio nome, il comodato d’uso è lo strumento più sicuro e legale per evitare sanzioni pesanti e problemi con la circolazione.