“Ti paghiamo per venirci a vivere”: questi borghi sono disperati | Ti danno di tutto purché tu costruisca la tua vita qui

splendido borgo siciliano (foto stylosophy) - mediaoneonline.it

splendido borgo siciliano (foto stylosophy) - mediaoneonline.it

 

Le iniziative in alcuni borghi bellissimi ma a rischio: nuove opportunità per tornare a “vivere” la provincia.

Negli ultimi vent’anni, il volto dell’Italia rurale è cambiato in maniera profonda. Migliaia di famiglie hanno abbandonato le campagne e i piccoli borghi per cercare fortuna nelle grandi città, attratte da università, opportunità di lavoro e uno stile di vita più dinamico. Questa emigrazione interna ha lasciato dietro di sé paesi svuotati, con case chiuse e piazze silenziose, un tempo cuore pulsante della vita comunitaria.

I giovani, in particolare, sono stati i principali protagonisti di questo esodo: l’assenza di servizi, di infrastrutture digitali e la carenza di stimoli culturali hanno spinto intere generazioni verso i grandi centri urbani. Il risultato? Un’Italia sempre più spaccata tra metropoli affollate e zone rurali spopolate. Il fenomeno ha colpito soprattutto l’Appennino, le montagne del Piemonte, la Toscana interna e la Liguria.

Nel 2022, i nuovi nati in Italia sono stati solo 392.598, quasi un terzo in meno rispetto al 2008. Le proiezioni demografiche parlano chiaro: 4 comuni su 5 vedranno un calo della popolazione nei prossimi dieci anni. I borghi con meno di 5.000 abitanti sono circa 8.000 e ben 5.308 di essi sono considerati a rischio abbandono, secondo Legambiente. Un patrimonio architettonico, culturale e naturale che rischia di andare perduto.

Paradossalmente, questi borghi sono spesso immersi in aree di straordinaria bellezza: parchi nazionali, riserve naturali e contesti paesaggistici incontaminati. Lontani dal traffico e dallo smog, offrono un’alternativa concreta a chi desidera uno stile di vita più sostenibile, soprattutto oggi, con la diffusione dello smart working.

La lotta all’esodo totale dei più giovani: e ci sono grandi vantaggi economici

Tornando proprio a qualche anno fa, è stata proprio la pandemia a rappresentare un vero e proprio spartiacque: la possibilità di lavorare da remoto ha riacceso l’interesse verso le aree rurali. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), nel 2022, ha colto questa occasione finanziando due bandi per il ripopolamento di 250 borghi italiani. I fondi, oltre 1 miliardo di euro, sono stati destinati sia a progetti culturali sia a incentivi per i cittadini.

I bonus previsti includono contributi per l’acquisto o l’affitto della casa, agevolazioni per chi avvia un’attività imprenditoriale, e sostegno a chi decide di vivere e lavorare nei borghi. Molti comuni hanno aderito: la Calabria offre fino a 28.000 euro per chi apre un’attività nei suoi piccoli centri, mentre in Puglia e in Sardegna si arriva a contributi simili per chi acquista casa e prende residenza.

Firma su un assegno soldi (foto debitobancario) - mediaoneonline.it
Firma su un assegno soldi (foto debitobancario) – mediaoneonline.it

Ecco quanto (e dove) ti pagano per trasferirti

In Emilia-Romagna, gli under 40 che decidono di vivere in piccoli comuni possono ricevere fino a 30.000 euro in base all’ISEE. Il Veneto e il Piemonte hanno puntato sui borghi montani, con bonus che arrivano a 40.000 euro per chi trasferisce qui la propria vita e attività. In Liguria, il comune di Bormida, a un’ora da Genova, propone un incentivo di 2.000 euro a nuovi residenti. Questi interventi, coordinati dal Ministero della Cultura, non sono più solo progetti temporanei, ma si inseriscono in una visione di medio-lungo termine. Le iniziative intendono attrarre nuove famiglie, professionisti e lavoratori digitali, contribuendo così a rivitalizzare le economie locali e la coesione sociale delle comunità rurali.

Parallelamente, le imprese non sono state escluse: 4.381 aziende hanno presentato progetti per sostenere l’economia circolare nei piccoli comuni, ottenendo complessivamente 188 milioni di euro. L’obiettivo è duplice: ridurre l’inquinamento e creare occupazione, stimolando il tessuto imprenditoriale locale. In conclusione, il ritorno alla provincia non è più un sogno nostalgico. Grazie agli incentivi, alla digitalizzazione e a un rinnovato interesse verso la qualità della vita, i borghi italiani possono tornare a vivere. Sono territori con un enorme potenziale, custodi di identità e tradizioni, che oggi più che mai hanno bisogno di essere ripopolati e valorizzati.