Ti hanno investito? La COLPA è TUA | I pedoni nell’occhio del ciclone, si comincia dalla Sicilia

incidente strisce pedonali - foto (C) Mediaoneonline.it
Guidare e muoversi per le strade siciliane è diventato sempre più complicato: un caso da attenzionare e la sentenza
Il primo anno dall’introduzione delle nuove linee guida del Codice della strada ha portato con sé una lunga scia di riflessioni, in particolare in una regione come la Sicilia, dove il tema della sicurezza stradale si scontra ogni giorno con la realtà delle grandi città e delle arterie urbane congestionate. Città come Palermo, Catania e Messina sono diventate veri e propri snodi critici per la mobilità, spesso teatro di incidenti stradali, sinistri complessi e cause legali che si protraggono per anni nei tribunali civili.
Non è raro che, dietro un semplice scontro tra veicolo e pedone, si apra un vaso di Pandora fatto di perizie, assicurazioni, richieste di risarcimento e concorsi di colpa. È un fenomeno che cresce e che riguarda direttamente la vita quotidiana dei cittadini siciliani, spesso vittime – o presunti tali – di un sistema che sta mutando profondamente. Proprio per questo, il Codice della Strada rappresenta non solo un insieme di regole, ma anche uno specchio sociale che riflette i comportamenti e le abitudini, spesso errate, di automobilisti e pedoni.
Le cause legate agli incidenti stradali in Sicilia sono in costante aumento, con un boom di denunce per danni fisici e patrimoniali. Il traffico intenso, il mancato rispetto delle precedenze, la velocità elevata e l’uso scorretto dei dispositivi mobili alla guida o durante l’attraversamento pedonale sono fattori che aggravano ogni giorno la situazione. In questo contesto emergono anche contrasti legali con le compagnie assicurative, sempre più attente a evitare esborsi economici facili, soprattutto in presenza di richieste di risarcimento non documentate.
L’applicazione del codice e la valutazione delle responsabilità sta diventando una materia di studio approfondita per giudici e avvocati. E proprio una recente sentenza della Cassazione rischia di diventare un punto di svolta per il futuro.
La sentenza che cambia tutto
L’ordinanza n. 18313 della Corte di Cassazione, pubblicata il 4 luglio 2025, stabilisce che attraversare sulle strisce in modo imprudente implica una responsabilità condivisa. Il caso riguarda un geometra investito da un autobus mentre attraversava, coperto da un ombrello che gli impediva la visibilità. Grazie alle telecamere montate sul mezzo, si è scoperto che il pedone si era “lanciato” sulle strisce senza controllare, provocando una situazione di emergenza. Il conducente ha frenato bruscamente, causando anche il ferimento di un passeggero.
Il risultato? La Cassazione ha attribuito il 50% della colpa al pedone e il restante 50% all’autista. Ma non è tutto. L’ordinanza stabilisce anche un nuovo criterio per il risarcimento del danno economico richiesto da lavoratori autonomi, come nel caso specifico del geometra che aveva invocato il “lucro cessante”. Non basta più presentare la dichiarazione dei redditi: per ottenere il risarcimento da lucro cessante, il professionista deve fornire prove concrete della perdita economica. Contratti cancellati, email con clienti, appuntamenti saltati: tutto deve essere dimostrabile. La semplice inabilità fisica non basta più per richiedere una somma economica.

I pedoni e le strisce: la falsa sicurezza
Non c’è dubbio sul fatto che il caso viene a segnare una netta differenza con i lavoratori dipendenti, per i quali la perdita del reddito può essere legata direttamente all’assenza dal lavoro. I liberi professionisti, invece, dovranno affrontare un iter probatorio molto più complesso e stringente, con documentazione specifica che attesti l’effettivo danno subito.Uno dei punti più sorprendenti dell’ordinanza riguarda la percezione comune delle strisce pedonali. Per molti, attraversare sulle strisce equivale a essere tutelati in qualsiasi circostanza. La Cassazione smentisce questo falso mito: l’art. 190 del Codice della Strada impone ai pedoni l’obbligo di attraversare con prudenza e attenzione.
Chi attraversa distrattamente, guardando il telefono o con la vista coperta, rischia di perdere il diritto al risarcimento. Anzi, può essere ritenuto corresponsabile dell’incidente, anche se colpito da un veicolo. In futuro, le assicurazioni e i tribunali si affideranno sempre di più a filmati di telecamere e dashcam per analizzare i casi. In conclusione, il modo in cui pedoni, automobilisti e professionisti affrontano le conseguenze degli incidenti stradali in Sicilia e in tutta Italia sta cambiando. È finito il tempo delle responsabilità automatiche. Il diritto alla tutela c’è, ma va dimostrato. E la prudenza, oggi più che mai, è la prima forma di autodifesa.
