Tra strade di montagna nasce la FINESTRA PIÙ BELLA DELLA SICILIA | Questo borgo fa venire i brividi, un vero paradiso

la bellissima visuale dall'alto (foto valdinoto.it) - mediaoneonline.it
Una sorprendente cittadina siciliana, la cui vista è qualcosa di indimenticabile: la scoperta e la storia
La Sicilia è universalmente conosciuta per le sue spiagge cristalline, le acque turchesi e i litorali che ogni estate attirano migliaia di turisti da tutto il mondo. Tuttavia, chi decide di andare oltre la costa scopre una terra altrettanto affascinante, ricca di panorami montuosi mozzafiato, scorci autentici e borghi senza tempo. La vera anima dell’isola si cela anche tra le alture e i rilievi dell’entroterra.
Tra i luoghi più spettacolari da visitare troviamo le zone collinari del Catanese, dove paesi come Acireale o la celebre Taormina offrono una visuale sorprendente sull’Etna innevato. Immaginate di trovarvi su una terrazza naturale, respirando l’aria fresca della montagna mentre lo sguardo si perde tra valli verdeggianti, profili lavici e il cielo terso. È uno spettacolo che non si dimentica.
Chi arriva in Sicilia spesso ignora questi tesori d’altura, attratto dalla costa. Ma i viaggiatori più attenti scoprono che le emozioni più vere si vivono tra le curve di montagna, dove ogni curva rivela un nuovo punto panoramico, una nuova storia, un nuovo incanto. Uno di questi luoghi si trova nel cuore dei Monti Iblei, circondato da una natura rigogliosa e incontaminata.
In questo paesino, sospeso nel tempo, alla fine della strada principale si trova un luogo chiamato “Affacciata”: una terrazza naturale con una vista meravigliosa sulla valle del fiume Amerillo. È qui che il silenzio diventa poesia e la natura racconta storie antiche, tra rocce, acqua e cielo.
Tra storia e cinema: un borgo fuori dal tempo
Spieghiamo innanzitutto che questa cittadina, un vero e proprio gioiellino siciliano, è stato fra l’altro inserito nel circuito dei “Borghi più belli d’Italia”. Un centro abitato di circa 3.000 anime dove tutto è a misura d’uomo, tra aria buona, relazioni autentiche e antiche tradizioni che si tramandano di generazione in generazione.
Non a caso, è stato scelto da registi come Giuseppe Tornatore e Pasquale Sciarra per girare film di successo come “L’uomo delle Stelle” e “La Stanza dello Scirocco”. Il borgo offre infatti una cornice cinematografica naturale, con le sue piazze, le sue chiese e i suoi vicoli dal sapore senza tempo.

Arte, architettura e panorami
Nel cuore del paese si trova “U Chianu”, la piazza principale. Qui domina la scena la Chiesa di San Giovanni Battista, con una facciata a forma piramidale alta 22 metri e una spettacolare volta interna che illumina tutta la navata centrale. Poco distante si erge il Palazzo Cocuzza, oggi sede del Museo Civico, un tempo residenza della famiglia Cocuzza, influente nel territorio e protagonista di ambiziosi progetti ferroviari locali. Il quartiere più antico, chiamato “Matrice”, è un labirinto affascinante di vicoli, cortiletti, archi e scalinate. Qui si trovano due meraviglie architettoniche: la Chiesa della Madonna Addolorata, che si affaccia sulla pittoresca Piazza Sant’Antonio con due semicerchi in pietra, e la Chiesa Madre, maestsoa con il suo stile neogotico, le finestre bifore e il portale scenografico. Dal suo sagrato, la vista sulla valle sottostante è da togliere il fiato.
La storia della cittadina, il cui nome è Monterosso Almo, affonda le radici nell’epoca del rame: l’Ipogeo di Calaforno, con 35 camere, è uno dei più antichi di tutto il Val di Noto. Non lontano, gli scavi di Monte Casasia raccontano di un insediamento risalente al VII secolo a.C., rendendo il territorio una tappa imperdibile per gli appassionati di archeologia. Infine, chi arriva qui non può andarsene senza aver assaggiato le delizie del luogo: cavateddi fatti in casa, scacce tradizionali, funghi, salsicce cinghiale cucinati come vuole la tradizione. E poi le ciliegie di stagione, il pane profumato e una particolare mandorla autoctona che cresce rigogliosa alle pendici degli Iblei. Monterosso Almo è, in poche parole, una srorta di “invito” a rallentare, ad ascoltare il respiro della Sicilia più vera.