Spiagge, è scattato il divieto: non puoi metterci piede in queste qui | Hanno appena messo tutti i cartelli

Divieto balneazione (foto rescueitalia) - mediaoneonline.it
In alcune zone è ormai impossibile fare il bagno: il mare italiano sempre più in difficoltà…
Negli ultimi anni, purtroppo, il tema dell’inquinamento marino è diventato una delle emergenze ambientali più rilevanti del nostro Paese. Dalle spiagge della Campania a quelle della Calabria, passando per la Sicilia, l’Italia sta affrontando una vera e propria crisi delle sue coste, spesso colpite da scarichi fognari, sostanze chimiche e rifiuti urbani non trattati. Il risultato? Acque non sicure per la salute e la conseguente interdizione alla balneazione in diversi punti del territorio nazionale.
Le autorità regionali, in collaborazione con enti come l’Arpac, stanno intensificando i controlli e i campionamenti delle acque marine per individuare le aree più a rischio. I risultati di questi test sono fondamentali per tutelare la salute pubblica e segnalare ai cittadini le zone in cui è pericoloso nuotare o semplicemente passare del tempo in spiaggia.
In molte località costiere, l’accesso al mare è stato negato proprio a causa dell’alto tasso di inquinamento riscontrato. Interventi temporanei, chiusure preventive e sanzioni sono all’ordine del giorno, ma resta il problema strutturale di una depurazione insufficiente. L’Unione Europea ha più volte richiamato l’Italia per non aver rispettato le direttive in materia ambientale.
Il problema, tuttavia, non si limita alla qualità dell’acqua. Anche la mancanza di informazione e di segnaletica chiara contribuisce a creare situazioni di rischio. In risposta, molte regioni hanno introdotto app e portali informativi per monitorare in tempo reale lo stato delle spiagge, dando ai cittadini gli strumenti per scegliere in modo consapevole dove andare al mare.
Un’intera regione in emergenza: stop alla balneazione in 11 tratti di costa
L’inquinamento del mare in Campania ha raggiunto livelli critici. Dopo nuovi controlli effettuati dall’Arpac il 14 aprile, è stata interdetta un’altra spiaggia, portando a 11 il numero delle zone dove è vietato fare il bagno. Peggio della Campania, secondo le ultime rilevazioni, solo la Calabria e la Sicilia.
La zona colpita dal nuovo divieto è quella antistante la Villa Comunale di Castellammare di Stabia, dove la qualità dell’acqua non è risultata conforme alle linee guida di sicurezza. I controlli precedenti, iniziati il 7 aprile, avevano già evidenziato gravi criticità a nord del depuratore di Cuma, in particolare nella zona di Licola, dove le analisi hanno riscontrato una forte presenza di agenti inquinanti.

Ecco la lista delle spiagge interdette: lì non si può fare il bagno
In totale sono 11 le spiagge vietate alla balneazione in Campania, secondo l’ultimo bollettino Arpac. Alcune sono chiuse per legge, poiché collocate in zone portuali o soggette a scarichi urbani. Tra queste spicca il Lido Spineta a Battipaglia, fortemente compromesso dagli scarichi provenienti dagli insediamenti residenziali. Nel Salernitano risultano interdette anche la spiaggia Libera Fuorni-Picentino e quella della zona Est del fiume Irno. A Castellammare, oltre alla nuova interdizione della Villa Comunale, resta off-limits la zona dell’ex Cartiera nei pressi del fiume Sarno. Tre aree di Pozzuoli – Stazione Marina di Licola, Stabilimento Balneare e Lido di Licola – sono chiuse per la presenza di acque reflue, tutte collegate all’impianto di depurazione di Cuma.
Nei prossimi giorni, i controlli dell’Arpac continueranno su altri tratti costieri particolarmente delicati. Si attendono nuovi campionamenti nelle aree di Castel Volturno, Capaccio Eboli, Portici e Sessa Aurunca, dove è già in vigore il divieto di balneazione nella zona a sud del fiume Garigliano. La situazione è tutt’altro che sotto controllo, e gli esperti non escludono che, con l’arrivo dell’estate, nuove spiagge potrebbero essere dichiarate non idonee alla balneazione. Questo rappresenta un grave danno non solo per i cittadini, ma anche per il turismo balneare, risorsa economica fondamentale per il Sud Italia.