Terremoto Rai, purtroppo la brutta notizia dilaga come un fiume in piena: il super conduttore non può fare più nulla

Rai insegna (calcioefinanza.it) - mediaoneonline.it

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Una notizia parecchio “ventilata” negli ultimi tempi, ma adesso è arrivato anche la conferma della legge.

Iniziamo dal… “passato remoto”: la televisione italiana è nata ufficialmente il 3 gennaio 1954 con la trasmissione del primo programma in diretta, dando inizio a una nuova era per il Paese. Da allora, la tv è diventata un elemento centrale nella vita quotidiana degli italiani, accompagnandoli con intrattenimento, informazione e cultura popolare. Tra tutte le trasmissioni che hanno segnato la storia del piccolo schermo, il Festival di Sanremo si distingue per longevità, passione popolare e rilevanza musicale.

La prima edizione del Festival della Canzone Italiana si tenne nel 1951 e da allora è diventato uno degli eventi televisivi più seguiti in Italia e all’estero. Ogni anno milioni di spettatori assistono alle serate in diretta dalla città dei fiori, un appuntamento fisso che scandisce l’inizio dell’anno televisivo e musicale italiano.

La città di Sanremo non è soltanto una cornice geografica: rappresenta un simbolo culturale e identitario del Festival. Situata in Liguria, lungo la riviera di Ponente, Sanremo è conosciuta per il suo clima mite, le ville in stile liberty e il prestigioso Casinò Municipale. È proprio in quest’ultimo che si svolsero le prime edizioni del Festival, rendendolo un luogo intriso di memoria musicale.

Nel tempo Sanremo si è trasformata in una vera e propria capitale della musica italiana per una settimana all’anno. L’indotto turistico, commerciale e culturale che ne deriva è enorme, e proprio per questo motivo ogni eventuale cambiamento legato alla sede del Festival genera attenzione e polemiche.

Attenzione attenzione: la “svolta” arriva dal Consiglio di Stato

Ma andiamo al succo del “nuovo” problema. In un passaggio storico, il Consiglio di Stato ha respinto gli appelli presentati da Rai, Rai Pubblicità e dal Comune di Sanremo riguardanti l’assegnazione del Festival per il triennio 2026-2028. È stato giudicato inammissibile anche l’intervento delle associazioni dei consumatori. Viene quindi confermata la sentenza del TAR Liguria, che impone una gara pubblica per l’assegnazione dei marchi legati al Festival, dichiarando, in poche parole, illegittimo l’affidamento diretto alla Rai per le edizioni 2024 e 2025.

La sentenza segna un cambio epocale: da ora in poi il Festival della Canzone Italiana non potrà più essere assegnato direttamente. Il Comune dovrà pubblicare un bando di gara aperto a soggetti pubblici e privati. Questo cambia le carte in tavola e apre potenzialmente alla possibilità che Sanremo non sia più la sede ufficiale dell’evento. Una eventuale “rivoluzione” che, dopotutto,  potrebbe anche non riguardare “soltanto” il dettaglio del luogo, ma l’organizzazione generale. Dalle decisioni “piccole” a quelle più “grandi”. Dagli artisti al direttore artistico. E qui, in questo caso, per pilastri quali Carlo Conti, ad esempio, si aprirebbero certamente… nuove prospettive.

Palco del festival di Sanremo (foto radiomontecarlo) - mediaoneonline.it
Palco del festival di Sanremo (foto radiomontecarlo) – mediaoneonline.it

La trattativa va avanti, ma i concorrenti… ci pensano seriamente

Al momento, l’unica emittente ad aver presentato un’offerta è proprio la Rai, entro la scadenza del 19 maggio. Tuttavia, l’offerta, pur essendo l’unica pervenuta, non è vincolante per il Comune, che può trattare condizioni più favorevoli o addirittura rigettarla. Si apre così una fase di negoziazione tra l’ente pubblico e il broadcaster nazionale, dove si discuteranno stabilità economica, impegni organizzativi e sostenibilità contrattuale. Secondo diverse fonti, il Comune di Sanremo starebbe cercando di ottenere condizioni più vantaggiose. La Rai, dal canto suo, potrebbe voler rivedere le pretese dell’amministrazione comunale per questioni di budget e limiti operativi. Tutto dipenderà dalla riuscita delle trattative e dalla valutazione dell’interesse pubblico.

Il presidente dell’Associazione dei Discografici Italiani, Sergio Cerruti, ha sottolineato come il bando fosse costruito attorno ai requisiti della Rai, lasciando poco spazio ad altri competitor. Tra i nomi potenzialmente interessati c’è anche la Warner, che per ora osserva da lontano, ma potrebbe farsi avanti in futuro. L’autunno sarà decisivo, con un’udienza presso il TAR fissata per ottobre, in cui si valuterà la condotta del Comune. Si apre così uno scenario del tutto inedito per la musica italiana. Se Sanremo dovesse perdere il Festival, non sarebbe solo un colpo per l’amministrazione, ma anche un duro colpo simbolico per la storia della televisione italiana. Tuttavia, una nuova sede potrebbe portare con sé rinnovamento, investimenti e una nuova visione dell’evento più amato d’Italia.