Questo borgo è conosciuto come “Un museo a cielo aperto”: abitato da poco meno di 1800 abitanti e si trova in provincia di Messina

La cittadina vista dall'alto (foto Bartuccio, 101-zone) - mediaoneonline.it
Fra i borghi nascosti della Sicilia, ma uno dei più affascinanti: ecco un “gioiello” normanno “sospeso” tra cielo e mare.
La Sicilia è costellata di borghi antichi, alcuni noti al turismo internazionale, altri ancora celati tra le pieghe dei monti o adagiati sulla costa. Se la Sicilia barocca di Noto e Ragusa ha trovato la sua ribalta, ci sono ancora paesi dove il tempo sembra essersi fermato, lontani dalle rotte del turismo di massa. In particolare, la provincia di Messina offre paesaggi mozzafiato e cittadine costiere dal sapore autentico.
Basti, ad esempio, pensare a Brolo, con il suo castello sul mare, o a Capo d’Orlando, moderna località balneare che nasconde però una storia antica e affascinante. Ma salendo verso i monti Nebrodi, su un promontorio che domina il Tirreno, si incontra un borgo straordinario: San Marco d’Alunzio. Qui, la storia è scolpita nella pietra e il passato convive armoniosamente con la vita quotidiana dei suoi circa 1800 abitanti.
San Marco è un luogo fuori dal tempo, dove ogni vicolo racconta storie millenarie. Dal suo belvedere si possono scorgere le Isole Eolie, mentre il profilo delle montagne lo protegge come uno scrigno. Il paese non è solo panorami: vanta ventidue chiese, quattro musei, una ricchissima biblioteca e persino un tempio greco del IV secolo a.C. dedicato a Ercole. Un patrimonio culturale e archeologico che lascia senza fiato.
Tra le particolarità del borgo vi è il celebre marmo rosso di San Marco, una pietra unica, con venature che vanno dal bianco al grigio-azzurro. Cavato fin dall’antichità, questo materiale è stato esportato in tutto il mondo ed è ancora oggi una delle principali risorse economiche della zona. Non è un caso che molte abitazioni sembrino scolpite nella roccia stessa del monte Rotondo.
Il valore di vino e oli pregiati
In epoca romana, San Marco d’Alunzio si chiamava Haluntium. Era una città decumana, obbligata a versare tributi in frumento, olio e vino, tanto era fertile il suo territorio. Con l’imperatore Augusto divenne un municipium, dotata di acquedotto e cinta muraria. Monete in bronzo, iscrizioni latine e un piedistallo in marmo (forse appartenente a una statua di Augusto) oggi custodito nel Museo delle Arti Bizantine e Normanne, ne testimoniano l’importanza.
E proprio lo storico Cicerone, nelle Verrine, descrisse Haluntium come una città vittima della tirannia di Verre, il quale confiscò preziosi oggetti d’argento e vasellame. Tuttavia, il borgo seppe resistere, forte della sua economia basata su olio e vino pregiati, prodotti esportati via mare grazie a una piccola ma efficiente flotta. La vocazione commerciale del paese affonda dunque le sue radici nella notte dei tempi.

La necropoli e la musica e i giochi dall’antichità
Le necropoli di San Marco d’Alunzio rappresentano un patrimonio archeologico inestimabile. Risalenti al periodo tra il IV e il II secolo a.C., si trovano in due aree principali: via Cappuccini e contrada Santa Marina. In queste aree furono scoperte ben 47 sepolture. Tra i reperti più interessanti ritrovati vi è uno strumento musicale a corde, il trigonon, rinvenuto in una delle tombe. In un’altra, datata al III secolo a.C., è stato trovato un kottabos, uno strumento ludico usato nei banchetti greci, mai scoperto prima in Sicilia.
Visitare San Marco d’Alunzio significa fare un tuffo nel passato, tra rovine greche, marmi pregiati e panorami senza eguali. È un’occasione per scoprire la Sicilia più autentica e profonda e, di certo, un’esperienza che lascia il segno. Il borgo è piccolo ma, ve lo assicuriamo, vi è custodita la vera “anima” della Sicilia. Che aspetta solo di essere riscoperta.